LA STAGIONE PIU’ TRISTE

 

Alla fine del giorno

appare la primavera

quando nel dolce dormiveglia

si levano quei frammenti

di vita passata,

ti desti poi dall’inconsueto torpore

e alla fine del giorno

ti accorgi che la primavera

è la stagione più triste.

 

Germogliano 

i ciliegi giapponesi

e agli occhi miei attratti da

da quei colori inebrianti,

inaridiscono ancor prima

di nascere.

 

Alla fine del giorno

la primavera si perde

nei fiochi  labirinti 

del mio futuro, quando 

ogni speranza svanisce

nell’atto della mia nobile

solitudine.

 

Mi appari primavera nel

tuo splendore, 

hai voglia di accarezzare

le mie membra come quando

insieme ci amavamo,

ma succede che la luce 

all’improvviso si perda 

nel mio rassegnato abbandono,

per poi accorgermi

che e’ arrivata  la stagione

più triste. 


L’INVISIBILE

 

Ha bussato alle nostre porte

ma nessuno abbiam visto,

chi sarà ci siamo chiesti,

era il giorno della primavera 

gli alberi fiorivano

il sole ci inondava di raggi

ma qualcuno ci seguiva 

e  in noi voleva entrare,

 talmente insolente è stato

che non ci ha chiesto

il permesso di accedere.

Da dove vieni 

gli abbiamo domandato

sei un ospite indesiderato,

tante morti stai foggiando

e tanta solitudine 

stai portando.

Nessuno ti vede, sei abile e

furbo come una lince,

mi vieni vicino e la lotta

fra me e te è impari

perchè sei piccolo e ti approfitti

della tua invisibilità.

Sai cosa c’è? 

Ti sconfiggerò,

non vincerai

perchè i cattivi 

non vincono mai.

Era il giorno della primavera

quando gli alberi fiorivano

e le rose sbocciavano

e tu eri libero di passare

di mano in mano,

ti piaceva assaporare la fresca aria

ti piacevano i nostri volti impauriti

coperti da mascherine ,

ridevi di noi, ridevi dell’essere umano.

Era il giorno della primavera

quando la tua presenza non ci

faceva assaporare il cielo blu,

ma affacciati ai balconi e con le

mani tese cantavamo la nostra libertà.

Sei talmente abile che ci tieni

ancora in isolamento,

vuoi solo sterminarci 

e

immagino il tuo ghigno sorriso,

le tue piccole zampe unte di cacca, 

pronte ad attaccare 

le nostre membra.

E’ un giorno di primavera

siamo tristi, ma

sappi che noi risorgeremo

e tu perirai sotto 

la tua stessa mucosa

quando 

le rose sbocceranno

e la primavera sorriderà.

G.D.

(diritti riservati)


ORA NON PIU’

 

Quel dolore allo stomaco

è paragonabile 

a quando da giovane uomo

mi lasciavi per assolvere

ai tuoi problemi,

mi rassicuravi però

che presto saresti tornato.

E’ torpido quel dolore

e ancor più mi brucia l’anima

quando mi perdo nei fiochi

labirinti del futuro.

Che sarà di me 

se la tua assenza non colma

quell’oscillare bagliore 

dei ricordi.

Essere in carne e ossa non 

giustifica la felicità,

né quel chiarore ammalia

la limpida luce

perduta un giorno di primavera.

Corrode senza sosta

la mia memoria 

ciò che fu di noi, e un passo

dopo l’altro costruisco 

l’ora dell’abbandono.

Cadono lacrime sul 

triste diario, l’arte del 

rifiorire nessuno l’ha imparata,

e pagina dopo pagina rincorro

quel dolore allo stomaco,

quando mi rassicuravi che 

presto saresti tornato.

Ora non più.

 

G.D. (diritti riservati)


LA NOTTE

 

Tenera è la notte

quando confortata da

dolci pensieri  ti assopisci

per  dimenticare gli spasmi

di giorno.

Cadono le paure

cadono le angosce

e il dormiveglia ti porta

vicino alle stelle, in una

dimensione divina dove

pensi di incontrare Dio

e potergli chiedere la

via che porta in Paradiso.

 

Tenera è la notte

quando invitata da

dolci pensieri ti addormenti

per peregrinare  nei luoghi

del grembo materno

e

cercare la tua anima.

 

Breve è la notte

quando

come un fulmine

che si impadronisce del cielo,

così la notte all’improvviso

si nasconde,

per  restituirti agli spasmi

di giorno.


THE KILLERS

 

Lo sguardo del tuo addio

mi lasciava stordita

non sapevo che il distacco

della materia

fosse così amaro

e ho dovuto imparare

il perché della sofferenza.

Una fitta al cuore mi trascinava

poi

tra gli inferi della terra

quando la solitudine

e il vuoto

mi rapivano l’anima.

La terra è terra mi dicevo

non perdona essa

la nostra Storia d’amore

e forse ci punisce

per esserci amati.

All’improvviso

I miei occhi infinitamente ciechi

non andavano al di là

del colore.

Vedevo le rose  appassire

e il cielo oscurarsi.

La terra è terra mi dicevo

e quando seduta scrivo

la più bella storia d’amore

due lacrime solcano il volto

e quel brano dei The Killers

che tanto ti piaceva

mi appare la salvezza dell’ anima mia.


UN’ONDA

 

Venite gente, venite

alzate le natiche dal letto

e correte ad ammirare

uno spettacolo divino

 dipinto dalle mani 

di un Essere Supremo.

Non perdete tale scenario,

il sonno può aspettare mentre

la luna riflessa

sull’argenteo mare

in continuo movimento,

ha fretta di approdare

verso altri lidi.

 

Venite gente, venite

assaporate quel brivido

che sovrasta l’Universo,

è il mare che parla,

quando un’onda d’argento

infrange i nostri cuori.

 

Venite gente, venite

ascoltate il suono di 

mille cavalli galoppare

in quell’incantesimo divino,

e le onde del mare s’innalzano

fino a  conquistare i nostri animi,

è il mare che parla

e,

quando il fluttuare  delle acque

diviene schiuma,

comprendi che la vita

è un’onda: arriva e va …..


IL GIORNO PIU BELLO

 

Il giorno più bello

è quando nascesti

il giorno più bello

è quando amasti

il giorno più bello

è quando donasti

Nel giorno più bello

l’alba ti è apparsa

di luce splendente

Nel giorno più  bello

il cuore ti ha donato

amore

Nel giorno più bello

gli occhi ti hanno

inondato di lacrime.


A ELISA

 

Uno scricchioletto

tra le mie mani

è venuto al mondo

in una calda estate

di 30 anni fa

9 mesi

ho aspettato,

mentre tu crescevi

e ti nutrivi.

In quel tempo

ti ho immaginato

maschio, femmina

bionda, biondo

mora, moro

Sei venuta al mondo

ed eri bella come

una principessa

Elena? No Elisa

Sei cresciuta

sei stata piccola, poi bambina

poi adolescente, poi ragazza

adesso sei adulta

non sei ancora madre

solo allora capirai

l’amore

indissolubile

che lega

una madre ai figli.


A LEI

 

Eri seduta davanti a me

e in un attimo

i tuoi occhi

hanno trafitto il mio cuore.

Per troppo tempo

ti avevo giudicata

per troppo tempo

ti avevo calpestata

e

in un solo attimo

mi è apparso

il tuo cuore

debole

bisognoso di amore

bisognoso di afffetto

bisognoso di verità

Ho alzato lo sguardo

e ho visto

il tuo capo calvo

i tuoi occhi però

luccicavano di dignità

Mi chiedesti aiuto

e per scolpare

le mie debolezze

ho fatto ciò che ho potuto

Hai intrapreso però

la via

dalla quale non si torna

indietro

Un giorno mi dicesti

hai il sorriso più bello del mondo

e da quel giorno

niente più fu come prima

Sei volata via

come una farfalla

e mi hai lasciato

attonita.


I NONNI MAI CONOSCIUTI

 

Tra leggende e racconti

eravate sempre vivi nei miei sogni

Tra fotografie e immagini

eravate sempre vivi nella mia fantasia

 

Ogni anno il 2 novembre

tanti doni mi portavate

e mi piaceva fantasticare

di giocare con voi.

 

A Paternò

la festa dei morti

era pari alla festa dei vivi

Non fantasmi apparivano

a portar paure e angosce

ma individui virtuali

a portar strenne e dolci

 

I nonni mai conosciuti

prendevano forma nei miei giochi

e ogni fine festa anelavo

il loro ritorno al 2 novembre.


LA SPERANZA

 

Volano i sogni

ma come neve al sole

si sciolgono

senza far rumore

 

Giacciono gli amori

ma come i colori dell’arcobaleno

si sfibrano

senza mai dissolversi

 

Nasce la speranza

e come un girasole

attende

che arrivi il bagliore.


IO E TE

 

Io e te

mano nella mano

per le strade

di una degna città.

Anni sono passati

e da allora

i nostri cuori

si sono parlati.

A noi stessi

quell’acre sentimento

ci era sconosciuto

ma una strana sensazione

ci avvolgeva

la testa e il corpo

fino a formare

un’unica entità.

Io e te

per le strade

di una degna città

derisi dalla stupidaggine umana

Io e te

per le strade

di una degna città

uccisi dagli sguardi

di quanti pregano.

 

Io e te

per le strade

di una degna città

annientati dalla gratuita

cattiveria umana

Io e te

Giorgio e Simone

Laura e Margherita

i nostri cuori

le nostre anime

i nostri corpi

fusi

in un unico palpito.


 

IL PENSIERO

 

Spesso la morte

ti appare

quando sei in vita

ti scruta

ti guarda

ti sfida

ti sorride beffarda.

 

Tra te e lei

c’è un abisso

essa è nera

tu sei bianca

 

E’ venuta a  prendere te

o uno dei tuoi cari

e

con lei

giochi a scacchi

una lunga partita

 

A volte vince

a volte perde

ma

essa non sa che

mai riuscirà

a portarsi via

l’amore


NON GIUDICARMI

 

Non giudicarmi

se non mi conosci

Non giudicarmi se non leggi

dentro la mia anima

Non sai chi sono

perché non ascolti la mia voce

Non sai chi sono

perché non guardi i miei occhi

Non sai chi sono

perché disconosci la mia storia

E’ nel mio vissuto

che trovi il mio respiro.

Sono fatta di fuoco

perché ho lottato con il diavolo

Sono fatta di acqua

perché ho affogato le mie emozioni

Sono fatta di buio

perché ho pianto la mia disperazione

Sono fatta di luce

perché un giorno sono risorta

Non giudicarmi

se non mi conosci

E se mi chiedi chi sono

ti rispondo

che sono  il passato e il presente

non sono il futuro

perché porto in me

quel passato remoto

che mi danna l’anima

quando l’inquietudine

dell’insonnia mi trascina

in quel luogo dove non c’è colore,

in quel luogo dove giace

il mio timido sconforto.

Non giudicarmi

se non mi conosci.


LE CIME DELLA TOSA

 

Tutte le sere vorrei librarmi

per raggiungerti là dove

l’infinito diventa

sorgente d’amore .

Vorrei che il vento  soffiasse

tra la mia chioma per

condurmi là dove il giorno

diventa notte.

Tra le stelle vorrei sognarti

e

ti sfiorerà il mio bacio

e sentirai il mio respiro

arrivare fino a  te.

Vorrei donarti poi

cinque argentee lune

per vederti riflesso

sulle cime della Tosa

e vorrei amore mio

incontrarti sempre

nei miei sogni.


FAVIGNANA

 

Era una calda sera d’estate

a Favignana, quando

mille stelle del firmamento

si specchiavano

riflesse sugli abissi delle acque.

La farfalla adagiata sul mare

era la nostra magica isola

mentre

seduti su uno scoglio

parlavamo d’amore

e

niente di più ammaliante

che aspettare la sera

dopo

una giornata di mille colori

che coccola anima e corpo.

Ci incantava quell’isola e

quel vento insistente ci

trascinava tra i profumi di

quella terra incantata

tra storia e arte.

Eravamo giovani a quel tempo

e i nostri sguardi rapiti

si perdevano nella profondità

della dolcezza,  che quell’isola

ci donava.


 

UNO STRETTO ABBRACCIO

 

Chiudersi  in uno stretto abbraccio

quando il cuore tocca l’anima

e inerte

la testa assiste a siffatto evento.

 

Assente è la ragione

fintanto che  i pensieri volano

fino a raggiungere quella meta

che in un solo istante

ti trasporta nei meandri

dei ricordi.

 

Chiudersi in uno stretto abbraccio

quando la memoria di una folata

di esistenza

giunge a far  soavemente vibrare

quelle note sulla pelle incise.

 

Chiudersi in uno stretto abbraccio

per ascoltare

il canto inebriante della tua energia

quando il cuore tocca l’anima.


GLI INCONTRI IN STRADA

 

La solitudine appare

nel camminare delle persone

che incontri per strada

ognuno immerso nei propri pensieri

e

incurante di guardare l’altro

in faccia

incurante di scorgere un  vecchio

dentro un vagone di metropolitana.

 

Nessuno  volge lo sguardo a un drogato,

nessuno si commuove davanti a un

bambino con la manina protesa

a chieder spiccioli.

Tutti si scostano  da coloro che hanno

passato la notte al gelo o al fuoco

e per questo si difendono con la birra.

Nessuno pensa  che quel giorno

diventerà notte.

 

La solitudine appare

nel camminare delle persone

che incontri per strada.

La testa in avanti per non

guardarsi ai lati,

e se avanti al cammino

appare un cagnolino abbandonato

allora gli occhi diventano ciechi

e le orecchie sorde.

Perché rovinarsi la giornata?


 

INDIFFERENZA

 

La tenerezza

mi stringe il cuore

quando ravviso un cane che muore

ma

ancor di più la rabbia

mi assale quando vedo  un uomo

bastonar una bestiola.

Cosa ha di umano un individuo

se  ammazza un indifeso.

Sicuramente egli

non ha occhi per vedere

non ha orecchie per sentire

non ha mente per capire

non ha mani per accarezzare

non ha un cuore per amare.

 

La tenerezza

mi stringe il cuore

quando  scorgo un canuto

abbandonato ai margini

di una citta

ma

ancor di più la rabbia

mi assale quando centinaia

di occhi

si rintanano nell’indifferenza.


 

VIVERE IN ETERNO

 

Vivere in eterno

e perché?

Non voglio vivere

tanto a lungo da conoscere

ogni cosa,

sapere ogni cosa,

salpare sugli oceani

e volare sopra le nuvole.

Non voglio essere

testimone dei mali che

giungono sempre più,

non voglio essere padrona

della conoscenza,

né schiava della bellezza.

Voglio riconoscermi

nelle rughe del mio viso

nei dolori delle mie gambe

nel bianco candore

dei miei capelli.

Voglio riconoscermi

in quelle mani tremolanti

che hanno accarezzato le sofferenze,

in quegli occhi sbiaditi

che hanno osservato il mondo,

voglio giungere a comporre

quel disegno di vita impresso

nel mio cuore.

Voglio poi approdare e giocare

con gli Angeli in perfetta forma,

voglio che la mia mente

corra libera

e voglio poter

raccontare agli Esseri Celesti

che il mondo ha bisogno di loro,

perché nel profondo intimo

degli esseri umani

sempre la stoltezza prevale.


UNA FARFALLA E UNA LIBELLULA

 

Una farfalla e una libellula

un giorno di primavera

si incontrarono

e

si guardarono.

Disse la farfalla: cosa vuoi tu? Non sei

degna di stare vicino a me, sei troppo brutta

oscuri la mia bellezza, i miei colori.

Disse la libellula: sono bella come te,

non vedi? Posso stare vicino a te.

Io ero brutta continuò la farfalla

poi crescendo bella sono diventata.

Tu sempre brutta sei stata e non

diventerai mai bella…

ma io ero forte disse la libellula

ero un drago e portavo luce, portavo

magia

portavo forza

e io rappresento la bellezza disse

la farfalla,

mi poggio sui fiori, sono delicata

e sono ricca di colori, amo la vita

e per questo nasco brutta e divento bella.

Va bene disse triste la libellula

vado via, ma ricordati che io sono

il coraggio

e la bellezza senza il coraggio

vive nell’oscurità

e

mai splende di luce.


MAGICA STELLA DELLA SERA

 

Magicamente sali dal nulla

come fossi la regina

del pianeta.

Illumini il tuo cammino

e splendi di chiarore

sui fondali assopiti.

Ogni cosa si ravviva

al tuo passaggio

quando lontana

dalle nuvole appari

sorridente.

Vorrei raggiungerti

magica stella della sera

per affidarti le mie pene.

Il buio ti rallegra

quando mille luci

ti accarezzano il volto

e

ascolti il canto delle sirene

e

danzi ammaliata sui monti

terreni

e

ti trascinano i fiumi che

attoniti si vestono

d’argento.

Resisti magica stella della sera

la notte è breve

e tu languidamente andrai

lontana, accarezzerai altri

sguardi

e io sarò ad attenderti

per affidarti le mie pene.