GIOCO

Facciamo un gioco
che io ti penso
e tu mi senti.
Anche senza
chiudere gli occhi,
così… semplicemente.
E tu mi ascolti
e io lo sento.
Anche senza
parlare.
A noi non servono
le parole.
Facciamo un gioco
io e te
tu ed io
così… semplicemente.
Anche se siamo
distanti
ci abbracciamo.
Te li ricordi
i nostri abbracci?
Tolgono il fiato.
Sorridi!
Lo faccio anch’io.
Facciamo un gioco
noi due
l’acqua che scorre
sulla pelle nuda.
Fresca rugiada
morbidi corpi.
Lo senti?
Il tempo passa.
noi no.
Possono giocare.
solo i bambini?
Allora chiudi
gli occhi!
Mi vedi?
Ricordi.
Azzurro cielo
spione impunito
di calde sere
d’estate
che annebbiano
la mente.
Facciamo un gioco.
Siamo grandi
non si gioca più.


 LE STANZE

Certe stanze
le riconosci sempre.
Non hanno porte
per entrare
e neppure finestre.
Però il sole riesce, nonostante tutto,
a riscaldarle.
Sono le stanze magiche,
il rifugio della speranza,
la cassaforte della felicità.
Certe stanze
hanno un sapore differente,
allettante, unico.
Sono le stanze dei buoni propositi
dei sogni non ancora spesi.
Quelle in cui trovi riparo
come tra le braccia di un amante
quelle che non fanno domande.
Quelle in cui ti lasci andare,
cullare, coccolare.
Certe stanze
le riconosci sempre
soprattutto quando
non hai più voglia
di scappare.
Ma di rimanere.


PANNI STESI

Osservo i panni stesi
ad asciugare
con gli occhi fissi li
a guardare il mare.
È un dondolio leggero,
delicato,
profuma di passato
il tuo bucato!
La mente va leggera
ai tempi andati,
sorridi ai tuoi ricordi
spensierati.
E intanto il vento caldo
spira piano
Disperso va lo sguardo
più lontano.
Dondolano leggeri
a fil di storia
i panni stesi
della tua memoria.