EGO

E cerco in te l’immagine mia
non ciò che descrivi di me
neppure i chiaro scuri che vedi in me
ma il mosaico che componi
veloce in un turbinio di sassi incolori.
Disordini
rielabori senza me.
Davanti ho due scrigni
custodisco differenze, opposti
il non nato, il compiuto.
Non so respingere i pensieri
fluente travaso di vita
scivola da un alveo all’altro.
Il mito sei tu
forgiato dalle lave più profonde
incandescente.
Così appare nel luccichio
nel calore
l’assoluta divinità dell’uomo
l’ego.
Tende il pensiero laggiù
costruire desiderio su desiderio
torre che sprofonda nel nulla
ammasso di storie, di incanti.
Parole sprecate
incatenate in fiumi di ipocrisie
valuto poi, il prezzo della menzogna
carico il peso del domani
su una vita che non mi appartiene.
Questo è apparire
non mi accorgo di ferire con un morso
quel frutto donato
non custodisco il senso di noi.
Eppure vedo elaborate ragnatele
tessute sull’oblio
consunte esistenze
banalità incredule dell’oggi
abbagli
diventare pietre domani.
Saprai ubriacarti di vita e cantare canzoni?
Chiederai ancora di trasformare in te
quell’essenza eterna del vivere?
Davanti
la mia ombra tace
sussurrano le acque intorno
mentre cerco
la metamorfosi del cuore.


SU UN INCREDIBILE ATTIMO

Mentre l’aria imbrunisce
dopo diluvi
lamentele
disappunti.
verifico che sono ancora in piedi
penso
respiro tra un pensiero e un ricordo
che sfugge leggero.
Se disegnassi quest’attimo
lo chiamerei “incredibile”.
Perché è così
semplicemente stupendo
poter socchiudere un’altra porta sulla mia vita.
Metto a letto tutti i miei sogni e progetti
sperando
domani
di suonare ancora la musica del tempo
senza chiedere o aspettare nulla.
La voce che canta dentro
possa cullare i miei dubbi
se stanco è il passo
l’incerto equilibrio nell’andare
trasformi in una danza il dolore
Vorrei vedermi in un abbraccio di fiori rossi
mentre nascondo le rughe in un sorriso
socchiudo gli occhi in una vertigine profonda.
Ti amo inconoscibile e disperato mondo.


SULLA VIOLENZA DI GENERE

Se vuoi prendi la tua vita
ma lasciami lottare ancora.
Fammi scegliere di esistere qui
a mani nude.
Fammi cercare la mia normalità tra la gente
per le strade.
Fammi camminare da sola
non opprimere il mio respiro.
Non è amore questo
è furia incontrollabile, cieca.
Possesso di un corpo
non dell’anima
la tua angoscia non può essere la mia.
Violenza tra noi due
mai davanti agli altri.
Lacerante rancore quando siamo io e te
soli
di fronte ai nostri limiti.
Ragionato accanimento
provocazione.
Nessuna dimensione di noi.
Rabbia , paura, dolore
intreccio impossibile di storie
le nostre vite.
Nessuna consapevolezza emotiva
per questo baratro di inutili relazioni.
L’istinto nega l’evidenza di un’aggressione.
Sofferenza e caos per spingerci
instabilmente nel vuoto.
Diagramma di un’anima
fino al buio completo nella nostra esistenza.
Se le parole non servono
se lo sguardo ci allontana
basta così…
Lasciami qui a dispiegarmi
ai margini della mia vita.
Un addio
una separazione non possono rendere più alto il dolore.
Inquieto
precario è l’esistere di quest’oggi.
Scopro una più profonda bellezza
oltre i miei lividi
oltre il mio sangue.
L’urlo diventa canto
per cercare un divenire nuovo.
Se vuoi
prendi la tua vita
ma lasciami vivere.
Sentire di donna
per una donna che si allontana
ancora una volta.