La morte del Sole
Cavalca la Morte, il Mare.
Poco a poco spinge la sabbia
verso la riva.
La avvicina agli uomini,
con la speranza di lasciarla in buone mani.
Vedo il sole ritirarsi
dietro l’orizzonte.
E sale il profumo
del pesce cacciato
mentre Vento e Luce si alleano.
Vogliono distruggere le ultime ombre
del giorno.
Nel perpetrarsi del tempo finito,
i colori spettrarono scuri.
E le ombre,
che prima fuggivano,
sanguinanti,
ora, correvano in giro,
rinvigorite,
in cerca del proprio corpo.
Luce e Buio.
Ci fu un bacio, uno schianto,
poi l’urlo traditore di un’ombra
che pugnalò il sole.
Di lì a poco tutto sarebbe cambiato,
eppure c’era chi si dilettava
a non pensare, ancora,
e pescava,
uccideva,
fino alla fine.
Specchio
Di fronte allo specchio
appare il mio riflesso.
Strizzo gli occhi per destarmi:
ci son oggetti
che sullo sfondo
ridan di me con diletto.
Mi volto di scatto,
e, nello smetter di vedermi,
chiamo il mio Nome,
per restar calmo.
Non ci sono.
Non penso di esserci.
Provo a scappare,
ma d’esser uomo
non posso cessare.
Vedo davanti ciò che c’è dietro
come le sbarre, il reietto.
Forse vivo nella mente,
e ciò che c’è
è solo un riflesso permanente.
Vorrei liberarmi
Vorrei liberare
degli oggetti, il valore.
Oggetti immobili,
fermi nel tempo,
soggetti solo a scambio
o smarrimento.
Concupiscente,
scappare il dolore,
ricordando il vero
e unico valore:
la strada.
Una strada infinita,
lastricata di bombe
che disegnano volti
sulla superficie del cuore.
Oh, amore!
Mi chiedo dove sei,
se sparso per il cielo
o nascosto,
nelle pieghe del dolore.