La fuga del tempo

voglio arrestare, voglio

fermare la gioia che va.

Ma muore la luce pura.

Lontano, tra massi turchini

svanisce l’ultima favilla.

 

Trasognati dì trascorsero.

Acerbi trasalimenti

travolse la febbre dei tempi.

nei gorghi dell’oblio.

Eri il mio sogno allora.

Un’onda di tepore

dilagava nel mio petto:

certezza era d’amore.

 

Attenderai l’attimo

che finalmente posa

e ti sorride

prima di abbandonarti

al calore del  fuoco

che ogni dì  accendere

saprai , vorrai e

lento sarà a spegnersi

e solo nei tempi lunghi,

come il sole d’oro.


 Emozioni di primavera

Fantasie di merletti non sono

né arabeschi di pizzi e di trine.

Veli di spose non sono

né ricami di brine.

Non dei fiori di gelo l’incanto

né dei petali di neve il manto.

Sono  emozioni di primavera

sbocciate all’ombra  dei pini

nella Villa Comunale.

Stupore di  pratoline affacciate

tra verdi ciglia,  ammiccanti

ai sorrisi e ai bisbigli dei ragazzi,

ai loro passi, agili

nei giardini dell’amore.

 

Fragile candore su esili steli

non calpestino

le tempeste in arrivo.

Gioia pura dura l’ora

immemore, l’ora  memorabile

d’un raggio di sole.

Furono e saranno i vostri occhi

i cieli  tersi e lo splendore

delle nostre primavere.


Plenilunio

Dolcezza mi vinse, l’eterea

dolcezza che trema tra le ciglia

della notte, e  lume mi vinse

di  plenilunio riflesso

nell’oro dei tuoi occhi.

Ho visto  fremiti di vita

dentro lo sguardo profondo

del firmamento e sogni

a sciami di lucciole erranti

posare infine l’affanno

nel grembo di Terre madri.

Dura l’eternità di un istante

la notte silente, rabbrividisce e

scintille accende la stella cadente

 

E vedo ancora nella fissità

apparente dell’occhio astrale

scie velate di umane nostalgie

inseguire fughe di rotte celesti.

Ancora albe radiose, echi

di melodie ancestrali, miraggi

d’approdi lontani, giardini

incantati, insidie mortali

selve pietrificate, illusioni e

delusioni in nuove Patrie

di confine attendono i naufraghi.

Fantasie genera la mente e

fantasmagorie proietta

incessantemente nel corpo

incandescente dei desideri  e

in cicli inesausti d’altri mondi.