UNA INDIMENTICABILE STAGIONE.

Colorato di un arancio intenso, quasi fosforescente,
il sole sprofondava all’orizzonte nelle nuvole emergenti.
Eravamo già oltre la metà di ottobre, ed il meraviglioso connubio dell’estate
con un mite autunno ci aveva regalato un stagione fantastica.
Il fresco frizzante del mattino, accompagnato da un caldo giorno,
creava un insieme delizioso, arricchito da un cielo di un azzurro sempre limpidissimo.
Nei campi, i contadini con i trattori cercavano di frantumare le zolle
quasi pietrificate dalla lunga ma non certo dannosa assenza della pioggia.
Le donne più anziane, sedute davanti alla porta delle loro case, godevano della
dolcezza del clima mentre intrecciavano fili di lana per creare indumenti invernali.
Ma l’inverno sembrava una cosa lontana, mentre nugoli di moscerini ubriacati
dal mosto in fermentazione si posavano su qualsiasi superfice bagnata dal futuro vino.
Il caldo tepore del sole al tramonto mi regalava un senso di pace
e di indescrivibile rilassatezza.
Aiutato così dalla benevolenza del clima, avevo ritrovato me stesso,
la mia voglia di vivere, di amare, ma soprattutto la capacità di capire e di
apprezzare adeguatamente tutto quello che natura e vita sanno regalarci.
Forse quelle nuvole erano il primo segno della fine di quella incredibile estate,
ma poco importava; dentro di me era più forte che il calore di quella stupenda ed
indimenticabile stagione.

Stefano 1975.


A D D I O M A M M A .

E’ arrivata la sera in cui San Silvestro chiude l’anno solare,
l’ultimo giorno in cui si esprimono tanti desideri, in cui sperare.

Tanti botti, fuochi, spari, rumori fragorosi,
fanno da cornice alla festa che rende tutti gioiosi.

Non tutti però possono gioire per la tradizionale festa,
stavolta il destino ci ha riservato una serata funesta.

La mia adorata mamma, stanca della giornata di lavoro,
abbandonò l’allegra compagnia per un meritato riposo.

Tenendola sottobraccio l’accompagnai lungo la via gelata,
lontano da me il pensiero che quella notte se ne sarebbe andata.

Mi guardò negli occhi, mi regalò un tenero abbraccio, un sopito sorriso,
addio figlio mio, arrivederci in paradiso.

Stefano 2008.


S E R E N I T A’ .

Un passerotto svolazza felice tra i rami
senza pensieri per il proprio domani.

Il temporale è oramai passato
ed un forte vento le nubi ha cancellato.

Solo qualche macchia bianca, color neve,
ha resistito al vento fattosi ora più lieve.

Dopo il grande caldo me ne sto qua seduto e rilassato
a godermi la fresca brezza che l’atmosfera mi ha regalato.

La mia mente è vuota, sgombra da quei pensieri
che sono da sempre miei compagni giornalieri.

Vorrei potere fermare il tempo
e vivere più a lungo questo dolce momento,

per meglio apprezzare questo insieme speciale,
che la natura generosamente regala ad ogni comune mortale.

Stefano 1988.