Poesie
LA NOVITA’ DELLA PRIMAVERA
Di colpo è scoppiata la primavera
Oggi c’è un fiore che ieri non c’era.
L’erba dal gelo seccata e scurita
Come d’incanto ora è sparita.
Il prato fin dove arriva lo sguardo
È coperto d’erba verde smeraldo.
Tutto è di nuovo bello e lucente
Dell’inverno non resta più niente.
Il sole di nuovo brillante
Scalderà l’aria ancora frizzante.
Gli uccellini si danno da fare,
nei nidi le uova bisogna covare.
E al tramonto nell’ultima luce
Il merlo fischiando a gran voce
Solitario, saluta la sera
Con la sua melodica tiritera.
INNO AL CAFFE’
Ho preso il caffè
L’ho preso perché
Dormivo per tre!!
Mi sono svegliata
Un po’ imbambolata,
Per darmi una mossa
Mi son data una scossa,
Ma non è bastata
Sono ancora incantata,
allora ho pensato
che avrei rimediato.
Sono andata in cucina,
con la moka piccina
e una bella tazzina
presa dentro al buffè
ho fatto il caffè.
Un aroma speciale
Per me famigliare
Per farmi svegliare
Non c’è niente di uguale!!!!!
LA CIVETTA
Una civetta non troppo astuta
Ha fatto il nido in un tubo di stufa
Quando il freddo arriva davvero
Dal tubo esce un fumo nero.
Nella cucina hanno acceso il fuoco
E il nido brucia a poco a poco,
ma la civetta affumicata
per fortuna se n’era già andata!
LA LUNA 40
Luna pallida e splendente
Che appari col sonno della gente,
di notte illumini il cammino
di chi da solo insegue il suo destino.
C’è chi ti affida un sogno, una preghiera,
ma tu dall’alto lo fissi altera.
Sorgi lenta e indifferente
Dei nostri crucci non t’importa niente,
Tu muovi le correnti e il mare
Perché non sai cos’altro fare,
guardar la terra sembra ti piaccia
così ci mostri sempre la stessa faccia.
L’uomo ti ha raggiunto e visitato
Ma arida e silente ti ha trovato,
del cielo ti senti la regina
come compagna hai scelto una stellina
anche le altre un po’ più lontane
fanno sempre parte del tuo reame.
Anticamente sei stata venerata
Come una dea ti hanno immaginata,
le antiche navi ed i velieri
al tuo apparir tracciavano i sentieri
delle rotte nel mare agitato
per raggiungere un porto riparato.
Un tempo per aver fortuna
A te si volgevano bianca luna
Però tu restavi dura come pietra
Come una roccia restavi cheta.
Ma nel duemila la tecnologia
Ci ha tolto ogni fantasia
Quel che sei ci ha rivelato
Fino all’ultimo tuo strato,
ma quando sorgi nella notte scura
la tua certa luce ci allieta e rassicura,
puntuale come te non c’è nessuna
splendida luminosa bianca luna.
LA CORRIDA 30
Nell’arena un superbo torero
Sembrava facesse davvero,
voleva il toro ‘’ matare’’
dal pubblico sentirsi osannare.
Non era bravo né spigliato,
Il toro si sedette annoiato.
Il torero,con fare furbetto
l’animale invitava
la muleta rossa nervoso agitava.
Il toro con la coda dell’occhio
Lo vide e pensò’’sei proprio un fantoccio,
agita pure quel che vuoi,
quel che fai sono affari tuoi,
verrei se fossi matto
a farmi trafiggere di soppiatto,
ma siccome sono un toro istruito,
non faccio la parte del rimbambito,
tutti a casa possono andare
perché io ho altro da fare!’’
Si alzò, al torero volse le spalle,
si diresse verso le stalle.
Un finale così inaspettato
Lasciò il torero lì impalato,
mai avrebbe pensato
che un toro lo avrebbe snobbato!!!
MILLE MILLE FOGLIOLINE
Un albero addormentato
di colpo si è svegliato,
sentiva, ed era strano
frenesia in ogni ramo,
si accorse con stupore
che fuori c’era il sole,
sentiva il suo calore
arrivare fino al cuore.
Attorno si guardò,
sui rami rimirò,
dalle gemme tenerine
mille mille foglioline
piano piano eran spuntate
dal sole rallegrate.
Finito era l’inverno
che sembrava quasi eterno
la natura sorrideva
era giunta primavera.
IL CONCERTINO NOTTURNO 36
Nelle notti di agosto
quando il caldo è ancora tosto,
nel campo qui vicino
si accende un concertino,
e con la luna piena
si ripete ogni sera.
Sono i grilli innamorati
che dalle mogli voglion esser trovati.
Sfregano le elitre con energia
per farsi sentire oltre la via.
Ma di giorno se guardi sotto il pero
vedrai uscire dalla tana un grillo nero,
esce furtivo senza cantare
perché ha paura di farsi mangiare.
Ma come cala la notte scura
non ha più nessuna paura,
si prepara per il concerto
di trovar moglie è quasi certo,
e come ogni sera giù nel giardino
continua a cantare fino al mattino
LA FAMIGLIA DELLE MARMOTTE 20
Isotta La marmotta
E Pablito suo marito
Usciron dalla tana
In costa alla montagna.
Guardarono su nel cielo
Diventato tutto nero,
il vento di tramontana
già da una settimana,
diceva che tra breve
sarebbe caduta la neve.
Svelti andaron tutt’intorno
Con l’erba e il fieno fecero ritorno
Andarono avanti fino a sera
Finchè la tana non fu piena.
Alla montagna un ultimo sguardo
Poi si prepararono per il letargo,
con uno sbadiglio e una stirata
la porta della tana fu sbarrata.
LE FORMICHE 8
Una formica indaffarata
Faticava tutta sudata,
un seme di mela aveva trovato
nel formicaio l’avrebbe portato.
Intanto le sue sorelle
Ne combinavano della belle,
senza fare tanto pollaio
si infilarono in un granaio.
Un chicco per una e tutte in fila
Nel formicaio facevan la pila
E siccome erano in tante
Il mucchietto era sempre più grande,
il loro lavoro era molto duro
ma il cibo per l’inverno era al sicuro.