“M’incontro”

M’incontro,
camminando tra la gente.
A lievi passi, percorrendo sentieri quotidiani, passeggio.
Sguardi rubati, mani intrecciate,
sorrisi bambini, lacrime mai piante. Volti sconosciuti.
Persone su strade a me ignote
rendono ogni giorno luogo di speranza,
colorata di blu.
In te che corri affannato, inseguito dalle ore,
che quasi non vedi ciò che guardi per via,
mi ritrovo.
A te, in estatica ammirazione di palazzi e chiese,
che cammini dondolante, lo sguardo rivolto al cielo,
va un complice sorriso.
Ti somiglio, in giorni lieti.
E tu, che cammini fisso in pensieri e cose agli altri preclusi.
Non scorgi chi ti si affianca e prosegui,
quasi mèta e strada fossero tuo possesso.
Ritrovo in te momenti vissuti, nebbie attraversate,
sogni inseguiti.
M’incontro, camminando tra la gente,
perché anch’io sono la gente. Gli altri, parte di me.
Mi riconosco, li riconosco. Doni che la vita offre.
Apprezzo, amo, scuso, a volte respingo, evito.
La gente. Me stessa.
Le vite. Le nostre.
Comuni riflessi rimandati da uno specchio universale.


Comprendi,

quando è muto il cuore, non sfavillano dentro eterei pensieri.
Pareti impastate di silenzio sono la casa.
Muto il cuore, assenza e lontananza nutrono il giorno.
Le occasioni sono tappeto volante; conducono
all’isola senza terra che attende l’arrivo per apparire. Finalmente.
Ascolta,
quando si ama, si desidera, si accarezza, si bacia.
Si gode comune felicità, si ascolta, si parla.
Quando si ama, ogni momento trascorso assieme è rubino. E perla.
Pietre preziose dal paese dove confini non ci sono,
dove ciò che conta profuma, è scambio d’ essenze.
Vedi, al comprendere non abbisognano occhi.
Necessita il cuore.


Memoria,

improvvisa t’insinui tra i meandri dell’oggi,
cogli fugaci lampi di vita vissuta.
Scavi, spolveri, lucidi.
Richiami sul palcoscenico dell’umana commedia personaggi che allietano,
atti che nessuno vorrebbe più rappresentati.
Non lo si può più ripudiare, il passato.
Nata dai sensi, riempi contenitori altrimenti vuoti. Vorrei, a volte, cancellarti,
darti io il permesso d’invadermi dentro.
Indifferente al desiderio, procedi secondo segrete regole,
mantieni vivi cristallini momenti, sei speranza di rinnovate giornate,
non consenti tanti agognati oblii.
Senza te, cosa, chi saremmo?
Cancellarti è ingannevole sollievo, separarti dai giorni,
effimera chimera.
Immemore di ciò che sono, contenitore vuoto.
Diverrei così, senza te.