Il perdono

“Perdono”: cessazione del risentimento nei confronti di un’altra persona. Un gesto umanitario con cui, vincendo il rancore, si rinuncia ad ogni forma di rivalsa nei confronti di un offensore. Ma noi, da bravi esseri umani, peccatori e vendicatori, sapremo mettere in moto questa sofisticata “macchina del perdono” e lasciar stare il torto subito e guardare avanti? La nostra mente ha una soglia di tolleranza più alta del cuore e credo che questo sia assodato! La mente reagisce al torto subito con un parametro zero..ma il cuore no. Il cuore si spezza, va in frantumi, sanguina e, quindi, come può perdonare? Mia madre mi ripeteva sempre: “nella vita, quando cadrai, io sarò sempre presente a medicarti, ti metterò un cerotto e stringendoti fra le mie braccia, aspetteremo che calmi il dolore. Ma per le ferite del tuo cuore il cerotto dovrai metterlo tu…a quel dolore dovrai porre fine tu, mentre io , stringendoti fra le mie braccia, aspetterò che calmi il dolore”. Perdonare vuol dire anche rinunciare al sentimento di affetto che ci legava alla persona che ci ha traditi e feriti. Il cerotto è dimenticarsi di tutto quello che ci legava. Buttare via le cose che ci univano e capire che più si cestina, più leggeri diventiamo: perché ci fa stare bene buttare le cose, lasciarle andare. Forse perché capiamo quanto poco ci serve per sopravvivere e ci rendiamo conto del potere che abbiamo nello spogliarci di tutto e tenere ciò che ci serve. Conserviamo solo ciò che ci fare stare bene e tornare a sorridere. Tagliare il filo e lasciare andare alla deriva i ricordi di quel qualcosa che ci faceva ridere e farli, inesorabilmente, annegare nel vortice delle nostre lacrime. Lacrime salate, amare, che un bel giorno smetteranno di solcare, come scie di fuoco, il nostro viso, che all’improvviso si illuminerà di un sorriso che ormai sembrava perduto e sprofondato nella pozzanghera di lacrime che non riuscivamo a trattenere. I ricordi continueranno a far mancare il fiato per qualche attimo, ma resteranno comunque dei ricordi che, pian piano, lasceranno spazio a nuove foto, nuove emozioni e poi capiremo di essere guariti quando, come per magia, la voglia di vendetta sparirà e se incontreremo chi ci ha fatto piangere e disperare, anche se ha reso molto difficile riuscire a perdonare, sarà solo un volto tra la gente.


La pioggia

I temporali, per i metereologi, sono dei fenomeni atmosferici estremi della natura. Portano con sé pioggia, vento, fulmini e tuoni! Ma per me, il temporale è ben altro: il cielo è triste e comincia a piangere. Da ragazzina aspettavo la pioggia, i temporali lampo estivi che con spensieratezza mi accompagnavano negli ultimi bagni a mare, che segnavano la fine di un’estate soleggiata. Ora, da adulta, la pioggia ha un altro sapore: il gusto dolceamaro dello scorrere del tempo, la consapevolezza che tutto ha una fine, che le cose belle, come il sole, lasciano spazio alla tristezza, la pioggia. Ma i temporali, anche loro hanno una fine…le nuvole che hanno preso il sopravvento su un cielo terso, portando con sé la pioggia, spariranno e, in quei momenti di quiete dopo la tempesta, capiremo che siamo abbastanza forti da sopravvivere, anche se il vento ci ha piegato, maltrattato e usurpato fin dentro l’anima. Vedremo che siamo più forti di qualsiasi tempesta, nonostante le innumerevoli cicatrici ci ricorderanno le battaglie combattute e vinte, con la consapevolezza che siamo ancora in piedi, perché chi vince la tempesta diviene una persona pericolosa..perché sa di poter sopravvivere al dolore!


Cambiare

Come ci si comporta quando ti accorgi di andare cambiando e soprattutto, come si agisce quando il cambiamento, tuo malgrado, si sta attuando? E’ meglio lasciarsi trasportare dagli eventi, come in balia di una tempesta, oppure innescare la ragione e valutare ogni movimento? La maturità porta a delle scelte: quelle volontarie le gestisci, perché sono tue. Ma per quelle scelte che ti capitano tra capo e collo? Quanti compromessi e in che circostanze accettarli. Andare contro tutto e tutti per ottenere e mantenere le mete prefissate? Oppure accontentarsi e vivere alla giornata in attesa di un miracolo. Vivere per se stessi oppure per non essere un borderline. Farsi accettare a tutti i costi oppure rendersi conto che non possiamo piacere a tutti? Ogni testa è un tribunale..ma il giudice chi è?