Alla dea ispiratrice Grazia, mia moglie

T’immagino purpurea davanti a uno sfondo affrescato,

una parete di un frigidarium romano,

dove, aihmé, non le matrone fanno il bagno,

ma le donne dei bagni di Baden.

Ti vedo baciare un uomo a me simile,

con il corpo unto d’olio, di un colore più scuro

e che con te beve un calice di nettare

assaporandolo alle labbra ancora umide dei tuoi baci.

Al capo una corona d’alloro,

per le vittorie nelle lotte.

I capelli ricci e biondi d’oro,

le vesti bianche ridotte all’essenziale,

s’intravedono il petto glabro e le gambe muscolose

in un amplesso di baci senza fine.


Imperturbabile dolcezza.

 

La mia sensibilità innata ed ingenua,

mai trova alle voci del cuore una tregua.

Incredulo a tutto ciò che mi circonda,

vorrei contro Golia, come Davide, una fionda.

Armonioso il mio corpo voluttuoso se ne va

alla ricerca di qualcosa che non si fa.

Amare è il mio unico obiettivo,

per sentirmi ancora più vivo.

Inani sforzi faccio per ottenerlo,

le insidie della psiché tendono a trattenerlo.

Al principio un errore o più mi fecero la persona,

ma forse nemmeno Dio, là in cielo, mi perdona.

Oggi è morto Umberto Eco,

a lui una prece volentieri reco.

A lui dedico la mia scellerata poesia,

spengo il computer e me ne vado via.


Film d’autore

Eros amava il cinema d’autore, i film introspettivi e psicologici, ribelli e un po’ trasgressivi, un pizzico di pepe con guasta mai, lui della morale se ne fregava. Guardava la TV in cerca dell’Amore che altrove non trovava, un Amore fatto di Eros e di Pathos insieme. Fondamentalmente era un romantico, un sentimentale, amava il piccante, ma con tanta tenerezza, dolce come il miele. Violento e cattivo al tempo stesso, si celava dietro finzioni e bugie, erano maschere che gli permettevano di sopravvivere al suo essere “Altro, alternativo”. Lui era fatto così, amava i quadretti d’autore che gridavano allo scandalo, più erano torbidi e più lui li cercava. Ma in fondo a lui interessava “il lieto fine” degli Americani con un cuore grande e una grande passione amorosa europea, che non poteva fare a meno del pizzicagnolo, il tutto misto a un gustoso pasticcio di cioccolato: dolce e “forte”, soft e hard contemporaneamente, Dioniso ed Apollo di Nietzsche. Da grande avrebbe voluto scrivere una sceneggiatura di un film indipendente che parlasse d’Amore, di quello vero, senza falsi pudori e vergogne assurde, un film che parlasse di libertà, di fantasia, di creatività e poi come il prezzemolo, dappertutto: l’Amore! E’ L’Amore che dà il colore alla vita, il senso.


Il mestiere dell’artista

Si sentiva solo in mezzo a tanta gente, il suo pensiero volteggiava nell’aria, inquieto, le sue idee reclamavano conferme che non arrivavano mai. Eppure lui pensava e ripensava cercando di spiegare il mondo delle cose, che, si sa, non hanno spiegazione. Si affannava a cercare il perché, ma non lo trovava, non si rassegnava, voleva a tutti i costi una risposta al suo essere, alla vita, a tutto. Come “Il fanciullo filosofo morale” di Renzo Titone si chiedeva il perché della convenzione, dell’andare oltre le norme sociali, e non riusciva mai a capire nulla di tutto quello che gli girava intorno. Come se il suo fosse uno stato di incoscienza, di follia lucida, eppure lui non faceva nulla di irrazionale, perlomeno dentro lui lo pensava e ci ragionava. Era troppo cerebrale, il cervello gli impediva di vivere le emozioni che provava, le sperimentava nella sua mente e questo lo rendeva felice. Ma un giorno incontrò una donna che poi sposò e cominciò a capire che la palla è tonda, ruota, che l’Amore è fatto di emozioni manifeste, aveva superato la Latenza che per anni aveva represso la sua vera natura. La gioia lo pervadeva in tutto il suo corpo e la sua amante lo riportava alla realtà, lui che voleva trasferirsi sulla Luna e ricominciare da zero una vita sbagliata fatta solo di Super-Ego, di convenzioni, di regole per ottemperare alle leggi della Ragione, lui che era nato libero nella mente e nel corpo. Finalmente lei lo aveva svegliato dal torpore di un sonno crudele e beffardo: la razionalità. Le emozioni si facevano realtà e tutto spiegava il tutto.