Robot

 

Esce un filo di ruggine

Dalla tua voce

Richiamo della malattia che sei

 

Beatamente ti osservo

E odo le tue metalliche parole

 

Assomigli a nessuno

E a me, la diversità

Ha sempre compiaciuto.



Nidaba

 

Il motore che si spengeva

Uno sguardo

Che trapelava precipitazioni

 

Parole incomprensibili

Mutavano in lacrime

Di chi ascoltava

 

Una carezza

Il vagito del motore

Una porta sbattuta delicatamente

 

Una targa in lontananza.


 

Ipa

 

Le birre tracannate

I venerdì sera

Mi ricordano

 

I fondi di bottiglia

Che porti agli occhi

-vorrei sentirmi te-

 

Annegherei

In quelle lacrime di luppolo

Per fondermi

 

(anche solo per una volta)

Con la tua ubriacatezza