RACCONTO EDITO DALLA CASA EDITRICE KIMERIK SU “AMORE&PSICHE

LA DAMA BIANCA

In quella camera da letto, nascosta sotto le lenzuola color azzurro cielo, la ragazza di appena 16 anni cercava di conversare con la sua giovane mamma.
Tutto intorno c’era disordine e sembrava che qualcuno si fosse messo a rovistare nell’armadio e nei cassetti. Aurora Giudice era minuta, dall’aspetto esile, alta, un bellissimo sorriso. I suoi capelli castani le incorniciavano il viso un po’ pallido e due occhi da cerbiatta la rendevano irresistibile.
La madre era appena tornata da un viaggio: era stata fuori per circa 20 giorni e la sua figliola era rimasta con il padre. La famiglia era benestante e conduceva una vita apparentemente tranquilla.
Quel giorno Pamela, nel tornare a casa, aveva notato che qualcosa non andava e, pensierosa, si era seduta sul letto accanto alla figlia.
“Aurora, ti vedo strana che ti succede?”
“Non lo so mamma. Mi sento un po’ stanca”
“Forse hai la febbre, aspetta prendo il termometro”
La madre si alzò e si diresse verso il bagno dove conservava la cassetta dei medicinali. Prese il termometro e lo mise sotto il braccio della figlia.
“Non hai la febbre” le disse, dopo qualche minuto
“Ti fa male qualcosa?”
“Si veramente ho in po’ di mal di pancia”
“Forse hai mangiato troppe caramelle”
“Si forse”, rispose la figlia guardando la madre, con sofferenza.
Pamela si alzò: era bellissima con il suo tailleur bianco; alta con i capelli ricci raccolti color mogano e i suoi magnetici occhi verdi. Aveva 40 anni ed era impiegata in una pubblica amministrazione
Pamela, dopo essersi cambiata cominciò a disfare la valigia, mentre Aurora si era riaddormentata. Il marito Vinci era sempre fuori per lavoro e le due donne erano spesso da sole.
“Mamma, mamma”Sentì gridare la donna
Si precipitò verso la camera e vide la figlia che vomitava sul letto
“Aurora, ma che hai?”
Pamela aveva capito e, dopo aver cambiato le lenzuola ed accompagnata la figlia al bagno, prese una sedia, la mise davanti al letto e rivolgendosi alla ragazza disse
“Ti e’ tornato il ciclo?”
“No mamma , ho un ritardo”
“Un ritardo? Di quanti giorni?”
“Più di dieci”
“Come più di dieci?”
“Hai avuto rapporti con il tuo ragazzo?”
Pamela era al corrente che la figlia frequentava Sebastian, un ragazzo piu’ grande di lei di 8 anni del quale era molto innamorata.
“SI ho avuto rapporti”
“Allora sei incinta” disse la madre.
Si recò in farmacia e riportò il test di gravidanza .
“Positivo”
Aurora Giudice di appena 16 anni aspettava un bambino e Pamela si era sentita mancare per lo shock.
Non sapeva come dirlo al marito, perchè era molto severo, ma tornando in sè disse:
“Va bene Aurora lo affrontiamo meglio questa realtà che una malattia”
La ragazza era sconvolta e continuava a chiedere alla madre cosa le sarebbe accaduto
“Mamma, vai a parlare con Sebastian”
“Ti prego mamma , aiutami”
“Certo che ti aiuto, sono tua madre, e, qualsiasi cosa dovesse accadere sarò al tuo fianco.
Sebastian, Pamela ed Aurora si incontrarono vicino al parco degli acquedotti e parlarono a lungo, Il ragazzo voleva il bimbo e si sarebbe assunto tutte le responsabilità ma non lavorava, era povero e non era in grado di vedersela da solo.
Vinci se l’era presa con la moglie e l’aveva accusata di non aver vigilato sulla figlia
“Che cazzo di madre sei?”
“Che vergogna, con che faccia lo dico ai miei parenti, ai miei colleghi, ai miei amici”
“Che c’entrano i parenti, i colleghi, gli amici? e’ nostra figlia e deve essere protetta”

“Tu sei una pazza.”
Passarono diversi giorni e una mattina tutti e tre si recarono al policlinico con un piccolo trolley. Vinci aveva preso un appuntamento tramite una sua amica dottoressa per far abortire Aurora. Erano arrivati verso le 9 e si erano seduti su una panca, in attesa della visita.
Aurora era nervosa, le sue mani affusolate tremavamo e il suo viso sembrava trasparente per quanto era pallido.
“Mamma io non voglio abortire” disse
“Ma che dici” ribattè il padre
“Non lo puoi tenere, sei troppo piccola e il tuo ragazzo e’ un debosciato”
Si era venuti a sapere, infatti, che Sebastian era una vittima della Dama Bianca, ovvero la cocaina, ne faceva uso e la spacciava.
Al momento della visita la dottoressa riferì che era troppo tardi per intervenire avendo la ragazza superato i tre mesi di gestazione e fu a quel punto che Pamela prese per mano la figlia e disse
“Andiamo a casa, il Signore vuole che questo bimbo venga alla luce e noi ti saremo vicino.”

Nacque Tomas al quale venne messo il cognome Giudice, forse per tutelarlo.
Sebastian andò ad abitare con loro e Pamela si occupava del bimbo quando poteva-.
La donna, tornata dal lavoro, trovò delle buste nere della spazzatura fuori dalla porta
“Aurora sono da buttare quelle buste?”
“No mamma, sono i vestiti di Sebastian”
“Perchè sono li’?”
“L’ho cacciato via”
“Cosa? e perchè?”
“L’ho scoperto con la Dama Bianca vicino a Tomas ed io questo non lo posso permettere.”
“Deve scomparire dalla nostra vita, per sempre”
Infatti la ragazza, qualche ora prima, aveva lasciato il bimbo di 4 mesi che dormiva nella sua culla e si era recata al mercato rionale. Sebastian era rimasto con il bimbo, ma era molto agitato e nervoso. Seduto vicino alla culletta aveva cominciato a pippare cocaina e nel giro di pochi minuti era diventato uno straccio. I suoi occhi erano di fuoco, la tachicardia non lo faceva respirare ed aveva cominciato a dare di matto.
Aurora, nonostante tutto era di una calma incredibile, ferma e decisa.
Con il suo bimbo tra le braccia camminava avanti e indietro per il corridoio rivolgendosi alla madre.
“Non e’ bastato l’amore mio e del bambino per farlo cambiare, mamma, ho fatto di tutto per farlo smettere. La cocaina gli sta bruciando i neuroni del cervello , sta diventando aggressivo ed io comincio ad avere paura di lui.
E’ anche convinto che l’uso creativo della dama bianca è sicuro ma non capisce che non è cosi e che anche piccoli quantitativi possono avere conseguenze disastrose e causare anche una morte improvvisa.”
“Io devo proteggere mio figlio, mamma”
Pamela era inerme, non sapeva cosa dire ma era ammirata dal comportamento della sua giovanissima figlia.
Aveva avuto il coraggio di mettere al primo posto la sua creatura e stava rinunciando al suo grande amore.
Fuori dal portone di sentivano dei rumori, Aurora andò ad aprire con Tomas tra le braccia. Sebastian era intento a portare via le buste. I due si guardarono negli occhi e la ragazza chiuse la porta dietro di se con un grande dolore nel cuore.
Il ragazzo scese le scale barcollando; parlava da solo e imprecava contro Aurora.
Seguirono tanti avvenimenti disastrosi ma Aurora non tornò mai indietro nella sua decisione, Sebastian non li cercò’ più soggiogato dall’affascinante Dama Bianca che era riuscita a fargli dimenticare anche suo figlio e con la quale avrebbe condiviso il suo futuro.


POESIA INEDITA

LEI

Un giorno
Si accorse
Di lei.
Misteriosa, sconosciuta,
Inattaccabile,
Stranamente imprevedibile.
Voleva conoscerla, ammirarla,
Scoprirla
Ma era impossibile.
Lei prese il sopravvento
Sul suo fisico
Possente.
Lui lottò caparbiamente
Ma lei non ebbe pietà
E cominciò a
Demolirlo
lentamente
Disintegrando ogni parte
Del suo fisico
Possente
E quando le sue forze
Venero a mancare
E la sua mente
A vacillare,
Con una lucidità parziale,
Capì che non poteva vincere
Contro di lei
“Malattia Rara”