“Aspettandoti”

Sono ancora sola
In attesa di te.
Sono ancora qui’
e guardo l’orologio:
“stasera il tempo s’è fermato”.
Sono ancora sola
ma non perdo la speranza di rivederti.
Sono ancora qui’
e non voglio restarci
nella vana attesa di te,
nella vana attesa di vederti
prima che questo giorno vada via,
prima che il tempo passi.
Sono ancora sola.
Stavolta il tempo passa,
passa troppo in fretta.
Sono passate tante ore
e sono ancora sola,
sola in attesa di te,
di vederti apparire,
quando invece sò
che s’è fatto tardi,
troppo tardi e tu non verrai.


“Una soffitta per noi”

Mi basterebbe quella vecchia soffitta
per vivere con tè ,
la soffitta col tetto di legno
e una finestra per darci qualche raggio di sole.
Mi basterebbe quella vecchia soffitta
per farne il nostro mondo,
l’angolo più limpido,
il rifugio più segreto.
Mi basterebbe quella vecchia soffitta
con quello che c’è dentro:
due poltrone impolverate
per sederci vicino,
un vecchio tappeto, tutto tarlato,
un vaso dai colori sbiaditi,
consumati dal lungo tempo che ha vissuto,
un vaso dai colori sbiaditi
per tenerci dentro qualche fiore appassito.
Mi basterebbe anche quel vecchio grammofono;
chissà quante melodie avrà suonato
a due come noi
che si sono accontentati di vivere insieme
anche in quella vecchia soffitta
col tetto di legno.


“Visita al cimitero”

E’ desertico e freddo tutt’intorno,
s’ode solo il rumore dei miei passi che rintonano
nei viali quieti pieni di silenzio greve.
Di tanto in tanto, a lunghi tratti,come disseminata
Qualche ombra scura e lamentosa sta china e inesistente
A contemplare l’immagine cara e sommessa piagnucola
rinvangando nel pensiero antico il doloroso trapasso.
E’ deserto e taciturno tutt’intorno
Nessun segno di vita trapela dai viali che calpesto.
Più in là il mistero inesplicabile che si cela dietro ogni tomba
è turbato dal sordo scroscio che l’acqua viva di una fonte,
a dispetto del silenzio mortale che vige tutt’intorno,
scaturisce perenne, quasi a tenere compagnia agl’incelati
che ,chi vive , ha già scordato.
Lapidario continuo si sussegue su ogni tomba,
lapidario infinito ora d’arte nobile ora d’arte misera.
E ‘ deserto e taciturno tutt’intorno
ed io vado assorta per questo mondo morto.
Attorno a me aleggia un’acre odore quasi di carni bruciate
e mentre un denso fumo mi confonde gli occhi e morde le narici,
più in là su un cumulo di fiori bruciati
rade fiammelle zampillano ancora alimentate ormai per poco
da un alito di vento che , la cenere di tutto , in un niente spazza via.