Vieni e portami al salvamento

Vieni e portami al salvamento

vieni e vedi la mia prova vera

vieni a l’incudine, d’Amore il perno

vieni al mi’ cuor, e tu martel di tal fera.

E quand’anche l’Operaio ti lasci

e non brande il tuo candido viso

il colpito è ancor piega e tu nasci

in quel cuneo or di gioia or di riso.

Ma la disfida è ben ardua ed ingente

giacché ‘l solco scavato è importante

e non può stare in un sol corpo o mente.

Ciò mi porta a una scelta tra tante

una sola tra una plura ch’ ‘on vale

quanto Te, tu sei meta e io errante.


Una goccia di silenzio

Una goccia di silenzio

in un mare di rumore.

È ciò che tale pioggia

porta quivi con l’ardore

da scuoter la mia perla

ora un fil più saggia.

È ‘l mare che con l’onda

ti smuove anche nolente;

è ‘l Sole che impaziente

sul colle scalpita, e ridonda

di una luce or più forte

che s’eleva ben splendente.

Così dentro ‘l mio loco

agisce la favella:

nel mio lago oscuro e fioco

ella albeggia, lieve e snella

da corromper la Perfidia e ‘l mio Male a poco a poco.


La Perfidia

Si muove ‘n mente che la serpe ha invidia

lo spettro funesto che meco avanza

che dona inganno, tranello e arroganza

e ‘ntelletto in auge, sol la Perfidia.

La Falce rivale e nemesi amica

La teme che ‘l Bianco schiva la fiera

l’ombra letale che a nera barriera

avvince il cuor, spento da un’era antica.

Co’ ella la man divien zampa et artiglio

co’ lei li capelli son folta criniera

co’ essa ‘l bel viso ha un sinistro cipiglio.

Or che silente tu fosti una fera,

ortica che prima fu stata un bel giglio,

vuoi esser del Bene la spene più mera?