Munus II

Ascolti mai il rumore del silenzio?
Il martello delle cicale
nella calura estiva
è uno di quelli;
lo sciabordio delle onde del mare
o il crepitio delle foglie
d’autunno:
quando fermi il passo
s’interrompe il silenzio…
Bimbo, non venirmi vicino
non voglio che scorgi il dolore
non voglio che vedi in me
il lato oscuro di questa terra,
la metà nera della luna.
Meglio che ti perdi
nella favola delle maree
che la vede misteriosa protagonista
e stasera magari vedrai una lucciola,
magica lanterna
nel buio di questa campagna
e riempirà i tuoi occhi assetati
di polvere di stelle!
Sai?
La tua anima innocente
è così vicina a quella dei poeti!

 

 

 

Getsemani

Rami d’ulivo ricurvi
coperti d’argento,
cangianti gocce di rugiada
al sole:
verdi lamelle di felicità.
Stillano i frutti
generosi e vibranti
e spargono odore i raccolti
poetici ricavi
di una natura
ancora pura.
Oh pane,
ne proverai per primo il tocco!
La sua vellutata carezza conduce
nella crosta
la pungente dolcezza
e io godrò
del vostro amore inconfutabile,
eterno,
irrinunciabile dono
oro d’inverno!

 

 

 

Lettera a T

La tua dolcezza fa riflettere
caro amico, mia nuvola di lana
bianca: in tempi di amore snaturato,
triste o annoiato, vissuto per dovere
oppure malato, spesso,
troppo spesso;
forse noi non lo sappiamo più,
non ne abbiamo più notizia
dell’amore,
l’abbiamo ricoperto di oggetti,
di luci, vestiti e megaschermi,
parcheggiato in pomeriggi
ai centri commerciali,
tutti uguali,
tutti sono tristemente uguali.

Vedi, amico mio,
se si amasse come tu ami
non ci sarebbe bisogno, io credo,
di riempirsi di questo vuoto vorace,
affamato di cuori e di menti
che infondo non amano più.
Il mondo com’è
è un corpo ammalato,
infetto, infettivo,
coltiva terreni inclini al contagio,
dove s’impianta e cresce sicuro
il germe della vacuità.

Vorrei avere la tua pazienza
il tuo modo calmo di affrontar le ore,
la tua infinita tolleranza
nel sopportare il mondo.
Ti osservo muoverti appena
nel tuo respiro profondo:
chissà cosa pensi.
Quello che hai ora ti basta,
ti basta questo momento,
ti basto io,
la mia presenza accanto a te,
il resto non conta o conta poco
grazie, amico mio,
per ciò che m’insegni:
m’insegni a perdonare
ad essere riconoscente
a qualcuno se mi rende felice,
a mostrare la gioia,
la tristezza, l’emozione,
m’insegni a comunicare
a saper aspettare, fidente
attimo dopo attimo
chiedendosi poco o niente.

La purezza del tuo bene è tale
che non concepisci tradimento
sai semplicemente amare,
come ama chi aspetta
senza aspettarsi nulla
chi vuol bene senza domandarsi
se sarà ricambiato:
se anche tu non lo fossi
resteresti qui
in attesa di me.