Il viaggio

 

L’uomo camminava lento

La strada sempre più angusta

La mano sulla verga

Fremente ai ricordi

Andava sempre più erto

Dove la notte regnava

A un crepuscolo in festa

Di tamburelli e canti e risa.


 

 Il mare

 

Fulgide chiome

Rubate dal vento.

Gocce di pioggia

Nel grembo riempito e

Dal sol partorito.

Porti di marinai e ire funeste.

Abbracci di amanti e

Orfani attese.

Regno sovrano e

Tavole empie.

Sirene e lusinghe

Dai mille colori.


 

 L’attesa

 

È sera

Fuori piove

Arrivano ovattati

I rumori del mondo

Tranne me.

È sera

Il tintinnio insistente

Riempie l’attesa

Ma avaro nel petto.

È sera

Le porte si aprono

A suoni distinti

Lasciando fuori tutto

Tranne te.