PARAVIA

Veniva dal mare

sapeva amare,

niente paura

solo in pianura,

neppure in paese

forse in attesa.

Per gioco era

il capitan Barbera,

e la gente del porto

non era temuta

nei giudizi e di fatto.

Non sono un signore diceva

e quasi niente voleva,

solo ascoltare

chi come lui sapeva volare.


 

IL RE DELLE BENDE

Non ci son vinti, né vincitori,

il giuoco dei pochi sognatori.

Il re sa bene il fatto suo prossimo,

il suo paese immerso negli ori.

La sua ricchezza stipata,

dai volti è due volte migliorata,

ci sia mai voluto entrare,

nella sua figura dal tempo rialzata.

Sempre sani i figliocci divini,

buttati tra i rami dai colti vini;

è il tempo di parlare a gran voce,

i desideri di sporchi suini.

“Che la fine sia triste o meno,

non sono io a inventar il treno,

che se mai arrivasse il tempo,

in Germania tra i banchi di fieno.”


 

INTRINSECA INCLINAZIONE

Come si fa ai bambini

quelli ancora equivoci,

nei fascisti toni

obbligano a dividerci.

La quantità delle relazioni,

riprendiamo il concetto

escludiamo l’eccetto

e proponiamo soluzioni.

Si guarda nel vuoto

con un principio d’animo forte,

ella s’accorse

d’esser tirata fuori forse.

Credevo seriamente il meglio

perché la fiducia era migliore;

ora l’astrazione peggiore

rivela un falso spirito d’onore.

Ancora giudica la vendetta,

come qualcosa di fretta

gli dia gentilezza

e il petto rasserenizzi.