POESIA D’amore

AMORE ascolta questa mia poesia,
anche se tenue e mesta,
nel mio cuore è chiusa.
Questa è per te la mia poesia,
perché forte ho nel mio cuore un dolce sentimento.
Sapessi quante lotte e sofferenze
in me ho sostenuto prima di averti conosciuto.
Quante lotte e tormenti il mio cuore ha vissuto.
Ed or io né riapro i sentimenti!
È un dolce ben ch’io sento
Per te dolce fanciulla,
tu sola lo hai creato
prima sentii nulla.
Quando i tuoi occhi candidi
mi volgi ed il tuo sorriso,
mi par sentir nell’animo
gioie di paradiso.
Oh! Se di Dante il verso
Ch’ebbe per Beatrice
M’avesse il ciel donato,
quanto sarei felice.
I grandi di Tetrarca Carmi,
che a Laura fece potessi a te donare,
di questa mia poesia,invece!
E se di Michelangelo
Avessi lo scalpello,
al posto di questo foglio
e di questa penna.. Vorrei!!
in bianco marmo scolpire
e porre il tuo viso bello.
Far tutto questo non posso
Il ciel non m’ha dato tanto
Però!, dolce amore mio in questa
Poesia io ho messo il cuore
Ed è per questo che in un agile
Rondine vorrei mutare i giorni miei,
e sempre dall’alba al vespro,
sul tuo balcone starei.
Una rosa vorrei essere
Essere il più bel fiore,
che le tue mani colgano
e pongano sul cuore.


 

Subiaco-Ochsenhausen : Gemellaggio

(dedicata al mio paese)

Poesia – Acrostico.

Aprile 1989

Sedici anni avevi quando venisti

Un dì da Roma in questa nostra terra.

Ben t’accolse Affile. Poi, tu fuggisti…

In Subiaco tu entrasti in nuda serra.

Anni tre rinchiuso in quel duro speco

Conosciuto sol da fratel Romano,

Orante e penitente, col nulla teco,

Operavi, per fare il mondo sano.

Culla ti fu Norcia: e l’Anicia famiglia**

Ha dato a te vita, saggezza e cuore;

Seguisti Cristo e ciò ch’Egli consiglia;

E l’ Europa tuttati portò amore.

Nacquero per te i grandi Monasteri

Hirsfeld, Hirsau, Hirsange in quell’ora,

Anche Ochsenhausen e Ottobeuren. Fieri,

Uniti eran col motto “Ora et Labora”.

Subiaco fu lor culla; e mutui scambi

E di cultura e di persone, non fittizi,

Nacquero da quei giorni; ed entrambi

Goderono i nostri Paesi i benefizi.

Ed avemmo, per anni, i loro Abati

Molto esperti in fede e duri lavori,

E pervenne da loro e dai loro frati

La stampa: prima a Subiaco e, poi, fuori.

L’età passano…, e dopo lunghe soste

Anche penose e spesso dure assai,

Giunta l’ora sembra che vengan poste

Gioiose aurore, e si riprendan ormai

I mutui scambi, or che la bella

Ochsenhausen con Subiaco è gemella.

Avanti, dunque, nel novel cammino,

Non ci fermino le difficoltà,

Del domani il dì sereno è vicino,

Risorga in tutti i Paesi la bontà.

Europa sia Una. Quest’è il destino:

Avrà salvezza sol se Una sarà.


 

Pensando all’infanzia……papà Fernando

Lassù, a Monte Livata, nel cuore dei Simbruini, chi non lo ricorda, quel piccolo camping “La fu per molti una tappa di vita dal 1965 al 2007. Lui il buon montanaro dai modi garbati di nome Fernando(n1929 m2014), aggiungeva sempre allegria e quando se ne parla della sua Trattoria, che per aver fatto nel passato grandi cose nella ristorazione italiana per anni passando da Casablanca e portando il galateo del servizio italiano nelle Americhe (1951-1964)del sud Bolivia,Colombia,Venezuela. (Beato lui)se n’intendeva.

Oggi alle pendici del Monte livata nel Paese di subiaco dove era nato e da dove era partito per poi tornare, tutti lo citano e si abbandonano ai suoi ricordi. Grandi feste, cibo vini allegria.

Quanti amori nati fra i tavoli nel suo locale, e quante coppie formate fra i figli dei villeggianti nel Quante estate e quanti inverni, fotografati dai villeggianti in ricordi di vita spensierata e felice.

Le grandi sagre come quella della trota al primo carnevale Sublacense ispirato al carnevale sud

Nei primi anni in quei monti Fra Livata e Campo dell’Osso quanta gente veniva per sciare e poi rifocillarsi e dormire alla fattoria, quante storie di vita intrecciate e quante gioie e dolori tra loro

Fernando Pistoia immerso nel verde d’estate e nel Bianco d’inverno, nel suo mestiere e lavoro s’immergeva giovanissimo e forte costante ed intraprendente.

Nei primi anni senza conforti su quel monte, respirò amarezza di solitudine, si trovò solo, se nella sua mente non fosse stata li in lui la certezza di credere un domani in quella Montagna in quei luoghi come posti di vita da villeggiatura per gli altri.

Quella gente che poi arrivo e che oggi a distanza di anni lo ricorda e M.livata che ora rispetto a ieri è ancora più viva e vi sono i nipoti di quei uomini e Donne che di Fernando narrano le gesta.

Quella gente lo amava, lo cercava, ci si confidava, gli diede amicizia e cosui in pochi anni li creo la sua famiglia moglie due bambini oggi Uomini quarantenni.

Fernando fu un grande uomo che amo la sua città nativa Subiaco dando alle sue montagne la sua esperienza e vita e regalando a tanti momenti unici.