“Aion Teleos”

Sei, il verbo frantumato,

nell’arduo torpore dell’evoluzione interiore,

nel mio più profondo terrore,

sei, l’inizio del mio interno ardore.

Sei, la ciclica incantagione,

nello stuolo maniacale dello stupore,

nel mio più spiazzato furore,

sei, la logorante schiavizzante passione.

Sei, l’impoetica entropia perenne,

nell’ultraterreno desiderio immemore,

nel numero innato che mi compone,

diresti mai che Tu, sei il mio perfetto Æone?!

 

“L’Apo(e)teosi di un giorno” di Brunilda Ternova [Irlanda, 2010]

Un giorno e t’innalzi funesta,

e le pieghe dei pensieri ti trascinano,

per non lasciarti tregua nella tua solitudine rumorosa,

intonando frequenze diverse superstiziosamente.

 

Succhiando le energie del mondo che fu e non c’è più,

e rincorrendo me stessa per le strade abbandonate della mia città,

un giorno sommergerò la mia improvvisata vita nel nulla,

ottusamente portandoti  rancore subdolo.

 

Il nulla e il tutto mi parlerà di lacrime un giorno,

e affermando e rinnegando il perfetto contrario come al solito,

innamorata del mio specchio incantato gli chiederò che  parli di me,

scatenando la tua collera nei miei voli pindarici.

 

Come sciamano dell’anima nel tuo corpo sconosciuto,

e sempre accanto per immergermi un giorno sprovvista di energie,

nel rilievo del tuo petto lineare mai sfiorato,

poggerò imperscrutabile, l’amore arcano di me stessa.

 

Dovrò amarti di nuovo un giorno,

e dovrò  permalosamente imparare a riamarti sai,

raccontarti con sguardi ingenui e sorrisi ardenti,

dei nuovi sentimenti da incontrare per gioco.

 

Ripescando gli interrogativi della mia tenera età,

e se tu avessi, potessi, fossi anche tu un novello Parsifal,

alla ricerca di cianfrusaglie e del mio santo graal,

allora sì avrei, potrei, sarei … un giorno.