Oman

 

Dolce Oman.

Ammaliatore, languido e vagabondo

è il vento che inebria visi felici

estasiati dal silenzio e dall’acqua,

in un abbraccio tenero e pieno di lusinghe.

Case accucciate da possenti madri protettive,

nidi fiabeschi illuminati da mezza luna.

Colori gentili, architetture raffinate, accoglienti,

silenziose custodi di riti antichi,

s’inseriscono nell’incanto della natura arida

lontane da occhi indiscreti.

Spiagge vuote aspettano turisti

desiderosi di vivere i silenzi dell’amore

In un luogo incantato,

indimenticabile, unico, lontano  

dagli affanni della civiltà.

La sera tutto è fiabesco.

Dorme la città illuminata

Inanimata, pulita bella.

Tante luci,

tante finestre chiuse, mute

nascondono  il proprio vissuto.

Lo Sceicco illuminato

ha reso vero l’incanto

di un Paese che vuole crescere.

Anche se ho visto

volti coperti

occhi meravigliati, contenuti,

di una civiltà  lontana, diversa.


Il Battello

 

Folle di emozioni galleggiano

su un tappeto di risate,

mentre  l’azzurro correre

inghiotte la solitudine

dell’uomo  smartphone.

Intanto, qualcuno,

nel battello,

dal suo finito,

vive in silenzio,

con l’allegria nell’anima…La Bellezza.

L’acqua, il sole, il vento,

liberi, spensierati, imprevedibili,

diafani e padroni dell’universo,

giocano con la loro sacralità

e inconsapevoli,

sono artefici

di un quadro infinito.

 


 

CHIAPAS

 

Mentre cammino

vivo la tristezza

della povertà,

della superstizione,

dell’ignoranza,

dell’indifferenza

di chi può.

Vivo la moltitudine

di comunità diverse

che sopravvivono all’eternità

del tempo

come noumeni.

Cammino.

Guardo.

Penso.

Uno strazio sanguinante

assale l’anima mia

stanca, rugosa, accartocciata

quando, all’improvviso,

mi parlano gli occhi di un bambino

che, sbucato nella notte,

con un cassettino

legato al collo,

vende povertà

alla nostra miseria.

Ho pianto.