Daniele BaratellaSono nato a Montagnana il 10 luglio 1970, una splendida Città murata del basso Veneto. Sono molto legato alle mie origini e al mio territorio, senza considerare l’identità un limite, ma invece un valore aggiunto della persona, non una esigenza di costruire barriere, ma la capacità di creare apertura, dialogo e presupposti alla civile convivenza, profondamente convinto che la globalizzazione possa potenzialmente portare ad un appiattimento della creatività dei singoli.

Ho fatto un percorso di studi tecnico, prediligendo però sempre le materie umanistiche. Fin da piccolo sono stato un accanito lettore, soprattutto di epica e fantascienza, nonostante abbia affrontato anche quasi tutti i grandi classici. Ho sempre cercato nelle pieghe di storia e letteratura le particolarità, piuttosto che le consuetudini, e ho iniziato a scrivere poesie, di certo spinto dalla necessità di comunicare alcuni stati d’animo, ma intensamente affascinato dalla corrente letteraria dei Crepuscolari, a cui tuttora mi ispiro in parte, anche se contamino il verso libero con una sorta di struttura, più o meno regolare delle strofe.

Non sono un assiduo “produttore”, ma piuttosto un artigiano che ama lavorare con calma, scolpendo prima e limando poi con maniacale ricerca delle parole, i versi, fino a riempirli del significato che sento il bisogno di esprimere.

Ho scritto molto fino ai trent’anni, poi è seguito un periodo di volontaria pausa riflessiva durante la quale ho prodotto veramente poco, dedicandomi a decantare le mie emozioni, a trovare una nuova via per esternarle, diversa da quella della malinconia che mi ha sempre contraddistinto; è una fase che sto ancora vivendo.

Ho scritto di passioni e di emozioni, di società e di futuro, spesso con spirito critico e desiderio di denuncia, perché credo che la poesia, e la letteratura in genere, non sia fine a se stessa, ma necessaria per i cambiamenti sociali.

Ho partecipato in passato a numerosi concorsi letterari, ricevendo alcuni buoni risultati e molte menzioni, senza mai considerarle delle competizioni, ma piuttosto per farmi valutare oggettivamente da esperti, mai come necessità di avere un palcoscenico, ma con lo spirito di condividere quanto scrivo.

Con lo stesso spirito adesso ho deciso di intraprendere questa nuova esperienza, e di pubblicare in questa antologia alcune delle mie liriche, senza velleità alcuna che possano lasciare “indelebili solchi”.

Con tutta la mia amicizia, ad majora.