Amorte
Eravamo io,
tu
e noi.
L’amore
una barzelletta schizofrenica.
Minuscoli,
fugaci
brandelli di felicità.
Contavo i minuti
io
stupido e miscredente,
pesavi i baci
tu
donna e sognatrice.
Hai bussato
come gli altri
alla porta del mio malessere.
Ho risposto
come agli altri
col silenzio della mia indifferenza.
Rincorro
solo ora
quei momenti felici.
Me ne inebrio
solo ora
epifanie di morte terrena,
ma il tempo
imperterrito
sfugge veloce
per non fare ritorno.
Esistere
La vita
sul palmo della mano
è il mausoleo delle piccole cose.
Il particolare,
stupido e inutile,
al quale mi aggrappo
disperato
per restare a galla.
Mettici dolore
e sollievo,
mettici passione
e respiro
e vagoni defunti
in prati incolti di cemento,
ma ancora avrai
ben poco
da stringere tra le dita.
Ricordi
che tramontano,
lividi di mediocrità.
Si vanno a nascondere
codardi,
dove vorrei,
ma non posso raggiungerli,
mentre Il tempo
gocciola caustico
sulle mie ferite aperte.