1.

sono salita in macchina

c’è odore di fumo di vino

intrisi di voce.

il mio sedile è più liso-tendo a muovermi quando parlo.

il tuo è preciso

nemmeno ti fossi appoggiata senza peso.

non c’è traccia di te

solo l’ombra del tuo respiro sul vetro.

e piccole piume

sottili leggere quasi invisibili,

piccole piume appiccicate ovunque.

vibrano al minimo soffio-mio o dell’aria.

loro vibrano

ed io annuso l’idea di te che hanno trattenuto solo per me.


2.

un teatro sarebbe una bella idea.

mi sa di quel poco di cultura che manca a questa città,

così struggente e tortuosa a volte.

mi piacerebbe recitare con Madame una commedia melodrammatica.

notare il controsenso-sono tutta io un controsenso.

mi va di scrivere in un italiano che non sia se stesso,

che perda parola dopo parola il suo significato e le sue sfumature.

confondere plurale e femminile, maschile e verbi.

quel tuo scialle.

puzza ormai di chiuso

come un prigioniero secolare in una cella senza grata.

il rosso che c’era è diventato nero arido-come in un tuo incubo.

trovare il ragionevole nell’assurdo, dici tu.

eravamo una bella squadra io e te,

con le nostre molteplici personalità a farci compagnia.

bevevo vodka alla liquirizia con un’altra me stessa.

poi, un po’ ubriaca, con lo scialle rosso che cadeva giù dalla spalla ai fianchi,

mi recitavi Catullo. si, Catullo.

pensa se Catullo fosse stato geloso di me invece che

[di quella sgualdrina che ne leggeva i versi mentre si scopava l’amico.

mi sento abbandonata da un’iniziale.

lascia il teatro a chi non sa fare altro che mascherarsi.

tu lascia perdere e trovati un altro bidone dove buttare tutto quello che vuoi,

ma non la commedia melodrammatica che non ho ancora scritto ne recitato.

gli attori non mancano.

manco io e manco io con te.

prendo un vecchio disco di mio padre e lo assaporo.

sento la lingua scorrere sui solchi che anni di puntina hanno scavato.

suona la musica nelle mie vene

senza che si senta dall’esterno,

come se io fossi un grammofono-ma di quelli pregiati, ormai introvabili.

mi nascondo nel luccichio di una lacrima

così il tuo occhio rosso non potrà perforare

i miei legni antichi.


3.

cerca di me.

apri quel quaderno e cerca il mio tocco.

sfoglia le pagine e assapora la mia consistenza sulla punta delle dita.

sfregale.

la delicatezza della mia pelle.

continua a sfogliare.

stendi il viso sopra quei fogli,

chiudi gli occhi e lascia che il mio profumo accarezzi le tue membra

come le dita di un’artista sulle corde tese di un violino.

musica.

musica le mie parole.

suono con la penna i versi di una vita-la mia.

e sfoglia.

una pagina dietro l’altra, sfoglia

lentamente

come a ripiegare delle grandi lenzuola bianche

che la tua bambina si è divertita a macchiare con l’inchiostro.

cerca di me-annusami.

cerca di me-toccami.

cerca di me-osservami.

tutto nei pochi fogli sgualciti di un quaderno.

io sono i miei versi

nel quaderno di una vita-la mia.