Poesie
Robot
Esce un filo di ruggine
Dalla tua voce
Richiamo della malattia che sei
Beatamente ti osservo
E odo le tue metalliche parole
Assomigli a nessuno
E a me, la diversità
Ha sempre compiaciuto.
Nidaba
Il motore che si spengeva
Uno sguardo
Che trapelava precipitazioni
Parole incomprensibili
Mutavano in lacrime
Di chi ascoltava
Una carezza
Il vagito del motore
Una porta sbattuta delicatamente
Una targa in lontananza.
Ipa
Le birre tracannate
I venerdì sera
Mi ricordano
I fondi di bottiglia
Che porti agli occhi
-vorrei sentirmi te-
Annegherei
In quelle lacrime di luppolo
Per fondermi
(anche solo per una volta)
Con la tua ubriacatezza