Alla Musa

Oh musa trova il tempo
di volgere i tuoi cristallei occhi
a questa umile penna,
il suo sangue ti chiama,
stende per te tappeti incantati
forgiati dallo sciame dei sogni perduti
che solo i tessitori dell’alba
sanno cogliere.
A te Musa porgo
il misterioso calice
forgiato dal corallo del mare.
Trascendiamo vorticosamente noi,
polvere nel vento
scendiamo in picchiata,
buchiamo il fondo
dopo aver assaporato il nettare.
In un lungo abbraccio stringiamoci
per poi sognare
mano nella mano
entrambi sappiamo
di altri presto sarai reclamo.
La frasca erba mi afferra,
l’universo indossa tutti i suoi fuchi.
Stasera per te nostra Musa,
la strada illuminiamo
per te la percorriamo,
mai vagherai sola
mai si desterà sole
senza che il tuo nome
venga urlato.
Ti aspetterò li sotto il cielo
gurdando la luna suonando
una vecchia canzone.


A Praga

Nella scura volta celeste
punteggiata da brillanti lumi
ti mostri.
Tu bella Praga, città dalle mille torri
bianco abito nuziale volteggiante
tra candidi fiocchi di neve.
Sinuosa ti muovi
sfiorata da mille sguardi,
fra le dorate ombre tue complici,
che adornano il flusso
dell’acque materne.
Essenza di donna
fuggevole guidi la meraviglia
fra le tue curve per trascendere,
sussurrare e tremare.
Musa e amante dorata
all’alba ti vesti di colori
per tornare a danzare,
nota labile e malinconica
riverberi nell’anima.
Tra i ponti che uniscono le tue sponde
risuona impavida l’eco del tuo canto,
dall’altra parte sorridi tu cieco miraggio,
silenziosa contraddizzione
semplice meraviglia, mia ignota certezza.


Io in un cantuccio tu nell’universo

Quanto restammo immobili a fissarci
ricordi?
Mostrami qualcosa che mai
potrò conoscere nei tuoi occhi.
Per magia i nostri sorrisi si accesero
ricordi?
Gioco o capriccio,
la grande calamita regolatrice
degli equilibri dell’universo
ci accolse nel suo vortice.
Muovemmo passi decisi l’una verso l’altro
ricordi?
Perso nel tuo sguardo
prima del contatto
il mondo svaniva.
Viva stringesti le mi mani tremolanti
ricordi?
Premetti il mio corpo al tuo
legno caldo freddo acciaio
cromata fluorescenza
che incanto.
Porgesti le tue labbra i velluto al mio orecchio
ricordi?
Sussurrasti ti amo, lasciati amare,
a te dono ogni mio respiro
in pegno il mio soffio vitale.
Caddi in ginocchio gonfio di lacrime
Ricordi?
Baciai il tuo vente perfetto
premetti la fronte contro la tua.
Ci giurammo eterno amore
Ricordi?
Successe che per gioco o capriccio
la grande calamita decise
di farmi sobbalzare
per gioco o capriccio
troppo lontano, ma noi
siamo e ancora esistiamo
Ti amo ricordi?
Sobbalzato oltre oceano
in un paese freddo, ostile
costretto per gioco o per capriccio
all’esilio, orfano del tuo amore
mendicante e peccatore.
Ti amo e promisi ricordi?
Di non dimenticarti, di continuare
a cercarti, tentare di sentirti.
Promisi ricordi?
Bacio ogni gelsomino,
il suo fiore portavi sempre fra i capelli
sorrido a ogni cuccioo d’uomo
tu sorridevi sempre al tu Peter Pan.
Ogni volta che la notte
diventa troppo buia
torno da te perchè
muori di paura.
Ogni volta che riposo il corpo,
divento piccolo e stretto
occupo solo uno spazietto
lasciandomi un vuoto accanto,
io in un cantuccio e tu nell’universo
perchè ti aspetto, ti penso, ti sento, ti amo
e ho promesso ricordi?