Il cappello

Mi sono svegliata,
ma quanta fatica sorprendere il sole
tutti i santi giorni, nonostante
tutte le cose che so sul suo conto,
mentre lui, un bel niente, sa di me.

Così, come fosse uno scherzo,
me ne vado per la via con lui sulla testa
a farmi da cappello,
di meglio sul mercato non ce n’è:
di grande ala, il suo è il migliore.

Lo hanno fabbricato in quel certo modo
che, se te lo calchi per il verso giusto,
l’ombra non sa come salire
e può starsene impalmata
ai suoi marciapiedi e ai suoi tombini,
che di profondissimo buio
hanno l’aria dei matrimoni usati
che nessuna luce unge più.

Può darsi, che proprio oggi,
proprio nel giorno in cui mi devo sposare,
l’ala di un vento del Nord, sposti
quella del mio cappello

ma, il vento

anche quando vuole scherzare,
può spazzar via un cammino unto
con olio di palma?

(per non dire, poi
delle mie purissime olive, insane
e felici).

11 Febbraio, 2014


Dopo l’ingenuità

Ora ricerco cose e parole
con accanimento.

Io, non sono più bella con garbo.

Mi era parso semplice
lo sguardo aperto a tutti, come a dire
io sono qui, per tutti
e addolcire l’esclusiva al pensiero contro di me
presa da un fascio di luce
davanti a tutti gli specchi, compreso l’ultimo
che nemmeno mi importava di contare.

Ora che ricerco cose e parole
con accanimento,
mi impoverisco con fascinazione.

Sono finita nel bosco degli specchi
per una cornice più bella,
non per tutti, come a dire
io non vi voglio qui, tutti quanti voi
del tempo mio ingenuo, ora
che nell’ovvio smagliante
non mi avvolgo
e sto in un filo di luce, come chi
si sta preparando con arte
a un tradimento.

18 Settembre, 2014


Postilla

Ho sofferto molto quando tu eri lontano
e tante volte, ma tante volte
sei andato lontano.
E ancora una volta, l’amore ha sbagliato
per Nostalgia.

Era una notte buia e tenebrosa …
ah …, sarebbe bello iniziare così!

Ma, via il tenebrosa
e via, pure, il buia

e la notte
ha strade, sorprendentemente
illuminate

alle ore due della notte

i folletti stanno al bar
appesi ai telefonini

i draghi dai video
parlano in tutte le lingue

alle due della notte
la rassicurazione torna alla casetta
in fondo alla foresta,
oltre la sbarra di un parcheggio

e nel cuore della notte, la Notte parla
agl’insonni balconi
dalla mia tasca sinistra.

“Che orrore! Entrare
dove un uomo aspetta di abbracciare un arco
e piantare dodici scuri

e una donna
che gli dà il consenso, per iscritto.

Sono tanto stanca …, ma stanca
stanca da morire
di una tasca che non è una tasca

ma tutta la loro Tristezza

nella più semplice delle postille,
in capo a un foglio

e …. bho … sono vecchia
non mi ricordo più
che altro volevo dire ….

ma, che ora avremo fatto?
Sarà tardi, ormai”

“Tutte le ore due lasciate per iscritto”
borbotta nel sonno il Destino.

20 Settembre, 2014
Sabato notte