Come un torrente

Lì sui monti nasce dalla sorgente
l’instancabile ed esuberante torrente,
che impetuosamente scende a valle
con le sue fresche e limpide acque,
gettandosi infine in un fiume talvolta placido,
tal altra inquieto e potente.
Tanti ostacoli lungo il percorso,
li supera cambiando il decorso,
così nascono splendide spumeggianti cascate;
è l’acqua che si diverte saltando giù da dirupi
attraverso boschi, foreste e i luoghi più impervi e cupi.
Ma quando il fiume si ingrossa fa paura,
fuoriesce dagli argini artificiali e semina sventura.
La colpa non è sua ma di chi cerca sempre
di contenere la sterminata forza della Natura.
Così è la vita, come un torrente,
dapprima semplice e impertinente,
poi sempre più complicata,
a tratti piena e felice, a tratti triste e svuotata.
Scendere a continui compromessi
mina autostima e fiducia in sé stessi
e l’insoddisfazione più pura
è come un fiume in piena e fa paura.
Quelle che un tempo erano acque dolci e chiare
diventano sempre più nere nel loro avanzare,
inquinate, deturpate, private della loro libertà,
scorrono,
corrono veloci senza pietà.
Lo scopo finale è semplicemente arrivare,
fondere il dolce con il sale,
trovar quiete e riposo nell’immensità del mare.


 

Nel tempo

Scrivi del tempo, perché troppo ne hai sprecato,
rincorrendo sogni, speranze e desideri.
Ricordi quei giorni in cui ridevi? Ricordi com’eri?
Istanti di felicità passati inosservati
riaffiorano alla mente. No, non li avevi dimenticati.
Era bello desiderare, sperare, sognare,
credere che tutto si potesse realizzare.
Volevi cambiare il mondo, renderlo un posto migliore
e invece, anno dopo anno, ti si è pietrificato il cuore…
qualsiasi traguardo ti sembrava raggiungibile,
ma, ad un tratto, hai cominciato a vedere tutto nero e impossibile.
Aiuto, aiuto, aiuto! Questo avresti voluto gridare al mondo,
ma tutto scorreva veloce, nessuno aveva mai un secondo…
Fingere di stare bene richiede una grande forza
e ti consuma, ti sfinisce come una lunga corsa.
Cara amica mia, cerca di ritrovare la perduta energia
e rivivrai ancora dei vent’anni la magia.
Pensa che è dietro l’angolo la felicità!
Non abbatterti, credi in te e ritrova la tua vitalità.
Aggrappati a tutto ciò che ami quando sarai lassù;
sarà l’unico motivo per cui non vorrai più buttarti giù.
Tornare indietro nel tempo non è in nostro potere,
è l’unico viaggio che non possiamo fare.
Accettare il passato e lasciarlo andare è parte della soluzione.
Imparare dagli sbagli è il primo passo per la tua vera rivoluzione.
Ma se, per assurdo, si potesse tornare indietro, un giorno
ti direi di stare attenta a chi ti sta intorno.
Ti direi di goderti la vita fino in fondo,
perché è per questo che sei venuta al mondo!
Non sei nata per disperarti e per soffrire,
ma per vivere, amare e gioire!
Un’ultima cosa che, senza dubbio, ti direi:
“Difenditi come puoi quando devi, ma resta sempre chi sei.
Quando senti un grosso peso addosso e la vita che ti pressa,
credi in te e resta sempre te stessa.
Avrai il mondo ai tuoi piedi e non sulle tue spalle,
non sarai più stanca ma caccerai le balle.
E arriverà quel giorno in cui sarai talmente in alto,
in cui finalmente spiccherai il volo dopo un grande salto”


 

Terremoto

Ognuno piange a modo suo, alcuni scrivono…
Arriva all’improvviso il terremoto
e, in un attimo, impotenza e paura seguono alla scossa ed al boato.
Sei lì immobile e non sai che fare, o dove andare e come uscire,
tutta la vita ti passa davanti e speri che la scossa possa al più presto finire;
ma, anche se dura pochi secondi, ti sembrerà sempre un’eternità,
perché il tempo scorre lento in questi momenti, ecco la verità.
E tutte le belle lezioni su come e dove posizionarsi vanno a farsi benedire,
perché, in quel momento, tu pensi solo ad una cosa: fuggire!
Ma non sai cosa prendere prima, non sai cosa possa servire,
l’impulso immediato è arraffare qualcosa e far presto ad uscire.
Ti senti come un topo in trappola, soprattutto se sei ai piani alti,
perché sai che non puoi cavartela con due semplici salti.
Ti hanno insegnato che non bisogna prendere scale o ascensore, né andare sui balconi
e, come consigli, niente da dire, sono tutti buoni!
Ma allora in questo frangente che si fa?
Ti metti sotto al letto, sotto al tavolo o sotto al sofà…
Io non ho fatto niente di tutto questo;
mi sono paralizzata per la paura, ma ho realizzato molto presto.
Bisognava andar via, scendere in strada, mettersi in salvo insieme agli altri.
La parola d’ordine è fare presto ed essere scaltri.
Sono passati diversi minuti dopo la scossa,
sapevo di dovermi dare una mossa,
ma avevo i miei amatissimi gatti da recuperare,
senza di loro non potevo andare…
Ed eccoci ad affrontare in macchina la prima notte,
non chiudi occhio e al mattino hai tutte le ossa rotte!
Poco dopo, la terra sotto ai piedi torna ancora a tremare
e, a stento, crediamo a quel che restiamo a guardare.
Le nostre case sicure, i nostri palazzi iniziano a tremare come fuscelli,
urla e rumori di vetri, come fossero cristalli.
La scena è stata impressionante e non la riesco a dimenticare,
se ci ripenso sono io che torno a tremare.
Le notti successive, ancora fuori casa, in sistemazioni di fortuna,
con la speranza di riposare almeno fino all’una,
perché è quando si è inermi, nel bel mezzo della notte,
che arriva la paura di un’altra scossa forte.
Speri con tutta l’anima e il cuore che la terra non tremi più,
però non puoi fare a meno di controllare a tutte le ore il sito di INGV.
Vorresti che tutto tornasse come prima, alla normalità,
ma ci vuol tempo, una buona dose di coraggio e tanta volontà.
Perché il terremoto fa paura, distrugge e se non lo fa, fa sempre danni,
ti lacera dentro, ti lascia un marchio indelebile anche a distanza di anni.
Il terremoto mi fa continuamente pensare a quanto siamo piccoli ed insignificanti
di fronte alla straordinaria e immensa potenza della Natura.
Il terremoto genera paura anche quando non c’è,
perché, quando tutto sembra passato, è sempre lì con te.
Anche un minimo rumore o il tremolìo più piccolino
ci fanno sussultare perché siam tesi come corde di violino.
Poco fa ho avvertito un’altra scossa,
ma “è normale” dicono, perché siamo in zona rossa.
Dormo (si fa per dire!) vestita e col fischietto al collo,
non riesco a tenere più niente sotto controllo.
Negli occhi ho sempre le immagini di S. Giuliano, L’Aquila e Amatrice
e il loro ricordo mi rende spaventosamente infelice,
perché, purtroppo, esiste un nesso,
ed è che potrebbe di nuovo accadere quel che è già successo.
Cara cara Terra mia, tu tremi…
ma io tremo più di te…tutto il tempo…
A volte non capisco se a tremare sei tu o sono io,
poi alzo gli occhi e penso che lo sa soltanto Dio
che a tremare sono solo io!
Cara cara Terra mia, calmati, riposa…
ho avuto così tanta paura da diventare coraggiosa…