Vento

carezza lieve

voce lontana

che rechi odori

di salmastro

di erba

di sole.

schiaffo violento

che piaga le labbra

e toglie il fiato.


 

Come l’acqua

come l’acqua che fluisce

non ha luogo,

così io non ho luogo.

come lei non ho casa,

famiglia, amici.

come l’acqua scorro sulla vita

senza niente prendere e niente dare.

così sono estranea a me stessa,

al mio corpo,

al mio spirito.

come l’acqua non sa se è viva,

neanche io lo so.

forse sono solo il mio stesso sogno.


Sento il dolore

sento il dolore del mondo

nell’erba che calpesto,

nella mosca nella rete.

sento il dolore dell’uomo

che perde chi gli è caro

e non sa che piange sè stesso.

sento il morire quotidiano

lo spogliarsi lentamente

prima della pace del sonno.

e’ mia l’agonia del gattino

l’avvizzire impotente del seme.

è mia l’inutile ribellione

la ricerca della bontà di Dio,

come mio è l’ennesimo sì.

sì a queste incongruenze,

a questa apparente follia.

sì a Te che mi vuoi viva

anche se non mi dici perchè.