MAREA

Non e’ vero che non ricordo più nulla,

i miei ricordi sono ancora lì,

chiusi nel grigio gomitolo del cervello,

nell’umido letto di sabbia

che si deposita sul fondo del torrente dei pensieri.

Mi basta rimestare in quelle acque e farli riaffiorare,

galleggiare e più diventano visibili e più mi sento soffocare …

e all’improvviso respirare.

Soffro, combatto, risplendo di felicità,

desiderio, dolore, amore, rimpianto, malinconia,

speranza e voglia di volare via, via …

via da ciò che mi nutre e mi distrugge.

Tutto e’ un turbinio di emozioni

che si mescola in un vortice triste e inquieto

che si perde nel suo girare e nel suo vuoto.

Un vuoto fatto di assordante silenzio

dove echeggiano solo i miei vorrei. Vorrei, vorrei …

Vorrei che tu che stai leggendo potessi toccare la mia anima,

tenere tra le braccia il mio cuore, accarezzare la mia chioma,

sfiorare le mie lacrime e sedare le ansie

che vivono nel mare impetuoso dei miei pensieri.

Ed ecco la tempesta, il cielo torturante,

le acque sempre più inquietanti e buie,

la fitta pioggia di stelle che non regge il suo cielo

e cade impotente senza nemmeno chiedere scusa.

Ma nel buio di questa perfetta tempesta

una luce, un volto lontano,

immagine di una barca che naviga

sulle acque di quel mare nero.

Forse tu o forse solo e sempre io.

E ancora quei vorrei, vorrei …

vorrei tenderti la mano, chiederti di salvarmi,

scaldarmi su quella nave del per sempre.

Ma poi di nuovo la tempesta e tu sempre più lontano,

remi verso di me ma non tocchi mai la mia zattera naufragata.

Troppe le onde e la corrente porta via tutto.

A quel punto mi addormento e sorge un altro sole

che non scalderà mai i miei occhi di lacrime salate.

Cosa e’ stato un sogno, un desiderio, un miraggio

o una realtà che non ho voluto afferrare?

Allora aspetto immobile, galleggio ma non nuoto.

Il mare e’ pericoloso e non riesco a fidarmi

anche se lo amo e vorrei che fosse sempre sereno

e che un giorno l’amore che provo per lui

riuscisse a bagnarmi senza farmi sentire freddo.


A LORENZO

Ho ascoltato la voce del tuo cuore dal primo istante

che ho udito il tuo respiro vivere nel mio grembo,

ho toccato i tuoi gesti in ogni istante

della tua meravigliosa crescita,

ho sfiorato il rumore dei tuoi calci

nel silenzio delle notti perse a disegnare il tuo profilo,

ho sofferto quando con i tuoi movimenti

mi hai fatto vivere qualche innocente dolore,

ho trascorso mesi con il solo e unico desiderio

di vedere i contorni del mio amore …

poi un giorno di un freddo ma inebriante gennaio

hai deciso di far invidia al mondo

regalando a tutti la tua vita …

da quel momento ho capito cosa significasse essere investiti

dall’amore unico, immenso, incondizionato e puro.

Quell’amore che senti scorrere nelle vene di un corpo ormai

al solo servizio di colui che posso finalmente chiamare figlio.

Tutto è volto al desiderio di felicità dell’anima che ho generato,

del capolavoro degno di uno dei più famosi artisti.

Le mamme creano opere d’arte il cui valore è inestimabile

e il pubblico è il mondo.

I figli non appartengono alle madri, appartengono alla vita

ma anche se stringono le mani dei loro piccoli solo per un pò,

stringeranno i loro cuori e il loro amore per l’eternità.

Vivo ogni giorno del mio sacrificio

ma la gioia che mi dona il blu che risplende

negli occhi della mia stella

vale ogni gesta che sia faticosa o semplice.

Immensamente tua … immensamente mamma.


CUORE DI SETA

L’odore della terra in cui si nasce è penetrante,

teneramente confortevole,

è qualcosa che mi porterò dietro ad ogni passo

che percorrerò lontano.

Potrei solcare mille oceani, volare in infiniti cieli,

mirare le stelle in ogni notte

ma non riuscirei a dimenticare il calore e il sapore

del luogo ove i miei occhi impauriti

hanno iniziato a guardare il sole.

Tutto mi riporta all’amore, agli affetti,

ai sogni più grandi da cui sono partita.

Anche solo per un istante ricomincio

da quel cielo sempre azzurro,

dal bianco marmo di San Leucio

ove si lavora seta di stirpe reale

che consola lo sguardo in pianura fino al mare,

dal profumo di orti in fiore, quelli di casa hirta,

che si estendono sino al giardino dei re,

dalle voci dei giovani che per strada

giocano sui campi della vita,

ebbri di atavica speranza.

La tormentata essenza del sovrano popolo

vivrà nel per sempre.

Caserta, non cadrai mai nell’oblio,

io con te, tu con me …