Poesie
Erano gli anni 60
Gli anni 60, gli anni della mia infanzia. Mio padre lontano, emigrato, mia madre a casa con allora quattro figli: io la più grande, mio fratello e due sorelline di età compresa fra i dieci e un anno. Famiglia modesta la mia, con rigidi principi morali.
Mia madre con il culto dell’ordine e della pulizia a tutti i costi, iI suo motto:
Poveri ma puliti, ogni cosa anche la più modesta doveva essere mantenuta al meglio.
In mattinata sfaccendava per casa sempre con le finestre spalancate,
anche con il freddo più pungente.
Cantava con parole adattate, su melodie allora famose, e così si raccontava la vita a modo suo.
Una vita non facile, la generazione del dopoguerra era solita al sacrificio e al necessario.
Un bel carattere, riusciva a conservare un certo ottimismo anche nelle situazioni più difficili.
A Natale, la festa per tradizione più celebrata nelle famiglie,
mio padre lontano, e noi con la mamma a raccontarci cosa sarebbe stato bello fare se
ci fosse stato papà, se ci fossero stati piu’ soldi se…. se….se…..
E alora io chiedevo quello che mia madre sapeva ben fare:
<< Mama’ nu cunti un cuntu>>
Noi bambini ci sedevamo vicini vicini, intorno allo scaldino pieno di brace, e lei iniziava.
<< C’era na vota na cristiana povera, ca vuliva cangiari la so vita.
Pichissu dumanno’ a na maga cunsigliu.
A maga ci dissi d’accattarsi setti para di scarpi di firru, pirchi’ aviva caminare assai>>
E continuava argomentando le diverse difficoltà da superare, e la storia cambiava a secondo del suo stato d’animo.
Cara la mia mamma, mai ci raccontò le favole che finivano con un ” vissero felici e contenti per sempre”
E gliene sono grata, perché da lei imparavo che la vita era un cammino non sempre facile,
anzi… abbisognava un carattere forte, ma anche una canzone in testa e un fiore in mano.
Persa in questi ricordi, mi diventa più facile accettare l’amarezza che in età matura, le fa vedere la vita con sospetto. Rimasta nella storia del suo passato, le sfugge l’opportunità’ di essere felice con il suo presente.
Evasione
Coricata nel mio letto
ammiro il quadro dirimpetto.
E’ un dipinto retrò.
Raffigura un beaulevard
di Parigi, donne eleganti
uomini in doppio petto
Le figure riflesse,
la strada bagnata,
qualcuno con l’ombrello.
Con l’immaginazione
mi riduco
in miniatura
e mi fiondo
in quella natura.
E vado lontano
senza una meta,
semplicemente
felice di esplorare
una parte di
questo pianeta.
Per caso
Casualmente le cosce
di lei e di lui
camminando
si sfiorarono e
simultaneamente
le due menti
sincronizzarono
il passo, per risentire
l’emozione,
il caldo massaggio
il tocco magico e
il cuore in cielo.
E di sottecchio
si guardarono
e si sorrisero maliziosi.
Era tutto quello che
volevano.
E con la mente
disegnarono
incontri futuri,
languidi abbracci
e giochi proibiti