Barbagli

L’orizzonte nero è senza segno, ma sai bene che l’instancabile macchina della vita si ripete.

Attraverso l’universo e il microcosmo, hai tolto passati tristi e lenti.

Hai detto basta a queste figure agonizzanti che non hanno porti di anime dove far scalo.

Devi portare i tuoi pensieri a pascolare in brughiere senza spazio e senza tempo.

Devi scaricare il tuo fardello in queste pergamene se vuoi aprire ai tuoi occhi un mondo meno faticoso.

Il vento sta portando con sè gli ultimi disegni creati dalla sua paziente bocca.

E’ ora adesso!

Non puoi rimandare

Hai lo sguardo poco attento

Togli il velo! Toglilo!

Come fai?

Fai come quel vecchio che nel suo meriggio spinge a rimembrare le sue false inibizioni immaginarie.


Felicità

Alto, luminoso Ra ti schivo.

Proprio sui luoghi d’infanzia mi vieni a sorprendere.

Ecco che io rimanendo bambino la ragione mi confonde e mi alza.

Come lo spillo che all’improvviso sveglia dai sogni, io mi vedo lì.

Rimanendo bambino e steso sul letto, un vento leggero mi solleva.

Seduto sul tuo raggio mi lascio seminare nel folto verde che mi circonda.

Ecco che allora la gioia nel petto su risate di nuvole si disperde.

Vorrei ma non posso

Non posso rimanere così.

Rimanere d’incanto bambino.


Racconti del tempo

Racconti del tempo, persi nel tempo.

Dimenticati nell’oblio…

Chi cerca, ascolta, non dimentica gli sguardi carichi di speranze, in quegli occhi di affannate giornate.

Negli echi triangolari di quelle vie ricompare il racconto di tanti uomini.

Chi cerca, ascolta, non dimentica le buone promesse legate ai cicli delle stagioni.

In quei gesti rallentati nell’illusione di un tempo infinito,

scivola inesorabile il dubbio reale della vita che scorre.

Chi cerca, ascolta, non dimentica il frastuono dei bambini che acerbi non si guardano dentro, ma seguono il loro istintivo disegno interiore.

Chi cerca, ascolta, non dimentica la rabbia nei ricordi che come un ruggito ti assale.

I toni accesi come tizzoni ardenti si trasformano ormai in grasse risate.

Come quella volta ti ricordi?

E ti sembrano sbiaditi quei tempi

sbiadite le voci, i suoni e gli echi

sciocco chi legge:è la fugacità del tempo.

Quel tempo che ti stringe

non ti dà pace, non si dà pace, di trascorrere lento e inesorabile.