Terra Nera

Terra nera

calda coperta per i semi,

rinvigorisci – laddove ti attraversano le radici –

in un giorno di sole.

 

Noi piccoli semi

precari involucri per qualcos’altro,

germinati su un terreno preso in prestito

espugniamo da indomiti ribelli.

 

Humus,

origine della vita,

causa della metamorfosi,

genesi del primo moto.

 

La terra nera,

umida afflizione per noi vivi,

imperlato grembo materno

dentro al quale ritorneremo.


 

Assioma

Viaggiando verso il colle

l’inquietudine di polverizza,

disperdendosi nel pulviscolo

dei campi aratri;

abbandono al sole

la veste ipocondriaca

per vestirmi di buon umore,

cantando sottovoce.

 

Raggiungendo sognante

il punto più alto del cielo,

giacché vedo fendersi

la tua porta,

mi consegno alle tue braccia,

al radioso sorriso

che in me dischiude un cuore

rivelatosi maltrattato.

 

Pregusto le acque profonde

negli occhi tersi,

dopo una tormenta,

ormai riconoscibili e familiari;

oceani di te,

folle di cavillosi nodi

che si sciolgono

al primo bacio del mattino.


 

Alba adriatica

Un nuovo chiarore si rivela
basso e lieto sull’orizzonte,
mentre le mie narici accolgono
un profumo di salmastre storie
al principio dell’estate.

È di ritorno sulla barca
il pescatore stanco,
le prudenti pieghe delle sue mani comprendono
retoriche strade principiate da un giovane
ingenuo e temerario.

Quietando lo spettro delle mie paure
nell’amabile tepore dell’alba,
dalle mie labbra vagano
parole che viaggiano, solitarie
sull’ondeggiare dei flutti.

Spiragli di luce fendono
le minacciose nuvole
e dalle propaggini del cielo, veloci
precipitano giù per gli aspri colli
prima di ricongiungersi alle acque.

Il canto degli uccelli del mare
graffia la mia pace
ebria di malinconica attesa
e scandisce il percorso del tempo
di una mattina d’estate.