Il vecchio e il Tempo



Un bambino si recò dal Tempo e, vedendolo così maestoso, gli disse: «Sei così imponente! Hai un dono per me che sono piccino?».
Il Tempo si chino’  su di lui e, sussurrando poche parole, gli regalò così tanta allegria che il piccolo si allontanò mostrando a tutti grandi sorrisi. 
Allora andò un giovane di bell’aspetto, forte e vigoroso e così parlò :«Cosa puoi offrirmi giunto a metà del mio cammino?». 
Il Tempo lo guardò con orgoglio e donò al giovane uomo la speranza,  i sogni, ma anche le paure e i timori. Il giovane, un po’ dubbioso, senza dire una parola se ne andò. 
Fu allora che un vecchio, trascinandosi appoggiato  al suo bastone, si avvicinò al Tempo lentamente e si fermò senza dire alcuna parola. 
Il Tempo, abituato a ricevere tante domande, fece caso a quell’uomo che stava in silenzio a guardarlo.
Rivolse verso di lui lo sguardo e gli disse: «Non hai nulla da chiedermi?».
Il vecchio rispose: «Giunsi al tuo cospetto e furono tanti i doni che ebbi da te ma tra quelli non trovai il più importante».
«Mio caro vecchio amico» disse il Tempo con un sorriso, « se ti avessi dato allora ciò che possiedi adesso,  non saresti più ritornato da me».

 

                                                                                         Silvana Iuculano Lo Mascolo

 


Il vecchio albero e la bambina gentile

 

Un vecchio albero si lamentava notte e giorno della sua solitudine. Appariva triste e sofferente e il suo tronco secolare mostrava dappertutto solchi profondi e aridi. 

Trascorreva le giornate a fissare la stessa panchina di sempre, proprio di fronte a lui, ripensando al tempo trascorso in allegria quando condivideva con grandi e piccini, seduti a far due chiacchiere, storie e avventure: quelli sì che erano bei momenti!

Con il passar degli anni, immerso nel silenzio l’albero si rattristava sempre di più.

Il tempo delle grida festose dei bambini che giocavano a rincorrersi erano divenute un bel ricordo, un ricordo lontano a cui il vecchio albero ripensava con nostalgia.

Ma una mattina soleggiata e tiepida accadde qualcosa di inaspettato: una bambina, passando di là, si fermò davanti a lui e, rimasta colpita da quell’ aspetto tanto affranto,  decise di posarvi le sue piccoli mani con tocco delicato.

Il vecchio albero sembrava immerso in un sonno profondo e, poiché non interagiva con nessuno da tanto tempo, fece molta fatica a risvegliarsi; con suo enorme stupore si accorse di quella bambina e provò una bellissima sensazione. 

Grandi gocce scesero lungo il tronco, le quali irrorarono velocemente la sua corteccia: erano le lacrime di gioia del vecchio albero.

Da quel giorno la bambina andò spesso a salutare il suo buon vecchio amico che, grazie all’affetto ricevuto, riprese vigore e forza vitale.   

 

 Silvana Iuculano Lo Mascolo 

 


Non lasciarmi andare via

 

Stringimi le mani 

per donarmi sicurezza.

Asciuga le mie lacrime

per tornare a sorridere insieme.

Abbracciami forte

per trovare consolazione.

Guardami con tenerezza

per non lasciarmi andare via.

 

Silvana Iuculano Lo Mascolo


 

 

Pace

 

Il mento posato sul palmo

Lo sguardo immerso nell’infinito

Le pieghe vibranti al suono di orecchiabili melodie annunciano il riposo, la tranquillità, la pace.

E i pensieri si sciolgono nel fluido universale.

 

 

Silvana Iuculano Lo Mascolo


Notte

 

 

Cercando l’oblio della notte,

sospesi respiri e battiti,

null’altro che il tuo giogo videro di te i miei pensieri.

Distesa su una lama d’acciaio,

immersa nel silenzio e avvolta nell’oscurità,

indifferente alla mia sofferenza mi appari

e del tuo godimento malvagio non farne beltà,

poiché ciò che tu sei smarrimento o volubilità o dominio non giacciono in me

e di quell’unica certezza  rivelata ora l’anima mia proclama a gran voce

di volerti finalmente piegata

alla mia volontà.

 

Silvana Iuculano Lo Mascolo


 

Il sogno di Hopper

 

Preso dal solito pensiero che lo accompagnava ormai quotidianamente da un po’ di tempo, Hopper si mise a girovagare in lungo e in largo senza una meta quando, all’improvviso, scorse, immerso nella folta vegetazione, un campo di atletica leggera.

Si appoggiò con estrema delicatezza sulla sporgenza di un tronco cavo, che si rifletteva sulle acque ferme di un laghetto, quasi a non voler far percepire da alcuno la propria presenza.

Girò la testa e lanciò una lunga occhiata in direzione di quel campo sportivo.

Guardava accuratamente da destra a sinistra e viceversa per una, due, tre volte per non dimenticare nulla e fissare nella mente quello spettacolo, senza tralasciare nessun particolare.

Guardava ammirato e pensò che sarebbe stato meraviglioso poter gareggiare in quel luogo, poter correre e saltare… vivere la magia delle gare.

Cominciava a sentirsi strano; mille pensieri riempivano la sua testa e fu pervaso dal desiderio di muoversi velocemente, partire di scatto, allungarsi.

Si soffermò a fissare la sua zampa. Era pensieroso, ma la sua intenzione era di muoverla ad ogni costo. Sapeva che non sarebbe stato facile e che avrebbe avuto bisogno di una grande forza. Si fece coraggio e, preso un lungo respiro, la allungò lentamente, ripetendo l’esercizio per un paio di volte. Fu così che decise di togliere la fasciatura.

Impaziente e desideroso di affrettare i tempi, si accorse che tra l’erbetta del campo sbucava una piccola pietra scheggiata e pensò che con essa avrebbe potuto con un sol colpo lacerarla con facilità.

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Afferrò con la mandibola la pietra e, con tutta la forza possibile, tagliò la fascia che, con un gesto fulmineo, lanciò via, lontano da sé; poi, senza attendere oltre, volse lo sguardo verso l’immagine della zampa riflessa sullo specchio d’acqua del laghetto.

“Ce l’ho fatta!”, pensò sorridendo. Si era finalmente liberato delle paure che lo avevano rattristato per troppo tempo. Stava pensando a queste cose, quando sentì il fruscio delle foglie dietro di sé.

“Ci siamo già incontrati?”, domandò un grillo dall’aspetto atletico che, con uno scatto, si era accostato a pochi passi da lui. “Mi chiamo Tomcoach e sono un allenatore!”, proseguì.

“Piacere di conoscerla”, disse prontamente   Hopper, che non capiva ancora come mai quel grillo così atletico gli rivolgesse la parola.

“Ti ho osservato e ho visto nei tuoi occhi una luce profonda, la volontà di realizzare grandi cose, ma so anche che hai mille domande a cui non sai dare delle risposte.”

Hopper prese coraggio e cominciò a parlargli della sua passione per lo sport e a

fare domande sull’ atletica leggera e su alcune specialità, in particolare sul salto in lungo.  

“Scopo del gioco è percorrere una determinata distanza nel minor tempo possibile”, spiegò Tomcoach con voce pacata e decisa.

“Deve essere emozionante!”, esclamò Hopper con un’espressione radiosa negli occhi.

“Ragazzo, se sei interessato a questo sport, posso allenarti!”, propose Tomcoach e poi proseguì: “Devi correre e saltare in quella buca di sabbia. Accelera fino al raggiungimento della massima velocità”. Poi con una pietra marcò il punto di stacco scavando la sabbia e spinse da dietro Hopper, che fece il passo in avanti e spiccò il salto.


 

 Al primo sguardo


Fu l’Inferno e il Paradiso
poiché dal bagliore del fuoco ardente
consumati alla vita nuova 
i corpi inconsapevoli
alle sconosciute carezze 
furono colpiti.
Oh vergognosi corpi, custodi della bellezza del Creatore, che 
di placate auree vesti 
richiamarvi  alle offese volle
porre rimedio
non offendere con implacabili
tocchi

 

Silvana Iuculano Lo Mascolo


 

 Filastrocca ballerina

Suona suona il campanello
Gira gira quel tornello
Chiama chiama tuo fratello
Mentre spinge il suo carrello.

Girotondo dei bambini
Saltan piano dai lettini
Se  li cerchi e son nascosti
Cambia il giro  e cambia i posti.

Un balletto sembrerà
Tutto in tondo si farà.

 

Silvana Iuculano Lo Mascolo


 

 Il galletto a mezzodì

 

Il galletto a mezzodì

si è svegliato e fa chicchirichì.

Non è affatto infastidito

se ha sbagliato ora  e rito.

Le galline qua e là

non fan caso al suo cantar.

E’ emotivo ognun lo sa,

manda un soffio e se ne va.

Tenta il volo l’impettito.

Pronto e abile nell’ assetto,  

fiero e altèro nell’aspetto.

Diventar un gran bel cigno

è il suo sogno nel cassetto.

 

Silvana Iuculano Lo Mascolo


 

 Notte

 

Cercando l’oblio della notte,

sospesi respiri e battiti,

null’altro che il tuo giogo videro di te i miei pensieri.

Distesa su una lama d’acciaio,

immersa nel silenzio e avvolta nell’oscurità,

indifferente alla mia sofferenza mi appari

e del tuo godimento malvagio non farne beltà,

poiché ciò che tu sei smarrimento o volubilità o dominio non giacciono in me

e di quell’unica certezza  rivelata ora l’anima mia proclama a gran voce

di volerti finalmente piegata

alla mia volontà.

 

Silvana Iuculano Lo Mascolo


 

Pace

 

Il mento posato sul palmo

Lo sguardo immerso nell’infinito

Le pieghe vibranti al suono di orecchiabili melodie annunciano il riposo, la tranquillità, la pace.

E i pensieri si sciolgono nel fluido universale.

 

Silvana Iuculano Lo Mascolo


 

Quando arriva il dolore 



Quando arriva il dolore
delle parole non dette,
degli sguardi gelidi,
delle carezze mancate…
ecco arrivare la solitudine.
I pensieri si aggrovigliano
attorno a un sogno passato
che trattiene lacrime e singhiozzi.
Liberarsi dalle catene del pianto
diventa un’ ardua conquista.
Amica solitudine, abbraccia la mia esistenza.

                              Silvana Iuculano Lo Mascolo


Caro papà


Imparai la dolcezza toccando le tue mani forti
Conobbi la tenerezza guardando il tuo sguardo severo
Affrontai la vita quando mi lasciasti andare.

Ho ritrovato i sogni nei tuoi sogni
Ho conosciuto il sacrificio nel sudore della tua fronte
Il tuo sorriso nel mio sorriso.

Nulla potrà mai portare all’ oblio 
la bellezza dell’uomo che eri.

                            Silvana Iuculano Lo Mascolo


 

A Te, Vita nascente



Forza vibrante che lenta prendi vita
non so riconoscerti ancora nella bellezza 
del creato e nell’ agire fantasioso che scatena ebbrezza ed euforia.
Giusto di quel tremolar di battiti vivificanti
sei regnante imperiosa per piccoli esseri a cui il tuo timido sguardo
spiana di stupore e meraviglie 
un nome e quel nome soltanto.
Sforzandoti di non turbarne la purezza
ne proteggerai la vitale energia. 

                               Silvana Iuculano Lo Mascolo


 

Quando arriva il dolore 



Quando arriva il dolore
delle parole non dette,
degli sguardi gelidi,
delle carezze mancate…
ecco arrivare la solitudine.
I pensieri si aggrovigliano
attorno a un sogno passato
che trattiene lacrime e singhiozzi.
Liberarsi dalle catene del pianto
diventa un’ ardua conquista.
Amica solitudine, abbraccia la mia esistenza.

                              Silvana Iuculano Lo Mascolo


Caro papà



Imparai la dolcezza toccando le tue mani forti
Conobbi la tenerezza guardando il tuo sguardo severo
Affrontai la vita quando mi lasciasti andare.

Ho ritrovato i sogni nei tuoi sogni
Ho conosciuto il sacrificio nel sudore della tua fronte
Il tuo sorriso nel mio sorriso.

Nulla potrà mai portare all’ oblio 
la bellezza dell’uomo che eri.

                            Silvana Iuculano Lo Mascolo


A Te, Vita nascente



Forza vibrante che lenta prendi vita
non so riconoscerti ancora nella bellezza 
del creato e nell’ agire fantasioso che scatena ebbrezza ed euforia.
Giusto di quel tremolar di battiti vivificanti
sei regnante imperiosa per piccoli esseri a cui il tuo timido sguardo
spiana di stupore e meraviglie 
un nome e quel nome soltanto.
Sforzandoti di non turbarne la purezza
ne proteggerai la vitale energia. 

                               Silvana Iuculano Lo Mascolo