Ballata in Sol minore

Disse la Morte a Cecilia:

“Le tue guance fresche fan voglia,

Quanti uomini ti sospiran quaggiù?”

Rispos’ella pien di timore:

“Dirlo non so, oh mia Signora

Io vedo solo un giovane dagli occhi blu”

 

“È per questo dunque che mi chiami?”

Chiese la Morte aprendo le mani

“Vuoi che lui non ti fugga più?”

“Non è Amore che chiedo a voi”

Mormorò Cecilia piangendo poi

“Ma Tempo a chi volete vi segua giù”

 

“Cosa potrai mai avere dal Tempo,

Oh dolce, se sordo rimane il tuo lamento?”

Domandò la Donna del giorno che fu

“Sereno il mio dolore per la vita”

Disse la bella nel cuore ferita

“Se la Febbre abbandona i suoi occhi blu”

 

La Signora sorrise alla piccola creatura

“Il tuo petto trabocca di ogni premura,

Ma ciechi son gli occhi che brami di più”

“Ciechi non sono, né saranno i miei,

Se lo prendete, lo so, vi seguirei”

Ribatté la voce rotta di gioventù.

 

Si avvicinò la Morte prendendole il mento

“Muto sarà sempre al tuo tormento

Che muto diventi nella tomba, mia virtù”

Cecilia si asciugò ferma il viso

“Non voglio cambiare quel che ho deciso

Che prezzo ha salvare quei due occhi blu?”

 

“Desidero il rosso delle tue guance”

La Morte rispose alzando la falce

“Non ho troppo dolore a privarmene quaggiù”

“Voglio anche la tua vista e i colori”

Sentenziò la Madre di tutti i dolori

“Del tuo Amore gli occhi non mirerai più.”

 

…Zufola ancora il pastorello,

Quando riposa presso al ruscello,

Come nella nebbia a volte quassù

Vaghi una dolce stringendo una rosa

Ti attraversa il suo sguardo che su nulla si posa

Bianca per amore di chiari occhi blu…


Storia su un ramo di betulla

Calda calma sera serena.

Soffia la brezza, soffia leggera.

 

Ma sulla cima di una betulla

una foglia bruna, ocra e dorata

freme sulla sua chioma brulla.

Ogni compagna già se ne è andata

l’ultimo vento seminò coriandole

rosse, brunastre, raggi di sole

da ogni ramo vibravan girandole

in quell’autunno portavan colore.

 

Era Novembre, pareva primavera

Il tramonto irradiava di rosa la sera.

 

Lei le osservò, le guardò volare

E sulle radici, a protegger dal gelo

Lei, lentamente, le vide posare

E sola si stagliava sull’infinito cielo.

Un colpo, un altro, è il ramo che invita:

“Le tue sorelle raggiungerai

La commedia qui ormai è finita.

Un nuovo viaggio comincerai.

 

Certo non sarà meno affascinante

Perché sarai sulla terra pulsante.”

 

Ma la foglia d’oro non vuole partire

Il suo amico bruco vorrebbe attendere

D’estate giocavan fin’all’imbrunire

Di notte le stelle sognavan di prendere.

Ma salutare dovette in un dì infelice

Di lunghi giorni il  più caro compagno

Con lacrime di rugiada lo benedice

Mentre si allontana sulla tela di un ragno.

 

Lui le promise che sarebbe tornato

Lei gli promise che avrebbe aspettato

 

E mentre ormai è la luce è soffusa

Da un ramo vicino,una voce si leva

a provar che la foglia non si era illusa:

“Voliamo insieme incontro alla sera!”

Il tempo è passato, è qui una farfalla

Che mai ha volato, e ora una danza

Con l’amica di sempre, or bruna e gialla

Improvvisa ridendo alla somiglianza.

 

Gioiose volteggiano tra le fronde

Scintillano ai raggi che il sole diffonde.

 

Storia su un ramo di betulla

 

Calda calma sera serena.

Soffia la brezza, soffia leggera.

 

Ma sulla cima di una betulla

una foglia bruna, ocra e dorata

freme sulla sua chioma brulla.

Ogni compagna già se ne è andata

l’ultimo vento seminò coriandole

rosse, brunastre, raggi di sole

da ogni ramo vibravan girandole

in quell’autunno portavan colore.

 

Era Novembre, pareva primavera

Il tramonto irradiava di rosa la sera.

 

Lei le osservò, le guardò volare

E sulle radici, a protegger dal gelo

Lei, lentamente, le vide posare

E sola si stagliava sull’infinito cielo.

Un colpo, un altro, è il ramo che invita:

“Le tue sorelle raggiungerai

La commedia qui ormai è finita.

Un nuovo viaggio comincerai.

 

Certo non sarà meno affascinante

Perché sarai sulla terra pulsante.”

 

Ma la foglia d’oro non vuole partire

Il suo amico bruco vorrebbe attendere

D’estate giocavan fin’all’imbrunire

Di notte le stelle sognavan di prendere.

Ma salutare dovette in un dì infelice

Di lunghi giorni il  più caro compagno

Con lacrime di rugiada lo benedice

Mentre si allontana sulla tela di un ragno.

 

Lui le promise che sarebbe tornato

Lei gli promise che avrebbe aspettato

 

E mentre ormai è la luce è soffusa

Da un ramo vicino,una voce si leva

a provar che la foglia non si era illusa:

“Voliamo insieme incontro alla sera!”

Il tempo è passato, è qui una farfalla

Che mai ha volato, e ora una danza

Con l’amica di sempre, or bruna e gialla

Improvvisa ridendo alla somiglianza.

 

Gioiose volteggiano tra le fronde

Scintillano ai raggi che il sole diffonde.