PornoBlaster

Ho ravvisato un pericolo costante,
io di te sono un tenero amante.

E’ come nei film porno,
tu che sei attraente,
e tutti fermi, tutti attorno.

Ce n’è per tutti i gusti,
chi le sceglie rosse, bionde o more,
chi sceglie una a caso, senza pudore.

Non c’è forma che tenga,
e io ti canto una canzone,
una di Renga.

Sono romantico lo so,
ma tu che sei lasciva,
da tutti sei coperta, con la lingua e saliva.

Godo come un matto a saperti così facile,
che alcune volte anche io rimango immobile.

Dammi il tuo godimento,

Crema alle nocciole: che Tormento!


Avvisami

Suburbano trasporto,
il cartello e il suo torto.

Orari indicati,
siam tutti avvisati.

Tante lucine gialle blu e rosse,
tante valigie, tutte grosse.

Anche io aspetto,
fiducioso in quell’elettronico prospetto.

C’è un treno in arrivo,
ma non è quello che aspettavo.

Ehi! Signore delle Informazioni!
mi dai ragguagli o semplici precisazioni?

– Guarda il cartello sei cieco?! –
Ecco l’informatore, proprio bieco.

Bè, ecco una partenza….
Dio! Non è neanche questo, che fetenza.

Un altro ancora,
sul cartello è quello giusto.
Ci salgo sopra, veloce e tosto…

Dopo due ore scendo stanco morto….
Maddai, che mai ci faccio al porto?!?!?!?


La storia dei Pan di stelle

C’era una volta il mulino, che in seguito divenne bianco perchè un carro merci rovesciò il suo carico di vernice sulla casetta.
Accanto scorreva un fiume che faceva girare l’elica del torchio.
Era un periodo di magra per gli abitanti del mulino, perchè i biscottini
costavano troppo, ma i costi di produzione non potevano scendere perchè
tutto era fatto con ingredienti genuini rarissimi. Senza contare che il
carbonato acido di ammonio era costosissimo, e lo avevano dovuto
allungare con con edulcorante E110 dalla Germania, estratto da farina di
carrube russe predigerita.
Come mai potevano fare il signor contadino, la sua metà, con i
braccianti Peppe, Giuseppe, Pino e GianFranco a continuare una vita
senza avere un soldino in tasca?
La richiesta del mercato era bassa e niente dava una speranza di ripristino aziendale.
Pensa e ripensa, forse la soluzione c’era, perchè, come dice il saggio
Ciambellino alla Panna, niente c’è al mondo di più buono di quello che
già è al mondo, bastava quindi cercare cosa fosse questa cosa che poteva
creare un prodotto per il rilancio.
Provarono con il taleggio, ma i biscotti venivano molli, provarono con la spremuta di topa, ma arrapava troppo i consumatori.
Un giorno, Peppe, Pino e Giuseppe (Gianfranco no, perchè stava al
cesso), alla sera si riunirono sulla veranda a pensare ai loro poveri
padroni, fumando erba e mangiando biscottini rimasti invenduti (ma non
scaduti grazie all’edulcorante E110 dalla Germania). Videro le stelle.
Ed ecco l’idea: salvare se stessi e i loro poveri, anziani padroni dal
collasso finanziario e dalla cassa integrazione della famiglia Agnelli,
che li avrebbe dismessi dall’azienda senza compromessi sindacali, grazie
proprio a quelle luminosissime amiche, che, applicate ad un loro
vecchio progetto di biscottino con noccioline e cioccolata, avrebbero
dato gran visibilità ad un prodotto già di per sè ottimo. In più, grazie
alla loro più facile vendita, non serviva conservarli con il carbonato
acido di ammonio nè con l’edulcorante E110, perchè sarebbero stati
consumati prima di scadere da clienti affascinati. E il prezzo sarebbe
diminuito, perchè sarebbero stati eliminati due prodotti oramai inutili.
Come iniziarono a produrre, la gente, vedendo il prezzo basso, accorse a
comprare quei biscotti genuini, con le stelline sopra, senza
conservanti.
Vendevano così tanto, che fatti i soldi, espansa l’azienda, il prestigio
sarebbe potuto aumentare perfino con il costo maggiore del prodotto, e
la gente sarebbe comunque rimasta legata ad una cosa così fascinosa e
buona.
Così il prezzo, da offerta lancio a due euro per mezzo kilo, salì a 4 e
mezzo. E per ricordare i vecchi tempi andati, venne riaggiunto il
carbonato acido di ammonio, insieme a 50 centesimi di sovrapprezzo
dovuti proprio a quell’aggiunta.
Pino, Peppe, Giuseppe e Gianfranco (che aveva finito di cagare dopo
tanti giorni), insieme al vecchio contadino e la sua metà, vissero
felici e contenti, salvi dalla cassa integrazione, con i soldi in tasca,
compreso il contratto sindacale.