Ci baciammo in un crine di luna.

Ci baciammo in un crine di luna.
Ci baciammo a crampo di nervature serrate a lucchetto
nel mare scapigliato
elettrizzato dal lampo.
Cavalcammo distanza,
ci toccammo fino a non riconoscere quali fossero le mani e i corpi.
Ci baciammo così forti, infrangibili, imponenti d’onda sulle scogliere.
Si distrussero terre e isole crebbero.
Ci baciammo tra ricami di linee d’acqua
in un brivido di candela infuocata innumerevoli volte
sgocciolavamo tutto il palazzo tutto il nudo, tutto
tutta la vastità, la varietà dei nostri nudi in scie di acquerelli.
Ci baciammo tra ricami di linee d’acqua
ognuna un riflesso
ognuna un altro atto misterioso di presa a noi.
Ci baciammo,
si tagliò il mare dalla spada luccicante
dei nostri nudi corpi sudati nell’orgasmo.
Ci decise la danza che l’impercorribile sarebbe stato attraversato
sopra un riflesso
un ricamo di mare
di una luna ancor più torbida.
Ci baciammo
ballammo cavalli, ciottoli, carogne
carcasse, lupi, galeoni
murene, grotte, terre, orizzonti
gente di ogni parte del mondo.
Andammo nella trance dell’eros che ci trafiggeva, trafficava misture, fragranze
di odori in fremiti, in spasmi, in rapsodie inesorabili di gemiti e grida.
Andammo
costruendo città,villaggi, case e rive:
tornammo a prua, alti quanto il cielo.
Dormimmo con altri occhi
non i miei
non i suoi,
quelli di nessuno
quelli di tutti
in un’unica sinfonia.


Sempre domina senza spada –IL BACIO-

Aspetto i tuoi movimenti di Anaconda
maculati, a scricchiolare le ossa
che saranno solo condotte
per respirare meglio l’ammasso di me.
Spadaccino, preda, cacciatore creatore di Murales,
invocazione al tuo FIOR DI LOTO,
vaso fondo che accoglie l’abisso.
Sento in gola il coito.
Sento a strapiombo venti
vedo strade al mare,
coni di luce
danze invertebrate che spaccano fronti, zolle
altari, templi, tombe.
Vedo cerchi nell’intreccio a curva
nel profilo di elettrica linea funambola.
Si riversano fiotti di strada.
Baci cadono dentro di noi
fanno buco, cratere.
Tagliano il mare
ne fanno galleria.
Un vortice ci attraversa.
Scendono rivoli di fiori,
frastagliano crepe sui muri.
Cade carbone e neve
incenso e nero di china
e ci sguazziamo vertiginosamente.
Cadono eroi, favole, incantesimi
ignoranze.
Cade il mare in noi senza toccare
tutte le nostre sponde.
Cadono stelle, lune.
Cade la postura
la parola mai detta.
Ruota la terra
attorno al primo sole
di questo bacio.
Cade l ‘orologio, il tempo.
Cadono le prigioni le catene di abitudini.
Scende salsedine dal sudore del mio bacio
su terra, cielo, continente.
Come serpente e flauto.
Che di questa natura sei,
di questa natura siamo.
Cade il mio bacio
in fluttuanti correnti marine,
cade il nostro sfogliarsi
e nella natura che siamo…. sempre domina senza spada –IL BACIO-.


Ho sangue rosso e suono la chitarra elettrica.

Madre Natura Grande Silenzio Grande Mistero
pietra e incontaminato vento, Conserva LA TUA Opera Di Natura.
Notte
Suono
Buio.
Ombre voce suono onde
Tocco la notte
non è questa la notte
è oltre, la notte.
Ombre voce
suono onde, tocco.
Non è notte di Ieri di Oggi di Domani, la notte della Vita…
Ho granchi nelle viscere
budella
nei polmoni e pelle
nel respiro
nelle vene
tra mani, dita, capillari e cellule,
chele e chele e chele ancora.
Chele nei miei occhi,
le vedo sempre più Artigliose, agguerrite.
Scompare la pupilla.
Tra poco saranno mangiati questi occhi.
Cade neve a soffio ed è mortaio
cade neve a soffio ed è frastuono
cade neve a soffio ed è frantoio
cade ghiaccio e cristallizza spettri.
Sono il mosto di spettri
Sarò bianco in questa notte
che suda lune marce, equatore a spina dorsale cervicali spezzate, sole artico che scarna,
e solstizio di un Grido Madre Natura lascia il Mistero fare il Suo,
lasciami dormire un riflesso di candela, Proteggi LA TUA OPERA.
Aspetto IL Grande Ascolto, La Grande Voce. LA Gioia.
Notte
suono
buio,
ombre voce
suono onde
tocco ombre dure sgretolando zolle di me.
L’onda, l’orca mi accerchia..non riesco ad arginarlo….
Ogni crimine mi pesta, Cresce l’apnea…
Non mangiarmi Natura
se non riesco a staccare la vena dalle mie note dissonanti.
Ho sangue rosso e suono la chitarra elettrica
ho sangue rosso e suono la chitarra elettrica
ho sangue rosso pesciolini e suono la chitarra elettrica.
Nelle notti Di luna vedrò le costole e gli spettri.
Onde
buio
insonnia
notte che attacca
sale l’incubo l’onda l’orca
IO HO SANGUE ROSSO E SUONO LA CHITARRA ELETTRICA!
Aspetto Il Grande Ascolto, La Grande Voce, La Gioia.