Le Città Importanti

Le città importanti
Come quando sono passato
da qualche città importante
e la città stessa
era il cielo che la copriva.
La mia ombra sui muri
sempre troppo piccola
con la sua storia di asfalto polveroso
e professori di provincia.
Quando sono passato
da qualche città importante
tra i monumenti

i musei
i muri di vetro
io cercavo di sentire
-passando sotto le finestre-
le mamme che svegliano i figli che crescono
i figli in mutande che bevono il caffè delle sette
i papà che escono per andare al lavoro
con le chiavi di casa in una mano
e la piccola da portare all’asilo nell’altra.
Dietro i muri abbottonati di cemento
nel gomitolo d’acciaio della metropolitana,
la città importante era un sacrificio offerto
che io non capivo
e in mezzo lì riusciva ad esserci vita
-così conosciuta -.
Come se fosse normale.


 

Perdona

Perdona per questa testa
Che non sta più tra le dita.
-Non più le tue-.
Perdona se dentro ci avevi infilato il tuo messaggio
Come una bottiglia
Per quel mare
Che tu ti immaginavi non toccare mai l’altra riva.
Gli ultimi spiccioli di giovinezza
Me li faccio risuonare in tasca
Finché li ho,
Ma sono già impegnati.
Potessi almeno
-come fanno quelli che li buttano via-
Spenderne qualcuno per portarti al mare.
Potessi pagarti, con la mia giovinezza,
Pagarti un’ora
Come il vino la notte d’estate
Ai locali che tirano a tardi.


 

Quando qualcuno di noi arriverà al paradiso.

Quando qualcuno di noi
arriverà al paradiso
non lo riconoscerà.
La vita finita
come le cose da fare in un’agenda.
E il paradiso è le pagine che restano bianche
di una vacanza a settembre
-senza turisti
senza spettacoli
senza spettatori -.
Il paradiso sarà un cancello basso
di tinta scrostata sul legno.
I nostri giochi da bambini,
i giochi che sarebbero stati dei nostri bambini
su un terreno duro e bellissimo
su cui non vorremo rovinare le scarpe nuove,
graffiarci le mani.
Siamo vissuti per altro.
E al paradiso staremo
come davanti agli occhi
di chi solo guardandoti
-improvvisamente –
ti fa sentire stupido.