A volte

A volte è come gli alberi che radi

dove il vicolo torce nella stessa

oscurità la piena d’un dolore.

Le porte delle case spalancate

bocche di meraviglia, le finestre

occhi socchiusi pieni di pietà.

E lo vedi improvviso che si fa

il chiaro dei paesi illuminati

il vento come insolito che passa.

A volte come latte in un rigagnolo

una strada riverbera che sa

le voci che domandano che danno

l’ultima verità, la più sincera.

E dov’era più fitto finalmente

a vederlo quel fumo che saliva

saliva a farsi in alto indecifrabile

nuvola tra le nuvole più chiare.


Sopra l’erba

Forse un dolore tace questa sera

d’aria tranquilla, l’ultimo paese

ha luci che appassiscono nel sonno

sereno sul riverbero del mare.

E lungo il cielo che rimane accesa

è la scia delle stelle, una velata

asprezza che si scioglie dove un’eco

lontana di lamenti lascia il giorno.

Ritornerà quel sogno non arreso

come la luna, troverà la strada

che si ricorda della soglia scesa

sui gridi dei fanciulli, sopra l’erba.


Ultimo giorno

Che posso dirti che tu già non sai

levato così in alto sopra questa

punta d’un grido mentre scorre il giorno

nelle ore che non sai se aggiunte o tolte?

Che passa in questa rigida sorpresa

che ora t’afferra, quale spola corre

in quest’ultimo giorno avanti e indietro?

Qui dove tutto si restringe a un punto,

a uno scatto che libera il sigillo

del vento che ti porta dove puoi

tu vedere te stesso che cammina,

fa che a un cenno trasecoli, a un bisbiglio

della caverna che ti è entrata in bocca.

Ora se io ti cerco tu non torni

agli occhi solamente, ma mi assali

come trovato d’improvviso al giro

d’un angolo di strade o come il volto

che ti lampeggia conosciuto a un tratto

tra le onde d’una folla e poi scompare.