POCHI VERSI…

Poesia di una vita.
Storia di chi lascia
la prigionia dei grandi,
scende dalla giostra del mondo,
dallo scivolo dei sogni,
dall’altalena del tempo.
Non più cartavetro per il cervello!
Parla il silenzio di un cuore
fra coloro che non ascoltano.
Sentimenti troppo a lungo
trattenuti, ora lanciati lontano,
in mare, nella corrente dell’amore…
alla ricerca di orizzonti solari
e di cieli stellati,
dove gli animali sono liberi,
gli uomini diversi,
le donne vere,
l’aria è fresca,
i fiori colorati,
i bambini sempre felici…
lì dove incontri il sorriso
di DIO.


Missione possibile

Molti anni fa un giovane italiano in vacanza nell’ex Jugoslavia, apprese da altri connazionali, conosciuti di notte in una discoteca, che c’era la possibilità di trovare maggiori piaceri recandosi nella Repubblica Domenicana. L’anno successivo il giovane partì pieno di entusiasmo, con l’aereo più sicuro e con i suoi migliori abiti per il paese lontano.
All’arrivo a Santo Domingo trovò una realtà ben differente da quella immaginaria e decise di ritornarsene, ma la data di rientro del costoso biglietto non poteva essere spostata e fu obbligato a restare forzatamente. Per un mese girò buona parte dell’isola fra i più poveri. Quel viaggio gli forò il cuore di pietra di peccatore, facendogli vedere la propria vergogna e quella degli altri turisti che potevano con i soldi ottenere qualsiasi piacere ai danni degli altri.
Al suo rientro a Napoli non fu più il viziato di prima e non odiava più la propria città, ma quel buco nero al cuore lo mise in una profonda crisi esistenziale, e dopo alcuni anni di depressione fu raggiunto dall’Evangelo e donò il proprio cuore a Colui che aveva perseguitato.
Sono passati venticinque anni da quel viaggio e quel giovane non c’è più … al suo posto ci sono io, quasi anziano, con la possibilità di potervi raccontare… di un nuovo viaggio, reso possibile dalla misericordia di Dio.
Lui che in Cristo ha lasciato per un tempo il Suo regno per farsi vaso di terra, Lui che fu tentato nello scomodo deserto e rifiutò di adorare satana in cambio di un regno effimero, sceglie anche per i suoi, posti dove nessuno vorrebbe andare. Per noi ha scelto l’India, meta disertata da turisti e sposi in viaggio di nozze, nazione blindata in cui siamo potuti entrare solo perché travestiti da turisti. Turisti semplici, infatti, le nostre sorelle non avevano sgargianti vesti e non camminavano sugli scomodi trampoli occidentali, anche noi fratelli, poco eleganti, abbiamo cercato con semplicità di farci indiani con gli indiani.
Grazie Padre, ci hai donato un viaggio meraviglioso, sostenuto dalle preghiere dei nostri fratelli e accompagnato dalla Tua Gloriosa Onnipresenza. Ci siamo trovati nei campi dei Tuoi orfani e delle Tue vedove…siamo stati accolti come principi e siamo subentrati dove altri avevano faticato…siamo stati svegliati dai corvi, gli stessi animali che scegliesti per sfamare Elia…e abbiamo potuto dare da mangiare quello che Tu hai moltiplicato a coloro che non ne avevano… siamo stati abbracciati dai bimbi non vedenti e abbiamo potuto portarli nei nostri cuori… abbiamo imparato il linguaggio universale dei silenziosi sguardi dei bambini nella povera scuola di Calcutta, essi hanno gridato col cuore al nostro cuore che si fidano di noi… anche gli automobilisti e i motociclisti, bravissimi a non fare incidenti, correndo fra mille ostacoli, suonando il claxon tutti assieme, ci comunicavano l’urlo collettivo: “ Gemiamo e siamo in travaglio, aspettando con impazienza la manifestazione dei figli di Dio”.


SOLO NON ERO, SOLO NON SONO

Solo non ero
quando Mi intessevi nel grembo
di mia madre e Mi legavi a lei
con corde umane.
Il mio primo pianto trovò
l’accoglienza di chi Tu
scegliesti per me: padre,
madre e sorella, poi in avanti
il mio sorriso attese il pianto
di mio fratello.
Poco compresi di tante cure
e di tanto amore.
Desiderai andare oltre…
in paesi lontani… dimenticato
dalla terra e dal mare.
Solo non ero quando dal Tuo
cielo pazientavi per me, mentre
mi affaticavo a negare la Tua
esistenza e alla coscienza
misi il bavaglio. Allora della
vita il combattimento perdevo
e nella polvere il nemico
dell’anima mia mi atterrava
e dal soggiorno dei morti mi
si spalancarono le porte. Della
mia gloria rimase solo il
grido. Tu, l’Onnipotente,
scendesti fino a me come il
Forte che crea, il Potente che
salva, l’Io Sono la Via,
la Verità e la Vita.
Grazie Signore Gesù per avermi
donato una vita nuova,
traboccante di Pace, di Gioia
e d’Amore.
Solo Tu hai potuto riempire
quel vuoto del mio cuore
a forma di Dio. Solo non sono
ora che ho Te sempre con me.