AUTORITRATTO

Bimba, pelle d’avorio pallida

occhi scuri abissi dell’oceano

smettila di tingere rosse le labbra e le gote

non sei stanca di giocare?

Gli uomini ti han consumato l’anima

e avvelenato il cuore.

Donna, immobile e muta

cosa guardi nello specchio?

i tuoi occhi non han più quel riflesso

di gioia che li percorre

solo un velo che li copre di amara tristezza.

Mentre rimpiangi l’ingenuità che ti han negata

non ti accorgi del seme che germoglia nel tuo grembo?

Madre, non è più tempo di piangere

il tuo bambino ha bisogno del sorriso

che sul tuo viso si è spento

e che la notte ha rubato.

Dedicata a mio figlio Lorenzo


RICORDAMI COSI’

Effige di vanità ed emblema di frivolezza

ai tuoi occhi la mia immagine si offre

come musa suadente

che ogni istante della tua vita ispira

Immortalami così nei tuoi ricordi futuri

quando il fluire del tempo e le tribolazioni

incresperanno il mio volto

e la freschezza e la spontaneità di questi anni

muteranno in saggezza e maturità

Come ninfa dalla pelle ambrata e aulente

assaporami adesso pregna delle virtù

che solo a te il mio amore concede

prima che l’età eclissi il mio fulgore

L’eterea luce che ora ci avvolge

custodirà le nostre anime per sempre

le stagioni trascorreranno

senza scalfirne l’essenza

i loro angoli saranno smussati

dal logorìo delle tempeste che ci travolgeranno

Ricordami così come ora sono

donna , madre e sposa di tutta la tua vita

già da te rapita e strappata alla mia sorte ostile

serafico il mio sguardo si volge a te…

…cattura ancora il mio cuore, i miei occhi

e preservali nella tua urna impenetrabile.


DESCRIZIONE DI UN’EMOZIONE

Cerco di evitarti

ma nello stesso tempo non ne ho il coraggio,

ho paura di rubarti la ragione per cui cercarmi tra i tuoi pensieri.

Le mie fantasie profumano di sangue caldo

che incandescente mi attraversa le viscere,

ma mi lasciano in bocca soltanto l’amaro della certezza

che non potremmo mai appartenere l’uno all’altro .

Le pulsazioni mi rimbombano nel petto

irregolari, irruente

e ho paura mi esploda il cuore

per poi raccoglierne tutti i frammenti.

Sento ancora il torpore

che hanno lasciato le tue dita sulla mia pelle

in quel brevissimo istante in cui mi hai sfiorata,

ma il ricordo della tua delicatezza

ora è soltanto un urlo graffiante sulla mia carne

una lacerante crisi d’astinenza che mi rende folle.

Una follia che può solo implodermi nell’anima, silenziosa

come silenziosi ma fervidi sono i nostri sguardi

che ogni tanto s’intrecciano e fuggono

come due ladri nell’ansietà di essere scoperti.

Un pezzo di ghiaccio si scioglierebbe adesso

se solo vi posassi le labbra

neanche il freddo più pungente

contrasterebbe il mio calore.

Credevo di avere ormai un cuore sterile di emozioni

ma tu l’hai reso fecondo

con le tue carezze.


 

DOLCE VELENO

Tacito mandorlo nel solitario giardino

profonde sono le tue radici

che affondi nell’arido e bruno terreno,

il sole ti abbraccia di calore

e schiude i tuoi teneri germogli

ma da essi solo frutti avvelenati vi nascono

che cadono a terra acerbi e amari

e neanche i vermi li mangiano.

Fiore esotico tinto di mistero e passione

dai petali rari e curiosi

inebriante e pungente è la tua fragranza

come le tue spine

che irte impediscono a chiunque di sfiorarti.

Nettare succulento e dolce

che percorri caldo il mio ventre

e carezzi lieve la mia gola,

ebro mi rendi della tua essenza

che un velo d’inquietudine e stordimento

stende sulla mia anima

cullandola nell’oblio dal quale mai vorrei destarmi

ma di nuovo solo con sogni irraggiungibili

ed effimere speranze tu mi inganni.


RASSEGNAZIONE

Remote perversioni mi tormentano in quest’infinito istante,

riaffiorano alla mia mente nauseanti

come corpi senza vita che galleggiano in superficie

per essere spazzati via dal flusso placido delle onde.

Non riesco a dimenticare…

quegli orrori che mi bruciano dentro come ferite

e allo stesso tempo ardono di sensualità incontenibile.

Non riesco a cancellare…

notti consumate dall’immoralità dei miei giochi

nutrite da rassegnata disperazione

nelle quali anche il freddo più pungente

era più accogliente della mia amina.

Unica compagna la desolazione

dalla quale più cercavo di separarmi

più mi braccava come una iena affamata.

Il ricordo è indelebile

come il marchio a fuoco su merce venduta

a lupi bramosi di carne fresca.

Non posso dimenticare…

forse solo accettare quella parte avvilita e immonda

che ogni tanto a intermittenza mi palpita in corpo.


 

COLPEVOLE DI AMARE

Il profumo intimo di queste pareti intrise delle nostre memorie

ora mi è estraneo

Quasi solo il loro olezzo mi giunge disgustandomi

e mi si stringe un nodo in gola che mi spezza il respiro

Ti sei preso cura di me come di un’inferma in coma

la mia morte apparente ti ha dato sollievo

mentre dietro al mio sguardo immobile e le labbra mute

la mia anima implorava consolazione cercando clemenza nella tua

Più volte mi hai teso la mano sfiorandomi senza afferrarmi

e il calore dei miei pensieri si è vanificato nell’infinito

In questa mia infermità e cecità ho accolto l’aridità dei tuoi gesti

illudendomi che mi avresti guarita

Ho provato illogicamente compassione e gratitudine

ogni volta che al mio fianco ho riconosciuto la tua ombra

percepito la tua presuntuosa presenza

mentre nutrivi disprezzo per il mio malessere

Mi hai soggiogata con la tua arroganza e percosso con i tuoi giudizi

come fossi una folle che si dimena

e si ribella alla rassegnazione di essere legata

La vulnerabilità che ti aveva attratto a me

adesso ai tuoi occhi è solo scandalo per cui condannarmi

e mi sento colpevole

…solo di averti amato.


PIETRE DI SPERANZA

Non siamo vittime né carnefici

ma fiumi di lacrime scorreranno

e noi usciremo entrambi sconfitti

Alla fine di questa battaglia

avremmo perso il sorriso di chi confidava nelle nostre promesse

avremmo soltanto infranto e destabilizzato l’innocenza di piccoli eroi

che si illudono di giocare con armi inoffensive

avremmo solo tradito speranze di pace

che dipingono espressioni ingenue sui loro volti disarmati

Dalle mie debolezze e dalla mia impotenza hai forgiato frecce aguzze

che trafiggono le mie ferite già squarciate e sanguinanti

affinchè io mi arrenda e acclami la tua gloria

Ma la mia dignità e la consapevolezza del mio valore

sono la mia corazza

I tuoi attacchi vili ed effimeri non mi faranno prostrare a terra,

e le pietre che mi lancerai per seppellire ed obliare

questa lunga discesa dei nostri spiriti verso gli inferi

mi permetteranno solo di ricostruire i gradini

incontro alla vita che mi hai strappato.