Testimonianze

Raccolgo non senza un po’ di vergogna
le parole lanciate contro la vita,
minacce di guerra riversate nel vuoto
quasi monche di significato
ma pesanti come macigni in assenza di gravità.
Non ho avuto il coraggio di perdermi
di annullare spazio e tempo nell’unico gesto,
rimane così nell’animo quella pavidità infantile
quando il salto da quella misera altezza
sembrava troppo impervio.
Ma davvero è paura?
Recrudescenza a non mollare mai
speranza in un nuovo domani?
Forse è l’aver odorato l’essenza dell’amore
a far affondare le ultime radici in cerca d’umidità
in quella terra che ci vedrà protagonisti,
a reiterare il contagio vitale.
Voglio partire in punta di piedi
unica testimonianza le tracce impresse nei cuori amati,
nelle carezze mai sempre le stesse.
Come clandestino arriverò a destinazione
perdendomi senza mai ritrovarmi,
dimenticando anche il mio nome
libero infine di essere altro.
… ho le mani invecchiate
le ho sempre curate troppo poco,
nel cuore, raffiche di vento, bruciano rami fioriti.


Come pioggia

Come pioggia che non cade
a metà fra assenza e saggezza
sospensione virtuosa
di fronte alle altrui aspettative.
Senza rimpianti scelgo l’oblio
viaggio concluso,
non immobile ma stanziale
non strada chiusa ma evidenza di luce,
ora posso comprendere
mentre le domande si rispondono.
Non mi appartiene il vociare del mondo
ma solo poche parole
come lapidi scolpite a mano
fatica del sudore di una vita.
Quella ferita invece no,
non arretra all’evidenza
dolore che mantiene il respiro,
aspro come frutta non matura
unisce al passato creando la memoria.
A volte l’impresa appare ardua
ma solo la rinuncia a tutto
rende liberi come la verità,
né r-ancore né scialuppe di salvataggio
solo mare e cielo a testimoni
del nostro trapasso.
Non stringermi oltre, lasciami all’immenso,
se qualcuno vuole leggere
l’opera si conclude con la Volontà
nell’affrontare quella solitudine.
Se ho paura? Si, terribilmente.


Il viaggio

Riordino pensieri e ricordi
il momento dei saluti non pare essere lontano
e pensare che sembrava tutto così senza fine
quasi da mozzare il fiato.
Ma ora non hanno più ragione le paure
dobbiamo solo stringere i denti
e presentarci all’appuntamento.
Tutto è in ordine
Il vestito stirato, le scarpe pulite
il respiro è tranquillo.
Ma che bel sorriso hai ancora,
tra le pieghe della bocca il sapore dolce di quel gelato
di quell’estate che ci ha scaldato il cuore.
Bene, ora però bisogna andare.
C’è chi si aspetta grandi cose da questo viaggio
basterebbe solo ritrovare la serenità perduta
in fondo cosa abbiamo rincorso in tutti questi anni?
A te il compito di non farmi dimenticare troppo in fretta
di parlare un po’ di me.
Racconta di quando credetti di aver vinto la lotteria,
di quella volta in cui mi mancarono le forze
di fronte alla bellezza dell’oceano
della ricerca del profumo perfetto.
Ecco, sarà sufficiente per farmi volare ancora
e ogni volta che nella notte cercherai una mano da stringere
io sarò là.