Poesie
Il mare e la riva
Si alza impetuoso il mare
gonfio di schiuma,
in un movimento che infuria
verso la riva,
si schiaccia
e batte senza sosta
come per una rabbia incalzante
che si rinnova.
Così si infrange violento
su pelle fine di sabbia
che scivola via
in trame di risucchio rapido
e profondo di memorie.
Lotta perenne e’ quest’attesa
di una calma
che tuttavia verrà quando,
precipitato il tempo,
onde di lenti respiri
frangeranno in una dolce risacca
questa lunga fila di giorni
della nostra vita.
Mio figlio.
I nostri giorni
pieni di sole di settembre
passano
tra uno scherzo
e un sorriso.
Tu studi
io disegno,
tu parli
io ascolto.
La mia gioia
alla tua compagnia
solare
di questo primo autunno.
Sei adulto e bambino
nelle mie ore
felici
di madre.
Pennellate rosso arancio
ora tingono il cielo,
migrano nuvole nel crepuscolo,
non torneranno più.
Specchi d’acqua.
Liquido gioco di specchi
d’acqua,
fluido oro che cede
al rame
punteggiato
da ciuffi di falaschi.
Argento brunito
all’orizzonte,
e montagne
che, immobili e solenni,
osservano
dove altro gioco d’aria
d’oro puro il cielo
dipinge,
via via più rosso
come l’oro antico.
Viola sono ora le montagne.
Riposa l’anima,
estasi in movimento
verso l’ignoto.
E muore il giorno
su cupole lontane
di fogliame scuro,
alberi, tronchi cavi
ove uccelli e scoiattoli
si apprestano alla notte.
Con l’immaginazione penetrando
quale lama di luce
della boschiva macchia
odo il respiro.