“Inganno di vita”

Erano due donne semplici e assieme complicate, diverse e assieme simili nella sensibilità, dolci e fragili e assieme forti e determinate nel raggiungere le loro mete….

Si erano incontrate per caso….frequentando un corso di ginnastica posturale. E subito era stata magia, gentile e delicata che per molto tempo, ogni giorno, emozionava le loro anime….

Erano inseparabili pur non potendo essere sempre insieme e pur vivendo esperienze opposte.

Entrambe sposate e  mamme premurose e attente.

Spesso si sarebbero chieste il perché del loro incontro : due donne che avevano lasciato intendere i loro sguardi, avevano ascoltato i loro cuori reciprocamente e  mescolato debolezze e forze l’una dell’altra con un ritmo in ascesa verso una musica intensa  che le avrebbe unite a dispetto delle loro precedenti esperienze….

L’intesa era straordinaria…e le confidenze venivano facili…

Lo stare insieme piacevolissimo, e le giornate scorrevano veloci nell’estate frizzante trascorsa insieme quasi x incanto….

Le esperienze vissute insieme le avvolgevano e quasi come due adolescenti non riuscivano a salutarsi la sera, temporeggiando sul balconcino  complice, sotto un cielo stellato blu cobalto, in compagnia di grilli canterini e luci lontane, chiacchieravano d’affetto rubando ancora un minuto….

Cresceva così l’affinità e i due caratteri si scambiavano punti di vista mostrando lati della realtà diversi e sconosciuti, che l’una ammirava dell’altra…

L’educazione dei figli, i problemi di coppia, la fede, i valori, le debolezze, le privazioni, i desideri e aspirazioni, i sogni, le speranze, le delusioni….erano questi i loro discorsi…e non finivano mai…

E in questo clima nasceva l’amicizia…quella che se ti metti a nudo non hai vergogna…, quella che vuoi sentire nel cuore x gioire o per resistere al dolore, quella a cui ti aggrappi x cambiare, per migliorare…x imparare….

E’ così che le due amiche incominciavano a fidarsi, a scoprirsi, ad aiutarsi…oltre che a divertirsi come bimbe in un campo di fiori…

Una si chiamava Deborah…ed era un po’ più matura, come età.. L’altra era Pamela….la più giovane ….

La prima veniva da un’educazione rigida e religiosa e aveva attraversato momenti molto duri. Aveva perso un fratello, in un incidente con la moto, ma il suo carattere determinato e solare e una famiglia movimentata, l’avevano aiutata a venirne fuori.

Proprio per il suo carattere deciso e sicuro sembrava essere di ferro, sempre pronta a reagire, ad affrontare le situazioni, a farsi valere e ad essere sempre vincente, ma in realtà sotto quella veste, c’era una donna che aveva paura della solitudine, dell’abbandono e del giudizio degli altri; una donna fragile che fragile non voleva apparire, una donna che cercava di superare il buio con la luce della sua positività, che però si aggrappava fortemente ai suoi affetti per riuscirci. Aveva tante debolezze ben mascherate forse, ma così prepotenti che spesso esplodevano in eruzioni di pura cattiveria verso chi le pestava i piedi, facendole dimenticare i valori inculcatele dalla sua Fede….e la via da seguire per una vita che fosse degna di un cristiano.

La seconda diceva d’essere fragile e insicura; si sentiva spesso inadeguata a gestire certe situazioni dolorose  e a volte le sembrava d’essere quasi invisibile agli occhi degli altri. Non aveva una fede a cui aggrapparsi ma la sua educazione era stata improntata su valori come il rispetto, la giustizia, la sincerità, l’onestà, l’amore verso il prossimo in quanto uomo, la gentilezza, la generosità, l’umiltà e lei non aveva istinti vendicativi, non aveva malizia, non aveva quella furbizia , definiamola “malsana”, impropriamente forse, ma efficacemente esplicativa, che porta un essere umano a dubitare dell’altro. Lei era predisposta ad accettare, ad accogliere ed ascoltare; era remissiva e docile e soffriva perché si sentiva incapace di reagire incisivamente ai soprusi.

Ora, per qualche strana ragione…le loro strade si erano incrociate e la prima si stupiva di quanto fosse”bella” quella persona che tanto riusciva ad essere cristiana, senza esserlo e la seconda trovava fonte di forza ed esempio da seguire , la determinazione e la sicurezza della prima.

E così l’una voleva imparare dall’altra per migliorare perché si erano sentite forse incomplete fino a quel momento. Ma non era cosa facile.

Molti gli ostacoli…e sopratutto le invidie…Anche se loro due si sentivano invincibili, temevano comunque che l’incanto svanisse…Giorno per giorno però plasmavano i loro essere e trasformavano le loro vite….in un modo sempre nuovo, che meravigliava entrambe, che emozionava, che cambiava sempre ad incantarle mutando…

Deborah e Pamela avevano un sogno….condividere tutto….crescere ed invecchiare insieme…e se la prima lo confessava serenamente, la seconda non osava …Lei aveva improntato la sua vita sul momento…e domani chissà….ma forse ora voleva trovare il coraggio per  dire…”ci sarò anche domani….”, ma ancora non lo diceva. A Deborah però, non importava…Sapeva ciò che c’era nel cuore di Pamela.

Una donna romantica e fiduciosa che negava d’esserlo e si manifestava reticente, diffidente e prudente, solo per non essere ferita, per  paura dell’illusione, per paura di dire…”credo” e poi scoprire d’averlo detto invano.

Il tempo passava e le pagine non erano ancora state scritte…ma se Deborah le vedeva piene e fitte, tante, avventurose, divertenti e gratificanti…e ci credeva e viveva per riempirle, Pamela le guardava con occhi lucidi, imprigionata nelle sue radici, ma con un piede pronto a correre e un sorriso luminoso che fungeva da musa ispiratrice per un libro vibrante d’affetto e speranza, in cui due donne cambiano con la forza dello sguardo, il cammino di due vite.

E così sono passati diversi anni d’intese, di complicità quasi fraterna, di confronti e arricchimenti, di rispetto e conoscenza dell’intimo….

Non c’erano veli, non c’erano ostacoli, non c’erano limiti….

Tutto era avvolto in un manto gioviale, caldo ed accogliente, dove i sogni prendevano vita, dove il futuro si costruiva e i sorrisi accompagnavano fino all’ultima ora del giorno, prima di chiudere gli occhi….

Ma…, ahimè c’è sempre un ma …, .a qualcuno non piaceva, forse…Quel loro modo di tenersi per mano, quella miscela creata fra due mondi opposti, che unica sorgeva ad illuminare il percorso….

E allora un demonio coglie il suo scorcio per incrinare una trave….

Odiosa vittoria si delinea subito  e  sulla pelle Deborah percepisce la fine….

Incomprensibile, grottesca, dolorosissima, nera come il buio più freddo, lacerante come una lama sui polsi…..

Vani saranno i tentativi di scrivere un finale diverso, vani e disperati gli slanci del cuore, vane le proteste, vane le parole….

Ma dov’era la magia? Dov’era la luce, dov’era il rispetto, dov’era l’affetto, dov’era la fratellanza, dov’era tutto quello che c’era stato….?

Forse nessuna delle due capiva quell’assurda situazione creatasi, forse entrambe erano accecate dal dolore e dalla delusione…..

Quanti errori uno sull’altro, quanti silenzi, quante paure…tutto più forte del loro legame?

Non era possibile.

Ma era reale la loro distanza. Era reale il loro silenzio, il non capirsi più,  il non fare, non dire, non vedere….

Quanto freddo, quante lacrime, quanti rimpianti….

Ognuna di loro ora soffriva, ma non sapeva più leggere negli occhi dell’altra.

Non riuscivano più, troppi veli a coprire i sorrisi….

Deborah sognava un gesto….una parola , una promessa….

Pamela non ce la faceva….sempre imprigionata nei suoi limiti…., delusa dalle reazioni impulsive ed esagerate dell’amica di un tempo, che non riconosceva. Tanto si erano descritte, tanto si erano confrontate, tanto si erano illuse, evidentemente, di conoscersi ed accettarsi.

Deborah aveva provato a superare i suoi limiti,  ma non aveva avuto l’incoraggiamento a proseguire, non c’era stata reciprocità e la debolezza di un cuore bisognoso d’abbracci, aveva vinto sul perdono che avrebbe potuto colorare tutto di una calda carezza di unicità….

Due donne diverse, unite dall’amicizia…, .quel sentimento spontaneo nato così forte e rigoglioso, che ora giaceva rinsecchito sul ciglio, senza germogli, senza vita….

E chissà…forse il tempo doveva ancora trascorrere per veder spuntare la fogliolina dal seme… che c’era… c’era, c’era…