CREPUSCOLO

In quest’ora lieve e vaga

Che alla sera si avvicina,

Che del giorno mi ripaga,

Denso del rumore che inquina

Il pensiero e il calmo approccio

Con il mondo a me d’intorno,

Or mi sento come un coccio,

Duro e fragile fuori dal forno:

Duro per fiera ostinazione

Nel figurarsi ardite mete,

Nell’agitata brama di tenzone

Che cedere non vuole alla quiete;

Fragile pel breve corso di vita

Ché la pratica è ancora modesta,

Ché poca cosa è stata esperita,

Ché ancora il nuovo mi tiene desta.

 

In quest’ora lieve ed incerta,

Quando friniscono piano le foglie

E solo il tremulo vento accerta

Che le cose non siano spoglie

Vestigia dei reami del sogno,

Quando di lenire le mie doglie

Ancora più acuto si fa il bisogno,

Chiusa in un chiostro di case,

Presa in un abbraccio di cristalli,

Là,oltre de’ tetti le cimase,

Figuro ampie vie,rapidi calli,

Strade maestre  di  mia vita futura

Mentre  ad oriente il cielo già s’ oscura.

Aprile 1961

Dalla raccolta “ INCIPIT: PRIME PROVE”


LE PAROLE…

Potessero le parole esser di cera

E de’ miei sentimenti far suggello,

Sì che rivelassero lor natura vera

E fossero a pieno come lor modello.

Ma le parole,ahimè, sono di ferro,

Dal tempo fatte fragili e corrose,
Mai dicono quel che in cuore serro,

Non si piegano alla forza del martello

De’ versi ma si sfaldano,rugginose,

fioche ombre dell’intima mia vita,

Resa alla coscienza,flebile sbiadita.

Dicembre 2009

Dalla raccolta “LUOGHI E STAGIONI DELL’ANIMA”


TRACOTANZA

L’aria acquea d’autunno copre le selle,

Fumiga si innalza vortica,sfida le stelle.

Trema la selva,si spaura;tacita attende

Che si sollevi la coltre che la offende.

Un opaco sudario soffice,stilla e trasuda,

Veste la terra sterile,ormai di fiori nuda.

La nebbia tiranneggia,rapace padrona,

Ruba i colori,spenge le vista,non perdona

Chi non le mostra sua servile reverenza,

Chi,nel cieco incedere, non usa prudenza.

Quel giogo grigio,grave sul collo della terra

Appare fermo,saldo,invincibile per guerra,

Già i dardi del sole approntano la battaglia:

L’ombra nodosa di un castagno si staglia

Sul frusciante prato di foglie rosse arsicce;

Le incombenti nuvole resistono massicce,

Lottano,si compattano,si sciolgono in ciuffi,

Si accapigliano,si separano,ora teneri sbuffi

Di chiaro vapore;la prepotente signora,

Sconfitta abbandona la preda e non ignora

Quale sarà sua sorte:dopo tanta tracotanza

Vaporerà per l’aria,senza alcuna speranza.

Ottobre 2009

 

Dalla raccolta “LUOGHI E STAGIONI DELL’ANIMA”