Vane parole

chissà se mi riesce parlar
di quello strano tormento
che ti fa sudar e poi gelar
il tutto in un sol momento
ahh tante parole son state spese
su tale argomento
che di nuove sorprese
è sol vano accanimento
sicchè, se trovarne non posso,
vedrò di guadar il fosso;
se il tormento è reale
non v’è uomo di fino intelletto
a cui esso venga in difetto
sì che appaia banale
e guardandolo in volto
appaia un gran stolto
or scrivendo ‘ste righe
non saprei se prender due daghe
sul destriero montare
e la dama tentar di conquistare


[un giorno qualcuno mi chiese]

un giorno qualcuno mi chiese
cosa provi?
provo dolore,
passione, ardore
cosa senti?
sento il silenzio, rumore
parole d’amore
cosa ami?
amo il mondo
tutto dal profondo
cosa odi?
odio niente
il cuor non si pente
che pensi?
penso tutto nulla
attendo
cosa aspetti?
che il mio cuor
rilasci i sospetti.


Nella terra dei draghi

Si dice che, oltre la vita a noi nota, esistano altri livelli di esistenza nel mondo: il terreno
(il nostro), il regno d’oro (un regno intermedio tra il nostro e quello divino, dove vivono
alcuni immortali non divini ed alcuni umani), il regno divino e la terra dei draghi, alcuni
dicono ve ne siano anche altri ma, ahimé, non sono giunte a noi notizie sufficienti.
Quest’ultima è popolata da un’infinità di tipi di draghi diversi: alcuni volano, alcuni
strisciano, alcuni producono fuoco, altri veleno, altri ghiaccio, alcuni sono di pietra e così
via.
La leggenda narra che in un’epoca non troppo lontana un uomo, fatto strano ed inusitato,
potesse vivere a suo piacimento sia nel mondo terreno che nel mondo dei draghi.
Quest’uomo sapeva bene che se avesse divulgato notizie sul conto dei draghi gli altri
umani avrebbero voluto appropriarsene dato che, dice, una scaglia di drago doni
l’immortalità a chi la mangia e poi, anche volendo, dall’uno non si poteva accedere
all’altro né, tantomeno era possibile vedere dall’uno cosa succedeva nell’altro.
E, ovviamente, non raccontava nulla anche perché sapeva che molti lo avrebbero
considerato pazzo.
Egli visse a lungo questa sua doppia vita, rispettava i princìpi appresi dai draghi e, nel
contempo viveva una vita tranquilla nel mondo degli uomini omettendo le informazioni
apprese.
Era molto tentato di rimanere nel mondo fatato dei draghi quando, un giorno, mentre
parlava con un drago della specie “specchiospettro” accadde una cosa che aveva del
miracoloso.
Gli specchiospettro sono dei draghi che potremmo definire mutaforma (anche se, in realtà
è solo un effetto ottico) in quanto possono apparire uguali a chi hanno di fronte.
Dicevo, un giorno, quand’era insieme ad un specchiospettro, accadde una cosa
inspiegabile, apparve accanto al drago una donna. Apparve ma non comparve, ovverosia,
poteva essere vista dal mondo dei draghi ma effettivamente era nel mondo terreno.
Interrogò ed intervistò tutti i draghi più anziani, alcuni hanno oltre 10.000 anni, e studiò
tutti i volumi storici e mitologici presenti nelle biblioteche draghesche ma il fatto non era
documentato in alcun modo.
L’uomo cercò, quest’apparizione incantatrice, in lungo ed in largo nel mondo per molto e
molto tempo finché smise di cercare.
La leggenda dice che quest’uomo infine la trovò ma non riuscì, almeno inizialmente, a
riconoscerla come la sua incantatrice.
Da questo punto in poi la leggenda ci è ignota, alcuni dicono che l’uomo è morto di
crepacuore quando l’ha riconosciuta, altri che, per rispettare i princìpi dei draghi, non ha
potuto “presentarsi” a lei, altri ancora dicono che l’uomo è rimasto sospeso tra i due
mondi ed il tempo si è fermato.
Fatto sta che non sappiamo in effetti cosa sia successo…