Nell’ignoto

Non fosti mai cosi infame,

da quando ho assaporato la tua essenza,

la tua distillata presenza.

Non farò il tuo nome,

perche è stato solo un momento

della mia vita andato a male,

senza sapore,

senza senso,

senza nessun assenzio.

La tua voce così sottile

mi pareva ascoltare da lontano,

io non volevo capirti,

poi discesi dal mio e ti presi la mano.

Per caso ti sei avvicinata,

con le tue fauci mi hai

intimidita…

ma alla fine infame te ne sei andata.


La verità

Cos’è la verità,

la semplicità,

la bellezza di un viso,

che risplende nel suo sorriso,

o ahimè è una forma di autoinganno,

di intrusi e osceni

pensieri di trasformazione..

Il corpo cosi innaturale

orrido,

diventa lo scempio

di quella vulnerabilità

esterna che siamo.

Obliare , desiderare

quelle linee cosi perfette

e ormai monotone,

che non ci permettono di discernere

il difetto,

dall,eccesso…

Non c,è più limite ,

freno,

nessun diletto.

Viviam in un mondo senza volti,

che rimpiangere

mi fanno i tempi remoti.

Vissuti dai miei nonni,

in cui la felicità,

era fatta di amore

e di verità…

di un padre stanco dal suo duro lavoro nei campi,

di una madre scalfita dalle mani ruvide,

ma oneste..

di questa vita ama e si te stesso

non diventar il clow di turno

ma ciò che puoi essere

fallo ora e adesso.


A mia sorella

Sei nata cosi piccola e bella,

dispettosa e con il tuo far da monella…

i primi mesi dalla tua culla

ti presi in braccio,

sembravi una bambolina

ma per me eri mia sorella

cosi piccola e bella.

Poi ogni scontro

o litigio per me

era sempre un nuovo

inizio.

Con te era difficile parlare,

perchè per un niente

balzavi di soppiatto.

La tua anima cosi impetuosa,

calda e cosi allo stesso fragile

ti nascondeva dalla tua apparenza

che era solo un arma di difesa.

Per trovare la tua indipendenza

finiti gli studi,

partisti per terre lontane…

Fu amaro quel giorno,

non perchè ti avrei persa

ma solo perchè sentivo

la mia corrente scorrere

sulla riva destra.

Passarono i giorni, poi i mesi,

e gli anni e

tu cara sorella

sei diventata il fiume più grande che avessi mai visto.


La nebbia

Ipocrita tu sei

o calar della nebbia,

che con le tue mani

mi avvolgi come una sottile

stoffa di seta.

Mi confondi,

mentre guardo aldilà del paesaggio

mi fai immaginare segreti nascosti tra pagliuzze di fieno

colline incantate.

Tu feltre sottile di nuvole bianche

discese dal cielo,

tremar mi fai.

Mia amica non sei,

inquietudine e nostalgia

ad un tratto mi pervadono,

lo spirito assonnato si dimena

sopito da tanto candore.

Poi fisso un punto,

e non ti vedo più…

ho perso la rotta,

la mia via maestra.

Io ti chiamo ipocrita,

non per offessa

ma perchè gli errori mi nascondi.