Una lucciola per amica e maestra di vita

“Possibile che a dare le dritte giuste ed essenziali alla tua tumultuosa esistenza sia stata una lucciola, conosciuta all’età di tredici anni in un albergo?”.

Questa domanda-riflessione l’ho rivolta, di recente, ad un mio caro amico d’infanzia, che chiamo Elianto, per motivi di privacy.

Sessantenne di bell’aspetto e dalla conversazione piacevole, dalla vita, ha avuto tutto ed anche tante donne, tra inevitabili dolori e gioie.

“Sì- mi ha risposto perentorio- caro Tonino, è proprio così: una lucciola mi ha piacevolmente indicato la strada per vivere bene e rispettare il mio prossimo, in un periodo delicato per un essere umano: dai tredici ai vent’anni!

Incuriosito, nel corso d’una cena tra amici, l’ho pregato di raccontarmi quello che accadde in quel periodo: i fatti si svolsero negli anni Sessanta!

La scena: inizi anni Sessanta, in una bellissima cittadina balneare del profondo Sud!

“ Mio padre- comincia Elianto- in quel periodo, lavorava in un albergo, ove, oltre ai clienti abituali (rappresentanti di commercio d’inverno e famiglie di villeggianti d’estate!), capitavano anche le “lucciole”, cioè belle ragazze con macchina, spesso accompagnate dai cosiddetti “ricottari-protettori”, per intenderci: i lenoni!”..

“La mia Anna, una splendida sicula mora di 27 anni, viaggiava da sola! Appena la vidi la prima volta ( avevo 13 anni,e, per guadagnare qualche “spicciolo”, accompagnavo i clienti in camera!) rimasi letteralmente “folgorato” da tanta bellezza mediterranea.

Aveva un corpo da favola: sembrava una dèa! Chiesi lumi al cuoco dell’ albergo, che, senza mezzi termini (era rozzo, ma tanto, tanto buono e generoso!) mi confidò che era una “puttana”, però di lusso.

Quando non riceveva i clienti, in gran parte professionisti della zona, facevo compagnia ad Anna.

Le riuscii simpatico da subito: le piacevano i miei “inquietanti occhi celesti”, e spesso me li baciava.

Anna, dai 13 ai 20 anni, diventò la mia guida spirituale, e mi fece assaporare, con grazia e tanta dolcezza, i piaceri dell’amore.

Mi diede consigli esistenziali e mi raccontò tutta la sua vita, lastricata di sofferenze ma anche di gioie, seppure fugaci; mi illuminò sull’insondabile animo femminile, e mi riempì di baci passionali (“lo faccio solo a te, amore mio, mi sussurrava nell’orecchio, mordicchiandolo!) quando facevamo l’amore.

Non venne più in albergo, ma continuammo a sentirci telefonicamente per qualche mese.

Mi inviò alcune cartoline dai luoghi ove si recava per “lavorare”; poi, nulla più!

Ricordo che Anna mi fece fare un solenne giuramento, prima di andare via definitivamente:“Devi promettermi, caro amore mio-mi disse con determinazione- che rispetterai tutte le donne che incontrerai nel corso della tua vita!”.

“Qui finisce il racconto, caro Tonino! Le donne? Credimi: ho sempre onorato quel giuramento!”.


 

L’attualissimo decalogo spirituale del grande Eliseo

Eliseo, impose a se stesso un decalogo preciso, già da studente liceale:mantenersi in pace con il proprio spirito; essere prudente;coltivare la forza d’ animo;essere se stesso; evitare le persone rozze, infami e  prepotenti ed ascoltare gli altri!

Predilesse l’ozio creativo, la solitudine intenzionale e la libera riflessione.

Viaggiò instancabilmente e si cibò di mantra, che sono fonemi colmi della vibrazione divina, simili alle esclamazioni pure dei bambini!

Praticò duri esercizi spirituali e, come i mistici,cercò di trovare il passaggio tra cime teologiche invalicabili!

Parlò sempre in nome della fede, con parole che bruciano di verità ed amore!

Si muoveva in una nuvola di profumo, mentre i suoi sogni erano elevati ed alate erano le sue fantasie!

Segugio del suo tempo, ficcò il suo umido muso in tutte le macerie ed i rifiuti della sua epoca, per scovare la verità.

Restò giovane, perché continuò ad imparare ed assumere nuove abitudini e non gli dava fastidio essere contraddetto. Spesso ammoniva:”Dobbiamo fermarci per lasciare che le nostre anime ci raggiungano. E’ necessario sostare per pregare, studiare e dedicare pochi minuti al silenzio e all’esame di coscienza!”.

Costante nelle poche, vere amicizie, fermo nei suoi propositi, libero come un gabbiano, in età matura, trovò la sua “anima gemella fiamma”, con la quale visse, con gioia e tenerezza, fino alla fine dei suoi giorni.

Fu certo d’ aver vissuto bene, perché, anche con la bocca incollata nel fango (soprattutto nella terza età, a causa di grandi problemi familiari!), non perse mai il gusto del Cielo!

Non si lasciò divorare dall’ambizione, né abbrutire dall’ invidia! Sulla sua tomba, ove gradita, avrebbe preferito fosse adagiata, dolcemente e periodicamente, una delicata rosa gialla, pretese la scitta:”Vive ut post vivas!” (“Vivi in modo che, dopo la morte, tu possa vivere ancora!”), come per ammonire:”Coglioni, non vi affannate ad accumular denaro e beni, ma vivete intensamente e fate bene il Bene, affinché non vi gettino nel dimenticatoio e perisca la vostra memoria!”.

Già, la memoria, come quella d’un essere ignobile, considerato dal mitico Eliseo “già morto in vita!,che, nel corso della sua mediocre e grigia esistenza (era un professionista che, per colorare la sua vita, s’era buttato in politica, come altri, nel comprensorio delle “anime idiote”!), aveva soltanto pensato al “dio denaro” e a “ meditar vendette”!

Eliseo, spesso, raccontava, inorridito, di aver visto al cimitero…”gente che,addirittura, sputava sulla sua tomba!”.

Lui ci rimaneva male,e, in un impeto di compassione, andava a pregare sulla tomba di “ quell’essere ignobile”!

Dolce e generoso Eliseo:un angelo tra noi!