Avanguardia

 

Adesso basta, ne faccio

un bell’involto e tiro

tutto quanto nel muro.

Che prova! Sarò oracolo

di un’arte nuova; i critici

non temo. C’intendiamo,

dal giorno che han capito

(diciamo…) cos’è il genio:

due righe di diario.


Il pensatore

 

Tra il fieno e la gramigna, sulla terra

già riarsa, annerita e scorticata,

vive il papavero, tremula, incerta

fiamma sfrangiata.

Casa non vuole altrove. Sotto il cielo

disfatto della mietitura, a stento

regge lo stelo quel fuoco pesante,

chino; il pensiero.


 

Giuda

 

Un uomo legnoso è fuggito sulla

sabbia rovente: con voce terribile

gridò alle dune, alla sua terra brulla,

alle locuste, alle stelle impassibili.

L’eco sopita prorompe di schianto

in un’altra anima, e tutto divora

ebbra, invasata, con l’incendio santo,

e si fa più tonante di ora in ora.

Un uomo pazzo di rimorso all’alba

si è impiccato agli scuri bronchi spogli

del siliquastro, sulla cima calva.

Gli sfioran le tempie i bocci vermigli.


 

Respira la vita.

 

Respira e abbraccia,

respira e bacia,

respira e fai l’amore.

 

Respira e memorizza ogni singolo dettaglio

e ogni singolo profumo,

tutto è destinato a cambiare ma tu respira

e quello che per te è “casa” lo riconoscerai.

 

Quello che per te è casa sarà dentro le piccole cose,

non in quattro mura.

 

Fai che la tua vita sia scandita dai respiri e non dai minuti,

che si dividano tra quelli profondi,

quelli corti e tra quelli dove il respiro ti è mancato.

 

Respira e vivi.

 

***


 

Quello che resta

 

I libri sono davanti a te, ma tu cerchi di non guardare

la mente vola, fluttua e va

poi si posa, in un ricordo

che non lo hai scelto, ci sei inciampata

in quel viaggiare dove non ti sei regolata.

 

Occhi aperti per sognare ma non per studiare.

E sei di nuovo lì, in quella brezza leggera che ti accarezza la cera

la brutta cera che hai, perché non dormi mai

perché dormire è tempo sprecato, se hai vicino qualcuno che ti toglie il fiato.

 

Ma basta un niente che ti riporta qua,

fine del sogno fine del ricordo

tornerò a trovarlo spesso.

Ci inciamperò per sfiga o per difetto,

quel difetto maledetto di ricordare

ciò che mi ha fatto bene e male.

 

***


 

 

Uno come te

 

Le pagine del mio diario parlano di te,

di tutto quello che eri per me

e anche oggi che il tempo è passato

quando ti vedo ho il cuore accelerato.

 

Ognuno di noi prima o poi incontra uno come te,

indelebile e invivibile.

Che ti lascia aggrappato ai “se” e ai “ma”,

un rimpianto che cammina e che respira

e che ti resta attaccato tutta la vita.

 

Con tutte le volte che ho provato a viverti senza riuscirci,

forse doveva andare così

dovevi essere per me quello che sei.