30/08/2014
E così va via,
in punta di piedi,
con e come l’estate,
senza far rumore…
Sono là,
in un angolo della chiesa gremita,
a toccare il tuo dolore
infinito,
a stringere la tua mano.
Sento la tua solitudine,
immensa,
è quella di chi non si è mai sentito
solo e nudo
come ora che sa che deve diventare grande.
I ricordi sono immagini
e parole mute
che gridano dentro.
Ora sono di nuovo insieme,
loro che si sono amati per
l’intera vita,
loro
che ti hanno voluto
il bene più profondo.
Quando penserai di non farcela,
nel silenzio della notte più nera
ascolta:
sentirai le loro voci,
saranno carezze.
Legami
Passano i mesi
e puntuale ti presenti
nella mia mente.
Mi manchi.
Vorrei dirtelo.
Vorrei cercarti.
Meglio di no, son certa.
Sarebbe ancora incomprensibile rincorrersi,
accorciare la distanza che tanto ci unisce
per una breve, effimera carezza.
Poi perdersi ancora
fino al giorno (che non esiste)
in cui riuscirò a dirti addio per sempre.
Eppure se ti incontro fuggo.
Legami invisibili
che durano
da sempre,
per sempre
ma a cui occorre più di un’esistenza
per perfezionarsi.
Declinazione del concetto di infinito
che ci portiamo dentro.
Su questa terrazza
Vorrei che il tempo si fermasse
su questa terrazza
mentre guardiamo al buio
le stelle
e la Stella più luminosa
dorme serena tra le nostre braccia.
Vorrei fermarlo il tempo.
Vorrei contrarre lo spazio
e cogliere quel frammento di vita sfuggito.
Mentre la voce del mare si fa immagine
diffido del mondo,
sognando pace.