ECO DELL’ORACOLO

Dove cercarti
anima?
Come un’ alga persa
fluttuante di nullità
muta di luce e di caldi venti
mi trasporto nell’abisso.

Sono un pezzo di te
accartocciato nella vita
un essere a metà
un dolere sanguinante di lamina affilata.

“Dove cercarti
anima?           La clessidra corre.
Dall’alto delle ultime
colonne corinzie
l’oracolo del tempio di Naxos
echeggiando risponde:
“Azzurro “.

(da: “ I canti raccolti”)
Le Pagine del Poeta  2009  -Pablo Neruda


CORO DI CASSANDRA

Pietre glabre d’incenso
stanno scolpendo
rimasugli di secchezza
o forse
aneliti d’ambrosia
vergine.

Dove nacqui
non so
se dall’onda greca
o anche
dal fumo di nuvole
ventose.

 Ho smarrito la strada
del sacro altare..
Le porte sono chiuse:
il cielo non folgora più
del fuoco divino.

( da : “I canti raccolti”)


CORO DI AFRODITES

Che t’importa
delle zagare della sera
e
del vento
che sbatte le sue
ali
sugli scogli erosi….
e
dell’orizzonte amaro
che taglia lo
sguardo
e
delle esalazioni dei pescherecci
attraccati avidamente
laggiù
dove la baia s’infossa.

Non hai mai sentito
il lamento notturno
dell’onda nera?
E
il languire
dei gabbiani a picco
nell’azzurro ?
E
il ruggito del vulcano
acceso tra le nubi
scarlatte?….
Ora
anche
Eros
camminerà
a testa
bassa.

(da: “I Canti raccolti “coro VI)


CORO DEGLI ABISSI

Erompe un lungo
singulto sanguinante
fra le carni accese-
Il Dio muore:
ansimante
risorge
l’eterno palpito
che tutto vibra
e tutto oscura.
Potenza d’infinito
e di sacralità
nel meandro
ebbro del nulla.

                                             Precipitare nudi di vita
nell’assoluto mare:
strapparsi le ali
per volare più
in alto.

(da: “I canti raccolti “. XII.)


OASI PERDUTE

A piedi scalzi
ho attraversato
sabbie illuminate di fuoco
accecata
dalla polvere del Ghibli.
Mi sono fermata
accanto ad una palma
riflessa nell’inganno.
Ho bevuto quell’acqua
che sgorgò improvvisa
e dolce sonno mi colse.
Sognai canti di Ninfe
che disperdevano
per vasti orizzonti
la voce bianca del deserto.
E poi tutto tacque.
Volevo ombra:
rimasi assolata
Volevo bere:
rimasi arsa.
Avevo una veste bianca
ma un miraggio la trasportò
al di la’ delle dune.
Invano cercare ancora
oasi che si svestono
al primo raggio di sole
Son tornata stanca
dalle spiagge d’Africa.
I miei pensieri sono
ormai granelli di sabbia
che vagano senza meta.
Ed il silenzio
è per me una melodia.

(da : “Oasi”)


PERCEZIONI

Eravamo felici
un tempo
quando respiravamo
l’alito delle stagioni
e lo spirito di Giugno
camminava solerte
per l’estività.
Vivevamo nei nostri pensieri
lontani
che si incrociavano in un punto
oltre l’orizzonte.
Era possibile ascoltare
i suoni dell’azzurro,
era possibile vedere
i colori del vento.
Ora
non ci basta più
nulla
di un mondo scolorato.

(da: “Oasi” )


BOULEVARDS

Il sole è alto sulla Senna
nelle sere che fermano i loro
sospiri
nel giorno che non vuol
languire.
Ho visto un raggio
nei tuoi occhi
che mi ha schiantato l’anima.
L’ho rincorso fra le prime luci
di Montmartre
e l’ho rubato
agli odori dei boulevards impazziti
dai frastuoni
della prima estate.
Anche le zinnie
d’inverno
potranno sbocciare.

(da “Oasi”)


TAMIRI

Tamiri
stanotte
è stanco di volare.
La pioggia tintinna sui cristalli:
da una fessura attratto
dal tepore…
“ Ero un giovane
bellissimo
col liuto
suonavo
nelle notti il profumo
dell’Arancio.
Ma l’Upupa s’intristì
e la Luna non poteva assopirsi.
Alle Ninfe sconvolgevo
i sensi.
Chi comprende ora
il mio canto?
Come un pensiero
nel cielo
cieco ai viventi
il dio mi fece volare
per bussare
esule
alla finestra dei poeti.

(da : “Tamiri”)


APRASSIA

Ho ripreso i miei muscoli
accartocciati
dalle lamiere
come brandelli
sganciati dall’anima,
come soldati
-rotte le righe-
senza condottiero.
E questo etere
-aura del corpo-
che mi suggerisce
movenze armoniose
senza
tale rozza mollezza
che mi fa tremare.
Allora solo
sfiorerei
le tue labbra
in un punto
preciso
che ora
non so.
E poi ti sorriderei
-no questa smorfia no-
che ti sgomenta .
Troverei la magia dei gesti
per non dire
parole.

(da “Tamiri”)

“L’aprassia è un disturbo neurologico caratterizzato dal sovvertimento della corretta sequenza motoria necessaria per svolgere uno schema motorio finalizzato. La poesia,qui, più di una definizione, esprime dall’interno, nell’animo di un uomo malato, questa sofferenza”. (prof. Ignazio Vecchio, docente di Neurologia e Storia della Medicina dell’Università di Catania)

 


ALESSANDRO E SERENA

Non so
se lo sai :
Susy non può salire le scale.
Le orchidee non ti coloriscono
il viso
ma tu non ne hai bisogno.
Un altro fiore
esploderà
quaggiù,
non so
se lo sai .
Ci sarà anche
un pezzo di te
(avrà i tuoi occhi azzurri?)
Poi tornerà Susy
e ti porterà le orchidee
e un piccolo fagotto vivo.
Non so se riuscirai a
vederlo.

(da “ Le rive inascoltate”)


LO SBARCO DEL TEMPO

 

Le lampade
della memoria
spengono qua e là
piccoli pensieri.
Allora bimba
rifugiata sotto
un monte
sopra colline
accanto bagliori
dell’ultima guerra.
Folgori luminose
dal mare  e dal cielo
si incrociano
come fuochi quasi d’artificio.
Solo cinquant’anni
fa
avevamo fame .
Mio padre alto
un po’ ossuto
di fronte
un uomo
-la camicia  carta da zucchero-
bello nella sua figura
in una lingua straniera parlò:
“ Signore,
non so chi voi siate
se amico del mare
o nemico di terra .
Noi siamo
povera gente:
abbiamo seppellito qui
quel che ci resta da vivere”
E poi di incanto
nelle nostre case sgretolate
polvere di latte
e un nuovo profumo di stelle.
Si
ma
ora
…non so…
La parola si perde nel fiato.
Ti chiamo:
-Tanina!-
con voce spezzata
no.. Nina!
no..
non so..
Lina?… Chi è?
Ti cerco sorella estranea
nel buio di casa.
Poi caddi
per colpa di Alois.
Perchè?
Non ricordo
il luogo ,
il ciglio della
porta vicino
al consueto angolo.

(dalla raccolta ” Tamiri”)

“Il 10 luglio 1943 è una data cruciale nel secondo conflitto mondiale. Lo sbarco degli Angloamericani in Sicilia segna l’inizio  della sanguinosa avanzata degli eserciti alleati in Italia. Le popolazioni, stremate dai raid aerei che avevano preceduto lo sbarco, col morale sempre più basso e attagliate dalla paura e dalla fame, assistono, quasi con un senso di liberazione, all’avanzata degli inglesi, degli americani e  dei loro alleati.  Così, in poche settimane ,la Sicilia venne liberata dai nazifascisti. Nell’estate del 43, lo spirito di sopravvivenza delle stremate popolazioni isolane,   anche nella zona di Giardini Naxos,  si confrontò con l’avanzata dell’esercito inglese, i cui soldati, con le caratteristiche divise  color “carta da zucchero”, venivano osservati, con occhio impaurito e curioso dai vecchi , dalle donne e dai bambini. Tali avvenimenti, che avrebbero segnato la storia del conflitto mondiale, caratterizzati da   lutti e dolori, devastazione e  morte, rivelarono anche lo sgomento dei semplici e dei popolani atterriti, quale    testimonianza più significativa anche dei vari   bollettini di guerra dell’epoca. Lo scorrere del tempo  segna  sempre la mente,  ma non scalfisce  i ricordi antichi  e anche in quella che  Alois  Alzheimer identificò come malattia,   le  reminiscenze permangono, a volte anche più vivide, a dispetto dello svanire , invece, della memoria recente.  Il suggestivo ricordo dei semplici, come quello di un’anziana donna, al quel tempo adolescente, assume una  coloritura emotiva  che solo la poesia, quale alternativo  canale del tempo, riesce a trasmettere”.

Prof. Ignazio Vecchio ,
docente di Storia della Medicina e Bioetica.  
Università di Catania.


IL SOSPIRO D’ATLANTE

 

Così mi trascino
con il sospiro di Atlante
e il macigno sulle membra.
Trasudare d’un piacere
insolito privo
di umori in una vibrazione
allarmante di luce.
Espandere il colore dell’aria
che diluisca i giorni….
Per quanto sangue
scorre in un secondo
ad offuscare pensieri
un soffio lontano
per correre sopra la vita.

(da “ Ritmi nell’Universo), 
Le Pagine del Poeta 2007 -Gabriele D’Annunzio


REINCARNAZIONE

 

Cavalco i secoli
e l’aria
erba spostata
come onde
il mare…
Silenzio.

(da : “Ritmi nell’universo”)
“Le Pagine del Poeta” -2008 Dino Campana


TRASUDAZIONE

 

Ci sono angeli
caduti in volo
che presto sembrano
immagini terrene
Non vorrei  spaventarti
con la mia luce
per non farti fuggire
al di là
degli oceani .
Posso darti
una trasudazione sensuale
per fartela toccare
e capire che esiste l’Immenso.

(da “Ritmi nell’universo)


TI REGALO UN SASSO

 

Ti regalo
un sasso
quello che emana
dal mio mondo
di vibrazioni
così intense
da essere statico
così frequenti
nella fisica dei loro moti
che non puoi vedere .
Ti regalo un sasso
da sciogliere
senza metterlo sul cuore
per dilatarlo
nell’universo Dio
nell’Universo Amore.

(da “Ritmi nell’universo”)


INNO ALL’ATOMO

 

Atomo
esplosione di morte
fumo di vite perdute
pazzia senza ritorno
di un instante.
Atomo
luce scabra funesta
bagliore di un’alba spettrale
che  illuminerà
i volti scarni degli uomini.

(dalla raccolta “ Il figlio di Plutone”)

“Cristina Tornali riesce a fissare con intensa liricità in soli dieci versi l’istante apocalittico che precederebbe una tragedia nucleare”  Bruno Chiesa
(da l’antologia : “Il rinoceronte fra le nuvole, Ed. Genesi, Torino, dal Concorso Oggi Poeti , con il contributo critico e organizzativo di di Giorgio Bàrberi Squarotti)


IGNAZIA CARLOTTA

 

Non così lunga
la tua vita.
Qualcuno talvolta
ti abbandona un fiore .
Oggi soltanto
un verde muschio
madido del primo mattino
è per te piccola coltre.
Ma quanti anni hai ora?
Quaggù saresti forse
una vecchietta stanca.
Ascolta….
mi par di sentire
echi di grida lontane
che rimbalzano
fra un albero e l’altro
e tu che giochi
e giochi ancora
correndo felice nell’aria.
Tu
e tanti bimbi
come te
che vedono
soltanto
un piccolo mondo di luci
e poi
l’immenso.

(dalla raccolta “ Le rive inascoltate”)
Premio Nazionale Igino Giordani 1997


IL MERCANTE DI SOGNI

 

Alla fiera stamane
un banco vuoto:
cantava il mercante
con la lira in mano.
“Venite signori
vi offro un pezzo di cielo
e un pugno
di terra odorosa.
Vendo sogni
variopinti
in fragile cristallo”.
Una folla ignota
starnazza superba
nulla vedendo
su quelle assi
corrose.
Lo credette un pazzo
o un impostore.
Volse altrove il suo sguardo
fra gli ori scintillanti
i profumi svolazzanti
le voci suadenti
che invitavano i loro clienti.
Solo un curioso
si accostò per burla :
“Vendete voi Felicità?”
“Non la conosco”.
E con esile voce cantò
solo queste rime:
venditore d’emozioni
è il poeta
che nessuno raccoglie”

(dalla raccolta “ Girotondo  dei poeti”)


POETI ANCORA

 

Noi che
abbiamo bisogno
del paradiso spezzato
e delle ombre stagliate
sul filo del mare
e come un tonfo
gli occhi lanciati
a spiare
uno scoglio
avvinghiati
alla prima alga…
Noi che abbiamo perso
e vinto tutto
dei meandri dell’anima…
E vivere scorrendo.

(dalla raccolta: “Girotondo dei Poeti”)


DISSOLVENZA

 

Lo sai che ci hanno braccato
per avere strappato
pezzi di Paradiso.
E poi siamo caduti
sul filo spinato
con il sangue
dal cuore alle mani.
Non sono morta
perchè le foglie d’autunno
ancora più rosse
mi hanno sommerso
riscaldato
nascosto
e poi risvegliato
con l’odore del muschio bagnato.
Come Proserpina
mi sono dissolta
evaporata dall’umido
della Terra
come mille gocce
nel vento e nel mare
ho spruzzato il tuo viso
in un giorno di Libeccio.

(dalla raccolta: “Eden e dintorni”)

Commentare un lavoro in prosa è certamente più facile che dare un giudizio su una poesia. Il poeta, come il pittore o il compositore di musica,quando crea una poesia non fa che tradurre i propri sentimenti, le proprie sensazioni, le proprie ispirazioni. E’ ovvio che non  tutte le ciambelle riescono col buco. Vi sono opere bellissime, mentre ve ne sono meno belle. Ciò non significa, però, che non siano belle.
Ho avuto modo di leggere diverse poesie di Cristina  Tornali, medico molto apprezzato per professione, poetessa e scrittrice raffinata per passione. Le poesia sono tutte affascinanti perchè riescono a toccare, in chi li legge, il profondo dell’anima, anche dei meno sensibili.
Tra le poesie che mi sono sembrate più toccanti vi sono: “L’eco dell’oracolo”, “Dissolvenza”, “Oasi perdute”, “Percezione”, “Boulevards”, “Tapiri”, “Aprassia”.
Antonio Di Paola (giornalista)