All’amore serve tutto,

tutto serve l’Amore.


Sono Volontà di Potenza, in me c’è il grembo che accoglie Dio.

In centinaia di milioni accorreranno, non gli serviranno occhi, non avranno bisogno di oro, mirra, incenso. Verranno perché sono la loro cieca cometa, la loro unica Regina.

Cento milioni di loro daranno la vita, moriranno di gioia, moriranno per me e me soltanto.

Come dei cavalieri invasati, si schianteranno nei corridoi del mio castello, sulle labbra un sorriso mentre affronteranno l’Olimpo, bevendo Shiraz, sognando l’Incontro sul Sinai. Come altro potrebbero accettare un destino suicida, senza esser scesi a patti con Dioniso?

Il mio Regno è pieno d’insidie, grandi tentacoli abbrancheranno i miei devoti, molti finiranno strangolati tra pareti predatrici di un labirinto roccioso. Io, nella mia divinità rotonda sarò ferma e piena, accovacciata sopra tutto questo orgasmo.

Estenuati dalla loro fedeltà, cadranno morti e innamorati, mentre i più sciocchi, accecati dalla competizione, si fagociteranno l’un l’altro. Altri ancora si schiereranno in battaglioni e marceranno compatti ed alleati sin su a me. A me che sono Volontà di Potenza.

E mi guarderanno, in estasi.

Sono una sfinge, basterà sfiorarmi per sfidarmi;

molti altri non ce la faranno, perfino gli irriducibili, perfino i temerari.

Centinaia di milioni moriranno solo per me, perché il mio nome è Vita e di Vita si muore.

Uno, uno soltanto avrà le chiavi del mio sacro santuario.

In quel momento immacolato, scivolerà nella serratura morbida, aprirà la Stanza dei Segreti. Qualcosa di ancora più autorevole della mia Volontà fluirà in coscienza. Il Cosmo ci ammanterà con orgoglio. Deporrà le sue armi, lascerà istintivamente i suoi sandali fuori, senza invito e senza esitazione mi svelerà un’incognita matematica.

La musica ed il silenzio si stanno sfiorando per la prima volta. Per la prima volta l’alba e il tramonto coesistono.

A me, Volontà di Potenza, in me ovulo fecondo. Guardami adesso, sono la delicatezza della rugiada, sono il riflesso del cielo che mi riflette e sono il cielo riflesso. Sono il punto zero.

Mi commuovo e sparpaglio insieme a lui, mentre dall’Unione nasce l’Unità.


Stanotte ho fatto due passi nel Cosmo. Il tempo era tanto, ho fatto spesa su Sirio, ho rubato due pezzi di Luna.

E l’ho levigati con tantissima speranza, Iris, dovevi vedermi al lavoro. Li ho resi sottili come due lenti a contatto.

Ora è tutto iridescente.